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La 'grande struttura luminosa e scintillante' esiste davvero.
E lo so,
Perché ce l'ho davanti ai miei occhi.

La struttura è grande, grandissima, e forse, mi fa così effetto perché non è nascosta sotto terra. È allo scoperto, in bella vista, che risplende e scintilla in tutta la sua maestosità.

È una struttura argentea che riflette i raggi solari, e sul tetto ci sono persino dei pannelli solari. Ha una forma particolare, che non so nemmeno come descriverla. È ha spirale, ondulata, è tutta così... particolare.

Poggia su una base cilindrica, così saliamo lungo i grandini. Uno due tre quattro, e siamo ai piedi della struttura.

Ci guardiamo in faccia. Non c'è una porta.

«E ora come diavolo si entra qui dentro?» Fa Kenjiro.

Ci guardiamo in torno, mi avvicino, e noto che c'è una sorta di porta scorrevole. Appoggio la mano sopra, la porta si apre, ed esce qualcuno.

Una donna.
Una donna con i capelli lunghi, biondi, raccolti in uno chignon. Ha una cicatrice lungo la guancia sinistra, e altre nel collo.
Non oso immaginare a cosa sono dovute.
Ha degli occhi verdi chiari, con delle sfumature di un verde più scuro. Non so quanti anni possa avere, forse una quartina. Ad ogni modo, ci guarda sorridendo, e poi ci fa cenno di entrare.

La seguiamo senza farcelo ripetere.
Forse perché non abbiamo scelta, o forse, perché lei sembra proprio essere una di noi.

Ricordo che Isabell, prima di darci le indicazioni, ha detto: 'portate Thomas con voi. Lui è uno dei vostri.'

Dei 'vostri'? Chi siamo noi? Chi siamo, oltre a dei ragazzi "geneticamente modificati"?

«Benvenuti alla base SOLRAD14.» Dice sorridendo. La porta si richiude alle nostre spalle, sigillandosi, e mimetizzandosi con la parete. Dall'interno riesco persino a vedere fuori. È strabiliante.
«Qui siete al sicuro, non vi troveranno. Per quanto questa struttura sia grande, luminosa, e splendente, è invisibile a ciascuna persona che non ha un elevato calore come il nostro.» Si ferma, nota le nostre espressioni confuse, e poi aggiunge: «La struttura è fatta di un materiale che sfrutta il calore, e la luce dei raggi solari a nostro vantaggio. Il materiale reagisce alla luce UV diventando trasparente, essendo riscaldata. Per la notte funziona ugualmente, sfruttando il calore accumulato durante il giorno.»

Ci guarda, sorride, e poi dice: «Il mio calore, è così elevato da rendermi invisible all'occhio umano. Voi siete in grado di vedermi, perché avete il mio stesso calore. Ma nessun'altra persona, ci riuscirebbe.»

Sto sbattendo le palpebre cinquecento volte al secondo.

«Come ho già detto, qui sarete al sicuro, inoltre la base è ben fornita. Vorrei fermarmi a raccontarvi di più, e farvi fare un giro turistico per le spirali, ma immagino che sarete stanchi. È notte fonda, e il piccoletto si è già addormentato» indica sorridendo Thomas, che sta dormendo tra le braccia di Hell.
Quasi mi sciolgo a vederli.
«Che ne dite se vi mostro le stanze, e discutiamo di tutto domani mattina?»

«Sì, mi sembra una buona idea» dico.
«Grazie»

Prendiamo l'ascensore, la donna schiaccia un numerino, e poco dopo arriviamo al piano scelto.

Ci fa strada lungo un piccolo corridoio, e ci mostra due stanze. Una di fronte all'altra.
Dice che quella sulla sinistra ha letti singoli, e quella sulla destra un letto matrimoniale. Poi ci saluta, dicendoci che domani mattina verrà a prenderci qui. E se ne va.

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora