13

142 10 15
                                    






Sono seduta sul letto matrimoniale.
È tutto il giorno che non vedo Hell. Non si è fatto vivo neanche per mezzo secondo, e adesso sono così preoccupata per lui.
Chissà che ha combinato oggi.

Al momento è sotto la doccia. Sento il rumore dell'acqua scorrere. Oh, almeno fino a poco fa.

«Oh, Heaven» mormora Hell uscendo dal bagno. Ha solo un asciugamano intorno alla vita e con l'altro si asciuga i capelli.

Quasi mi strozzo con la saliva.
Anzi, senza il quasi.
Sono sicura di essere rossa come il fuoco, o i cielo durante il... tramonto.

«Trace mi ha detto che è successo oggi. Tu stai bene?» Afferra i vestiti da terra, ed io mi volto così veloce che quasi mi si spezza il collo.
Lo sento allacciarsi la cintura e poco dopo è seduto al mio fianco.
Indossa i pantaloni, ma è a petto nudo. Perciò devo reprimere l'istinto di allungare le mani per toccarlo.

«Beh... si. Thomas ora sa che sono sua sorella, almeno» smetto di fissarmi le mani e mi volto verso di lui. «Tu invece? Che hai fatto tutto il giorno? Sei sparito»

«Ho cercato di entrare nel database della stazione utilizzando uno dei computer qui alla base» si passa una mano dietro al collo e poi aggiunge: «Sai, nel database vengono tenute tutte le schede di ogni "geneticamente modificato" e non. Comprese quelle delle guardie.» Nota che lo sto guardando con uno sguardo ricco di confusione, così aggiunge: «Nelle schede sono tenute tutte le nostre informazioni. Sono come una carta di identità, ma più dettagliata. Ci sono scritte le informazioni che riguardano il vostro passato, la vostra famiglia, e qualsiasi altra cosa.» Mi prende il viso tra le mani, e dice: «Heaven, se riesco ad accedere al database, posso scoprire chi era mia madre. Posso scoprire chi era, come si chiamava e qualsiasi cosa sul mio passato. Posso scoprire se è ancora viva.»

«Hell... lo sai che ci sono poche probabilità che sia...»

«No. No, finché non lo vedrò con i miei occhi non ci voglio credere. Devo riuscire ad accedere a quel database. Devo riuscirci, perché potrò finalmente scoprire chi era mia madre. Finché c'è una speranza di credere chi sia ancora viva, voglio aggrapparmici con tutto me stesso. Devo farlo, Heaven.»

Lo guardo, con gli occhi lucidi, e vorrei dirli di non farlo. Di non aggrapparsi alla speranza, perché è una brutta bestia. La speranza è crudele, atroce e dolorosa. La speranza ti porta a credere alle illusioni. E questo, lo so benissimo.
La speranza spesso uccide, e ti toglie la vita nel momento in cui meno te lo aspetti.

Ma lo capisco più di chiunque altro.
Perché anch'io avrei fatto qualsiasi cosa per scoprire qualcosa sul mio passato.
Ma adesso, adesso non ne sono più di tanto sicura. Adesso ho paura di scoprire qualcosa che non vorrei sapere.

«Heaven, sai quand'è il giorno che sei nata? Conosci il giorno del tuo compleanno?» Mi guarda con degli occhi così grandi, così pieni di desiderio, di speranza. Che mi fa quasi male il cuore.

«No, non lo so»

«Nemmeno io. Nemmeno io lo so, ma se entriamo in quel dannato database possiamo scoprirlo. Possiamo scoprire il giorno in cui siamo nati, e miliardi di altre cose.» Una pausa, «Heaven, magari tuo padre è ancora vivo. Magari lui è un brav'uomo che ci può aiutare e magari pensa che tu sia persino morta. Heaven, non vuoi scoprirlo? Non vuoi scoprire chi sei?»

«Hell...» Mormoro stringendo le mie mani alle sue. «Se lui fosse come mia madre? Se lui fosse ancora peggio? Hai pensato... che nel database puoi trovare qualcosa che non vorresti sapere? Hai mai pensato a questo?»

«Si, e non m'importa. Non adesso che sono così vicino da scoprire qualcosa sui ricordi che mi sono stati privati. Quei ricordi, ciò che ho vissuto, mi appartiene. È mio diritto sapere chi sono.»

Mi passo una mano tra i capelli, lo guardo e dico: «Va bene. D'accordo, ti aiuterò. Dove sono i computer?»

«Che cosa?» Strizza gli occhi sorpreso.
«Vuoi vedere anche tu le schede?»

«No, voglio aiutarti. Per quanto riguarda le mie schede non lo so. Ho paura. Ho paura di scoprire chi sono, Hell.» Mi sento come se centinaia di persone mi stiano spingendo sotto i riflettori.
Mi puntano tutti il dito contro.
«Non mi conosco. Anche se sono io, non mi conosco per niente. Fino a qualche settimana fa non sapevo neanche che aspetto avessi. Qualche giorno fa scopro di avere un fratello, e una madre che ci maltrattava. Cos'altro devo scoprire? Che mio padre è un'assassino? Che ho una sorella che è stata uccisa? Cos'altro mi manca da sapere su di me?»

«Ciò che hai vissuto, non descrive la persona che sei adesso» si avvicina, mi afferra il mento con due dita, obbligandomi ad alzare la testa per poterlo vedere negli occhi.
«Heaven, scoprendo ciò che non ricordi, rimarrai la stessa persona che eri ieri, due giorni fa e oggi. Non cambierai, sarai sempre te stessa.»
Vorrei annegare nelle parole che ha appena pronunciato.
«La stazione, senza il tuo consenso, ti ha provato dei tuoi ricordi. Hanno cercato di renderti la persona che volevano loro, cancellando dalla tua testa quello ciò che hai vissuto. Ma adesso, adesso puoi riprenderteli. Puoi scoprire chi eri, e mostrare alla stazione che sei l'opposto della ragazza "geneticamente modificata" che hanno creato. Non sei più la ragazza terrorizzata che pregava di tenere la benda. Ma adesso, adesso sei e diventerai una forza della natura. E quella benda, ora sta legata ai tuoi capelli e non sugli occhi.»

Guardo Hell, con lo stesso sguardo che avevo quando si è tolto la maschera per la prima volta.
Sono sorpresa, affascinata, innamorata, estasiata dalla persona che è.

E il suo sguardo, le sue parole, hanno fatto ancora una volta diventare i miei occhi rossi.

«È nostro diritto» mi sento dire.
«Sapere chi siamo. Quindi, entriamo in quel fottuto database e scarichiamo le schede.»

«Non hai più paura?» Le sue mani si muovono lungo la mia vita. Le sue labbra sfiorano il mio orecchio; ed io combatto con tutta me stessa per non svenire a terra.

«Peggio. Adesso voglio scoprire a tutti i costi quello che la stazione mi ha tenuto nascosto.»
Le mie mani si arrampicano lungo il suo petto, fino a sfiorare le sue labbra.
«Sfidiamo il mondo, Hell. Mostriamo alla stazione cosa sono in grado di fare i mostri che hanno creato.»

Le sue labbra sono ad un millimetro dalle mie.
«Sai quale è la differenza tra loro e noi?» Non aspetta che rispondo, e dice: «È che loro nel petto hanno un cuore che pulsa. Noi, invece, abbiamo una fiamma che arde.»
Ora le sue labbra sono premute contro le mie.

Slego la benda da i capelli, e Hell si allontana di poco per potermi vedere.
«Possiamo fare una cosa prima di hackerare il database?»

«Di che tipo, tesoro?»

«Dare fuoco a questa benda fino farla diventare cenere.»

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora