46- Jason

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Il suono del campanello interruppe la mia dormita profonda. Non vedevo l'ora che arrivasse il fine settimana per dormire di più, ma guardai l'orario dal telefono e segnava le 8.32 am.

Era già strano sentire il campanello di casa suonare, ancor di più a quell'ora. non ricevevamo spesso visite.

Quello che mi fece allarmare ancora di più fu un rumore di vetri che si infransero sul pavimento, doveva essere un piatto o un bicchiere.

Corsi giù dalle scale ma non sarei mai stato pronto a quello che mi aspettava.

Sul ciglio della porta c'era Daniel, mio padre se così lo posso definire, insieme a sua moglie.

Aveva tutto l'aspetto di un ricco CEO, snob e sicuramente cattivo. Lei una donna di piccola statura, dai tratti asiatici, forse coreani.

La tazza con cui mia madre era solita a fare colazione era in mille pezzi sul pavimento.

《Che cazzo ci fai qui?》
Urlai pietrificato.

《Possiamo entrare, Mariah?》
Chiese la donna accanto a Daniel.
Mia madre purtroppo acconsentì.

《Innanzitutto piacere, io sono Olivia. Sono la moglie di Daniel. So che vi sembrerà strana questa visita.》

《No, niente affatto. Non ho un padre da anni ma guarda un po', eccolo alla mia porta come per magia.》
Ero sarcastico anche se sicuramente non avevo voglia di scherzare in quel momento.

《Cosa siete venuti a fare qui?》
Domandò mamma.

《Ho sempre desiderato che Daniel riallacciasse i rapporti con voi. Siete stati la sua famiglia ed è giusto che non vi perdiate. Ne abbiamo parlato un po' di volte. Daniel questa settimana aveva una riunione a San Francisco, così gli ho chiesto di poter venire con lui e accompagnarlo a farvi visita. È passato tanto tempo da quella vicenda, penso che sia il caso di aggiustare le cose.》

Sbuffai una risata. Daniel era rimasto zitto tutto il tempo a fingere sorrisi solo quando Olivia lo guardava.

《Olivia, ti ringrazio del pensiero. Apprezzo questo gesto, io sono andata avanti e adesso ho una vita felice grazie a mio figlio e al mio compagno. Ho perdonato Daniel per tutto quello che è successo, altrimenti non sarei mai riuscita ad andare oltre. Sappi però che non riallaccerò alcun rapporto con lui. In più, tutto quello che è successo è anche colpa tua. So bene che doveva essere mio marito a portarmi rispetto prima di tutti, ma nonostante tu non fossi consapevole che lui avesse una terza donna nella sua vita, sapevi perfettamente che avesse una moglie e un figlio a casa. Forse dovevate pensarci prima a mostrarci il vostro rispetto.》

《Mariah, io..》
Balbettò la donna non sapendo cosa dire.

《La decisione finale sarà di mio figlio. Per quanto mi riguarda, io non vi devo nulla e non voglio nulla da voi.》

Avevo urgentemente bisogno di fumare.

Lasciai la porta d'ingresso alle mie spalle in preda ad un affanno che mi tolse il respiro.

Vederlo mi aveva fatto male, un'altra volta.

E se volesse davvero ritornare nella mia vita? Potrei avere di nuovo un padre.
La porta si chiuse nuovamente e la figura di mio padre emerse al mio fianco.

《Fumi anche?》

《Si, perché vuoi dirmi di smettere?》

《No, non mi interessa affatto quello che fai.》

《Come scusa?》

《Vedi, Jason. Se sono qui è solo per far contenta mia moglie. Adesso lei e lì dentro, noi siamo qui fuori a fingere di parlare come un papà fa con il suo bravo figliolo e lei è felice. Domani andremo via di qui e non mi chiederà più di voi. Penserà semplicemente che è colpa di Mariah se non volete far pace con me e finalmente sarà tutto finito.》

DIMMI QUALCOSA CHE NON SODove le storie prendono vita. Scoprilo ora