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Ho detto a Kenjiro di fermarsi.
Ci troviamo chi sa dove, ma non mi importa neanche in questo momento.

Scendo dalla macchina, e mi allontano, un po', perché altrimenti impazzisco. Mi passo le mani tra i capelli, urlo, e sento che in questo momento potrei bruciare qualsiasi cosa. Ma proprio tutto.
Delle piantine secche che si trovano al mio fianco prendono fuoco, e vari pezzi di metallo si fondono.

So solo che sto urlando, e tutto ciò che mi circonda brucia.

Vedo Hell venirmi incontro.

«Heaven... ti prego... ascoltami...» Cerca di afferrarmi il braccio, ma io strattono la presa.

«Tu sapevi tutto. Sapevi tutto, ma ti sei tenuto ogni cosa egoisticamente per te! Non ti è mai venuto in mente che magari avrei voluto sapere qualcosa in più su di me?» Prendo il respiro, «eri la mia guardia, mi sorvegliavi 24h su 24. Hai visto quanto diavolo stavo impazzendo, cercando di ricordare qualsiasi cosa! Ma tu hai comunque fatto finta di niente! Come hai potuto?!»

«Heaven...»

«No... no, Hell. Non cercare di trovare una scusa, perc...»

«Avevi sedici anni, quando ti ho trovata. Eri in una piccola casetta, ridotta a pezzi. Indossavi degli stracci, e te ne stavi seduta a terra, rannicchiata in un'angolino. E tua madre, beveva. Beveva, e ogni volta che finiva una bottiglia te la scagliava contro. Eri circondata da vetri, e il tuo corpo era ricoperto da tagli e cicatrici.»

«No. No no no no...»
Il mio cuore si sta frantumando pezzetto per pezzetto, e qualcuno mi sta infilzando con un coltello alla volta, per poi toglierli tutti d'un colpo. Rendendo tutto mille volte più doloroso, e mille volte più crudele.

Mi afferra il braccio, mi tira su la manica, e mi mostra le cicatrici. Le guardo sbarrando gli occhi, perché ho sempre pensato che questi segni fossero dovuti al calore, e agli esperimenti.

«Ti ho portata via da quella casa, con l'intento di farti scappare, e portarti il più lontano possibile da lei. Ma tu ti sei ribellata. Avevi preso un pezzo di vetro da terra, e me l'hai conficcato nello stomaco, dopo avermi minacciato. Proprio come hai fatto per farmi togliere la maschera. Era la stessa identica scena, solo in un contesto diverso.» Si ferma, mi guarda, ed io ho perso la capacità di dire qualsiasi cosa.
«Dopo avermi infilzato sei scappata. Hai preso un bambino per mano, che dormiva rannicchiato a terra, e sei scappata via. Delle altre guardie ti hanno preso, e ti hanno caricata su un furgone militare. Io ho preso tuo fratello. L'ho preso, protetto, e portato lontano da tutto questo casino. L'ho dato ad una signora che nascondeva altri bambini dalle guardie della stazione.»

Ora sono a terra.
Sono inginocchiata a terra, perché il mio corpo trema tutto, e non riesco a reggermi in piedi.
Guardo Hell, che è accucciato di fronte a me, e poi guardo la macchina, intravedendo Thomas che dorme tra la braccia di Yumi. Poi torno a guardare Hell, e poi Thomas, di nuovo Hell, e poi...

«Ti ho seguita ovunque, per la stazione. Ogni volta che dovevano farti qualche esperimento, trovavo una scusa per esserci anch'io. E quando riuscivo, modificavo sui computer degli scienziati il tuo stato, aggiungendo spuntine ad esperimenti che dovevano farti, segnandoli come già fatti.»

Una pausa, mi prende le mani, e mi guarda negli occhi. Poi continua: «Ho fatto di tutto per proteggerti. E quando sei risultata un esperimento riuscito, allora ho iniziato a dare di matto. Non potevo più sopportare che ti facessero altri esprimenti, e non potevo sopportare l'idea di non poterti più guardare negli occhi. Così, ho cercato di uccidere mio padre. Volevo ucciderlo, prendere il controllo, e impedirlo di torturare altre persone. Ma non ci sono riuscito, e sono diventato un prigioniero, proprio come te. Non mi sono ribellato agli esperimenti, perché lui non aveva idea, che così mi stava solo aiutando. Se gli esperimenti avrebbero funzionato, sarei stato in grado di toccarti, guardarti, e stare al tuo fianco senza rischiare di morire. E così è stato. L'esperimento è stato un successo, e mio padre si era quasi scordato che avevo cercato di ucciderlo. Io facevo finta di essermi pentito, e lui mi prese come suo assistente, perché cosa era meglio che avere come vice un ragazzo in grado di uccidere le persone toccandole? Lo rendeva invincibile.»

Una pausa, i suoi occhi luccicano, e poi continua: «Così, ho sfruttato la cosa a mio vantaggio, e gli detto che avrei reso anche te un'arma invincibile. Gli ho raccontato un mucchio di stronzate, e lui mi ha messo come tua guardia personale. E quando sei diventata abbastanza forte, quando hai preso il coraggio di toglierti la benda, allora ho deciso che era arrivato il momento di fuggire.»

Lo guardo con lo stesso sguardo, che avevo quando ho messo per la prima volta i piedi sulla Terra. Solo, che questa volta, i miei occhi hanno un'aggiunta di lacrime.

Sto cercando di mettere in ordine tutto ciò che mi ha detto, sto cercando di rimettere a posto i tasselli sul mio passato, ma tutto è così complicato, che quasi non riesco a crederci.

«Tu sei pazzo...» È l'unica cosa che riesco a dire.
«Tu sei completamente pazzo... hai fatto tutto questo, solo per poter stare al mio fianco?»

«Si, esatto. Te l'ho detto, Heaven. Te lo detto, che lascerei il mondo bruciare, ardere e prendere fuoco per te. Te l'ho detto che ti seguirei pure tra le fiamme.» Mi prende il viso tra la mani, e poi dice: «Perché ti amo. Ti amo da Sole
fino alla Terra, ma ripetuto un miliardo di volte.» Preme le sue labbra con forza contro le mie, poi si tira indietro per potermi guardare negli occhi, e aggiunge: «Si, avevi ragione comunque. Sono egoista, e mi importa ben poco del resto delle persone. Ma non ti ho detto nulla di tutto ciò, perché non eri pronta per sopportalo. Eri già a pezzi, e consumata dal dolore. Si ti avrei detto che tua madre era una tossicodipendente che beveva, e ti scagliava contro le bottiglie vuote, saresti crollata. Pensarci. Pensaci e dimmi se non sarebbe stato così.»

Faccio come mi ha detto.
Più penso a che persona ero lì dentro, e più penso a quanto adesso sono cambiata.

Prima pregavo le persone di non farmi togliere la benda.
Ma adesso,
Adesso darei fuoco a chiunque mi ordini di metterla.

Penso a quanto Kenjiro e Yumi mi abbiano resa più forte, e penso a quanto Hell sia stato prezioso per me.

Mi da dato forza, quando io volevo solo che crollare.

Lui ha accesso la fiamma che c'è in me, facendola ardere di desiderio, forza, passione. Mi ha resa più viva di quello che non sono mai stata. Perché prima di conoscerlo, stavo semplicemente respirando l'aria che mi era concessa.

Ma adesso,
Adesso il mio cuore batte con un motivo, e non perché è costretto a farlo.

«Hai ragione. Se me l'avresti detto allora, la mia voglia di morire sarebbe solo che aumentata» mi scappa un sorriso, ma poi torno a guardarlo seria.
«Mi sono arrabbiata perché ero convinta di volerlo sapere prima chi ero. Ma la verità, è che sono pronta solo adesso.»

𝑭𝑹𝑨𝑪𝑻𝑼(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora