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Hell mi ha presa per mano, e mi ha detto di chiudere gli occhi.

Stiamo camminando per la serra, e Hell mi guida lungo dei corridoi che non posso vedere.

«Ci siamo quasi...» Mormora piano piano.

«Non farmi prendere una facciata a terra, ti prego»

«Abbi un po' fiducia in me, tesoro.»
Si ferma di camminare, mi posiziona - probabilmente - davanti a qualcosa, e mi dice: «Apri gli occhi, adesso»

Ed ecco, ecco che apro gli occhi, ma li strizzo per la troppa luce bianca. La stanza è illuminatissima.
Mi stropiccio un po' gli occhi, e finalmente metto a fuoco ciò che ho davanti.

C'è un lungo e stretto tavolo in metallo, con dentro della strana acqua colorata e dei fiori.

Dei veri fiori colorati, che sbocciano dal liquido in cui il gambo è immerso.

Ho davanti a me una rosa.

La riconosco per via dell'immagine sul bottiglione del sapone, ma vederla dal vivo è tutta un'altra cosa.

È bellissima. Meravigliosa. Così affascinante che potrei scoppiare dalla felicità.

È proprio come l'ha immaginavo. Anzi, ancor più bella. È perfetta.

I petali sono di un colore rosso così vivido, intenso, che quasi mi ipnotizza. E il profumo, oddio il profumo... è fantastico. È così dolce, avvolgente, che quasi potrebbe avere il potere di un sonnifero.

È tutto così meraviglioso.
Osservo affascinata la rosa come se fosse un lingotto d'oro.

Sul gambo ci sono delle spine, e le foglie sono appuntite. Sembra un fiore così letale, ma allo stesso tempo affascinante.

Ed io, mi sento proprio così.

Sembro una ragazza carina, innocente, ma in realtà brucio le persone che cadono nella mia trappola. E loro bruciano. Bruciano, arrendendosi al mio sguardo letale.
Come me, d'altronde. Che vorrei prende in mano quella rosa, nonostante abbia il gambo ricoperto di spine.

Così metto a posto le mani, e mi limito ad osservarla, quasi incantata.
Poi mi guardo in torno, e noto che a fianco alla rosa ci sono altri fiori.

C'è il girasole, la margherita, il fiore di loto, e tanti altri che non conosco nemmeno.

Sono tutti di diversi colori. Alcuni azzurri, altri gialli e altri ancora bianchi.

Poi mi volto, e noto che nel lungo tavolo dietro di me ci sono delle piante. Sono tutte verdi, ma alcune hanno della frutta colorata accanto.

Vedo scritto: carote, lattuga, ravanelli, patate, sedano, finocchio... e così via.

Wow. Mi viene da pensare.
Wow, wow e ancora wow.

È strabiliante come tutto ciò sia cresciuto solo e grazie alla scienza. Grazie a questa strana acqua colorata, e probabilmente a queste potenti luci bianche.

«È tutto così fantastico» mi sento dire.
«Ho appena visto per la prima volta in tutta la mia vita dei fiori!» Mi giro intorno, e quasi danzo sotto i riflettori bianchi, circondata dai fiori.

Non ricordo nemmeno quando sia stata l'ultima volta che mi sono sentita così spensierata, felice, e così euforica.

Sembra quasi che mi abbiano iniettato dosi esagerate di adrenalina.

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora