24

110 7 0
                                    







«Mi dispiace non essere riuscita ad avvisarvi in tempo...» Mormora Trace.
Siamo seduti in cerchio. Io, Hell e lei.

«Cosa era quella roba che abbiamo respirato nella serra?» Domando.

«Non è nulla di letale, ma sono mischiate varie sostanze per permettere una buona crescita alle piante, e tanti altri benefici. Ma se viene respirato quel gas può causare un po' di stordimento, e in aggiunta, i farmaci che stanno prendendo hanno peggiorato un po' le cose» una pausa. «Molti lo chiamano "il gas della verità"» abbassa lo sguardo un po' imbarazzata, e dice: «Ad ogni modo, vi ho riuniti qui perché abbiamo un po' di faccende da sistemare»

«Come ad esempio... tu che sei mia madre?» Domanda Hell.
Mi volto di scatto verso di lui, ma Hell mantiene lo sguardo fisso su Trace.

«Anche... ma ne vorrei parlare in privato» distoglie lo sguardo, e dice: «Riguardo alla vasca... l'ho distrutta. So che avrei dovuto farlo tempo prima... ma ecco... non ne ho mai avuto il coraggio, e adesso voi ne avete pagato le conseguenze. E non sono mortificata, ma c'era un buon motivo, se l'accesso a quella stanza era privato»

«Beh, se non ci avessi mentito tutto questo tempo non sarebbe mai accaduto.» Ribatte Hell.
«Dicevi di non sapere nulla su di noi, ma invece ne sapevi fin troppo, non è così? Sbaglio, o tu avevi già letto le nostre schede?»

«D'accordo, avrei dovuto mostrarvele al vostro arrivo. Ma non l'ho fatto per cattiveria, ma per mantenervi concentrati sul nostro obiettivo. Dobbiamo distruggere la stazione, e non rinnegare un passato che non ricordiamo nemmeno!»

«Ah, capisco. Quindi è per questo che da quando siamo arrivati hai fatto finta di non conoscermi, giusto? Non volevi ricordare il figlio che tu hai abbandonato»

«Hell... ti prego ascolt...»

«No. Non ho più intenzione di assorbirmi le stronzate che stai tirando fuori, quindi ti faccio il favore di andarmene» si alza di scatto dalla sedia, e si volta per andarsene.

«Ti prego... resta.» Questa volta è la mia voce.
Hell si volta a guardarmi, mentre cerca di scrutare cosa significhi quello che li ho detto.

Io e lui non abbiamo ancora parlato di ciò che ci siamo detti. Forse perché sappiamo entrambi che non abbiamo detto ciò che pensavamo, o forse perché entrambi iniziamo a dubitare di aver detto la verità.

Non so più neanche cosa pensare.

«Perché? Perché dovrei?» Domanda solamente.

«Perché lo voglio io.»

Sospira, lancia un'occhiata alla porta, e piano piano torna a sedersi.
'Sono qui' mi sussurra. 'Solo perché lo vuoi tu' mi dice.
Ed io annuisco, annuisco e annuisco ancora.

Così alzo lo sguardo, e guardo Trace. 
Ci sono ancora un po' di cose che deve chiarirci.
«Parlami della vasca. Cos'era quella roba? Come è possibile che abbia vissuto nuovamente i miei ricordi?»

Trace mi guarda sorpresa, ma poco dopo si arrende e dice: «Quella vasca è collegata a tutta una serie di fili che stimolano i nervi del cervello. In poche parole, mandano piccole scosse elettriche alla parte del cervello che tiene nascosti i frammenti del vostro passato. E così facendo vengono "risvegliati" e per questo motivo, quando eri nella vasca sei riuscita a vedere i frammenti del tuo passato, rivivendoli un'altra volta.»

«E sei stata tu a progettare questa "vasca mortale"?»

«Si, sono stata io.»
È come se mi avesse appena tirato un pugno nello stomaco.
«Come ormai sapete, sono la moglie di Helios. E il mio compito alla stazione, era quello di cancellare la memoria ai nuovi pazienti.»

Ora sono io ad alzarmi di scatto dalla sedia.
Mi alzo con così tanta fretta, che tra un po' cado pure a terra.

«Quindi... sei stata tu a renderci così. Sei stata tu a cancellarci i nostri ricordi! Ed è per colpa tua se fino a qualche settimana fa non ricordavo nemmeno di avere un fratello!» Mi sono appena resa conto di aver urlato.

Hell ha le mani incollate sui braccioli della sedia.
Fissa i suoi polsi, senza dire nulla.

Forse lui lo sapeva già. Forse l'ha visto nei suoi ricordi, e chissà cos'altro. 

«Si. Io non condividevo gli ideali di Helios, ma ero sua moglie, e non ho potuto fare nulla per ribellarmi. Come sa Hell, anch'io vivevo segregata come voi. Helios sfruttava le mie abilità tecnologiche, e per questo mi ha costretta a cancellare la memoria dei nuovi pazienti.» Fa una pausa, prende il respiro, e dice: «Ma arrivò il giorno, in cui Helios decise di voler reclutare Hell come sua guardia. Ed io non volevo. Non volevo che si facesse corrompere dal padre, e non volevo che diventasse come lui» ora sta guardando Hell. E lui, lui fissa ancora i suoi polsi.
«Così l'ho minacciato. Gli ho detto che non avrei più cancellato la memoria a nessun paziente, se lui avrebbe reclutato nostro figlio. Ed ecco che sono diventata anch'io una "geneticamente modificata" come tutti voi. Ecco che mi è stata cancellata la memoria con il mio stesso macchinario, ed ecco che sono stata costretta fuggire.»

Trace si alza dalla sedia e si avvina a Hell. E lui, finalmente alza lo sguardo.
Tiene le labbra serrate, le mani strette lungo i braccioli, e i piedi conficcati nel pavimento.
Tutti i suoi muscoli sono tesi.

«Non ho mai voluto abbandonarti, Hell. Non ne ho mai avuto l'intenzione, ma sono stata costretta. I miei ricordi, non gli hai persi quando ti hanno reso un "geneticamente modificato", ma poco prima che fossi costretta a scappare. Helios, tuo padre, non voleva che ti "corrompessi" perché desiderava che tu diventassi come lui. Così ti ha cancellato ogni mio singolo ricordo, e poi...» Un respiro, ed i suoi occhi sono lucidi.
«Poi mi ha detto che se non sarei fuggita, ti avrebbe reso un "geneticamente modificato". Che avrebbe sperimentato su di te, come ha fatto con tutti gli altri. Ed io, non potevo permetterlo.»

Hell si alza dalla sedia, in modo da poter guardare dritto negli occhi sua madre.
La guarda, senza lasciar trasparire nessuna emozione.

«È la verità?» Dice, mentre la sua mano si serra in un pugno.
«Mi stai raccontando la verità?»

«Si. Si, te lo giuro» mormora lei una debole voce.

«Bene» dice solamente.
«Ma giusto perché tu lo sappia, ho deciso io stesso di diventare un "geneticamente modificato"»

«Co... Come?» Balbetta lei.
«Come... l'hai deciso tu?»

«Io non avevo la minima intenzione di perdere la persona a cui più tengo. Ho deciso di rischiare la mia vita, pur di non abbandonarla.»

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora