37- Jason

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《Ho invitato Paolo, Bianca e Robert qui a cena questa sera.》

《Ciao anche a te mamma.》

《Ho voglia di presentarlo a Paolo, magari possono fare amicizia. È sempre chiuso in casa, credo possa fargli bene avere un amico. Hanno accettato volentieri di venire.》

Le fossette che spuntarono sul mio viso mi fecero sgamare subito.

《È cambiato qualcosa ultimamente tra te e Bianca, vero?》

《Che cosa intendi?》

《Hai sempre dimostrato tanto affetto verso Bianca, è sempre stata il tuo primo pensiero. Adesso però, ti vedo diverso. Ti brillano gli occhi ogni volta che la nomino.》

《Non possono cambiare le cose tra me e Bianca, mamma.》

《Possono eccome. Se vuoi puoi tranquillamente continuare come hai sempre fatto con lei, ovvero chiederti come sarebbe se lei fosse qualcosa di più. O magari puoi finalmente scoprirlo.》

Strizzai le sopracciglia. "Come avevo sempre fatto"?
Lei sembrò capire che ero sbigottito dalla sua osservazione perché continuò a parlare.
《Ti ricordo che quando Bianca ebbe la sua prima volta sei stato in lutto per una settimana, a malapena mi hai rivolto parola in quei giorni. Capii il perché solo dopo che Bianca si confidò con me su quello che aveva fatto.》

《Sono solo molto protettivo con lei.》

《Stronzate. Tu ami quella ragazza da quando è nata. Non lasciavi neanche che dormisse da sola in culla, e avevi solo cinque mesi più di lei.》

Sorrisi. Non esisteva Jason senza Bianca come non esisteva Bianca senza Jason. Io e lei eravamo sempre stati una cosa sola.

Il mio destino era il suo, come fossero fusi insieme.

《Non potrei mai rischiare di perderla.》mi consumai l'interno della guancia a furia di rosicchiarlo.

Mamma scosse la testa e scese giù per preparare la cena. Io ne approfittai per allenarmi e sfogarmi un po'.
Dopo mi fiondai in doccia. Con la testa contro il muro e l'acqua che mi cadeva addosso come pioggia, le immagini presero a scorrere velocemente nella testa. L'asilo, le dormite insieme, i baci, la collanina al collo che non aveva mai tolto.
La paura mi invase. Nella mia intera vita avevo creduto di non poter volere più bene di così ad una persona. Bianca era il limite massimo per ogni cosa, ma non avevo mai considerato che proprio Bianca potesse alzare ancora di più quel limite.
Quella ragazza avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.

Il campanello suonò, e lei entrò accompagnata da suo padre.
Ne approfittai per guardarla senza che se ne accorgesse.
Avvertì improvvisamente calore e sudore sulle mie mani. Si era pentita di ieri sera?

Ma lei mi sorprendeva sempre. Corse incontro ad abbracciarmi e il suo profumo di cocco invase le mie narici. Dal basso mi guardò spalancano quei suoi grandi occhi neri.

《Ciao angioletto.》dissi posandole un bacio sulla fronte.

Presentammo Robert a Paolo e dopo una chiacchierata di benvenuto ci accomodammo al tavolo perfettamente bandito. Mamma ci sapeva davvero con queste cose e dopo aver conosciuto Robert, stava tirando fuori tutte le sue passioni e i suoi hobby, come se fosse pronta di nuovo a dedicarsi a quello che amava.

Versai un calice di vino rosso nel bicchiere di Bianca prima di versarlo anche nel mio.

Era seduta di fronte a me e stava diventando davvero difficile non guardarla. Quando riuscivo a non farlo, percepivo il suo sguardo bruciarmi addosso.

Scolò il suo calice di vino e se ne versò un altro.

Imboccò una forchettata di tartare ma il mio cervello percepì quell'immagine così a rallentatore che percepì ogni piccolo movimento di quella bocca.
Era completamente rossa in volto.

《Scusate, mi tolgo la felpa.》si spogliò rimanendo con un top nero. Cazzo, non doveva farlo.

La visione di quel seno strizzato dal reggiseno e dal top che aveva indosso mi fece immediatamente contrarre i muscoli.

《Bianca sei sicura di stare bene?》suo padre interruppe la sua conversazione con Robert sul sistema sanitario vedendola tutta rossa in viso e sudata.

《Credo abbia alzato un po' il gomito.》scherzò Robert e suo padre insieme a lui.

Cavolo, doveva fargli davvero bene la compagnia di Robert. Se fossero stati da soli le avrebbe fatto una ramanzina di almeno tre giorni su quanto l'alcool facesse male e lei fosse troppo giovane per rovinarsi così.

《Jas, perché non porti Bianca in camera tua?》propose mamma appena capì la situazione.
Sorrisi di nascosto pensando al discorso che aveva fatto oggi. Era davvero un'impicciona.

Cercai di sollevarlà dalla sedia ma continuava a barcollare. Aveva davvero esagerato con il vino.

《Con permesso.》abbandonai il tavolo prendendola in braccio.

La adagiai sotto le coperte dopo averle sfilato le scarpe, ma aveva così caldo che le buttò via.
Mi accomodai seduto di fianco a lei.

La mia attenzione cadde di nuovo sulla collanina che aveva al collo. Una catenina sottile e un ciondolo a forma di margherita al centro.

《Non l'hai mai tolta.》

Fece di "No" con la testa.《È il regalo più bello che abbia mai ricevuto.》

《È impossibile, te l'ho regalata alle elementari. Avrai ricevuto un'infinità di regali più belli.》

《"Ho scelto la margherita perché mi ricorda il sole. Anche tu mi ricordi il sole." Mi avevi detto questo dopo avermela regalata. È stato il primo regalo che mi hai fatto, non riuscirei mai a separarmene.》

Sorrisi mentre accarezzavo la piccola margherita tra pollice e indice.

《Perché sei venuta in bagno ieri?》chiesi spontaneamente.

《Perché speravo che vederti così con una ragazza, potesse aiutarmi ad andare avanti dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni.》

《Ha funzionato?》

《No. Mi ha solo dato tanto fastidio, e questo mi fa paura. Non ti preoccupare Jas, riuscirò a dimenticare tutto, dammi solo un po' di tempo. Non voglio perderti.》piagnucolò. L'alcool aveva fatto sì cbe riuscisse a tirare fuori tutto quello che aveva dentro.

《Sei davvero scema, lo sai?》tirai una schicchera sulla sua testa e lei mi guardò stranita.
Come faceva a non rendersi conto che ero io il primo a volerle togliere tutti i vestiti e toccarla in punti dove non l'avessi mai toccata, per poi dormire tutta la notte con lei nuda nel letto?
Come faceva a non rendersi conto che non ero mai sazio di lei?

Io avevo persino molta più paura di lei. Non potevo permettermi di perderla. Lei era tutto per me.

《Dormi, angioletto.》le spostai i capelli dal viso poi la abbracciai e mi addormentai con lei tra le mie braccia, dove sarebbe potuta rimanere per sempre.

DIMMI QUALCOSA CHE NON SODove le storie prendono vita. Scoprilo ora