Capitolo 19 Ombre nella Città della Luce

27 8 0
                                    

"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla."

(Gabriel Garcìa Màrquez )






POV Eileen

Il giorno della partenza arriva finalmente. L'aeroporto è un caos di persone e valigie, ma io mi sento incredibilmente serena. Dopo i controlli di sicurezza e un'attesa che sembra infinita, finalmente ci imbarchiamo.

L'aereo decolla, lasciando dietro di noi Canterbury e tutte le preoccupazioni. Mattheo stringe la mia mano mentre guardiamo attraverso il finestrino, le nuvole che passano rapidamente sotto di noi. Sentire il suo calore accanto a me mi dà una sensazione di sicurezza e conforto. So che questo viaggio sarà un'esperienza indimenticabile.

Quando atterriamo a Parigi, siamo accolti da un cielo azzurro e un'aria frizzante. Il gruppo dell'università si raduna al terminal e tutti sembrano condividere la stessa eccitazione e curiosità. Mentre ci dirigiamo verso il nostro hotel, non posso fare a meno di sentirmi sopraffatta dalla bellezza della città. Gli edifici storici, le strade affollate e l'atmosfera vibrante di Parigi mi fanno sentire come se fossi in un sogno e per non parlare della moda tutti vestiti benissimo.

Arrivati all'hotel, ci assegnano le camere e ci diamo un po' di tempo per sistemarci. Mattheo ed io condividiamo una stanza, e mentre disfa le valigie, ci scambiamo sguardi complici e sorrisi. La tensione dei giorni precedenti sembra svanire, sostituita dall'entusiasmo per l'avventura che ci attende.

La sera stessa, decidiamo di esplorare un po' la città. Insieme ai nostri amici Sarah, Tom, Alexa, Olive e Arthur il fratello di Mattheo e ci dirigiamo verso la Torre Eiffel. Quando finalmente arriviamo, la vista è mozzafiato. Le luci della torre scintillano nel crepuscolo, creando un'atmosfera magica. Ci facciamo largo tra la folla e ci fermiamo ai piedi della torre, ammirando la sua maestosità.

«Non posso credere di essere qui,» dice Sarah, la sua voce piena di meraviglia.

«È ancora più bella di quanto immaginassi,» aggiunge Tom, con gli occhi spalancati.

Mattheo mi stringe la mano, e io mi giro verso di lui, trovando il suo sguardo che mi osserva intensamente. «Sono felice che siamo qui insieme,» dice, il suo tono dolce e sincero.

«Anche io,» rispondo, sentendo un nodo di emozione nella gola. «Questo è solo l'inizio di tante avventure che vivremo insieme.» e gli do un bacio leggero sulle sue labbra.

Camminiamo un po' e ci troviamo con un'altro gruppo della nostra università.
<< Eileen sei davvero bella>> e un  ragazzo che non avevo mai visto appena stavo per aprire bocca per dirli due parole le dice Mattheo <<Tu sarai bellissimo con il naso rotto vuoi vedere ?>> così poi ci allontaniamo e continuiamo a passeggiare.

Dopo aver scattato alcune foto e aver goduto della vista, decidiamo di fare una passeggiata lungo la Senna. Le luci della città si riflettono sull'acqua, creando un effetto incantevole. Camminiamo fianco a fianco, parlando e ridendo, godendoci la compagnia reciproca.

Improvvisamente, mentre attraversiamo uno dei ponti, sento una presenza dietro di noi. Mi giro, ma non vedo nessuno di sospetto. Il mio cuore accelera e una sensazione di inquietudine mi pervade. Mattheo nota il mio turbamento e mi chiede cosa c'è che non va.

«Non lo so,» rispondo, cercando di scuotere la sensazione. «È solo che ho avuto la sensazione che qualcuno ci stesse seguendo.»

Lui mi avvolge con un braccio rassicurante. «Non preoccuparti, Eileen. Siamo in una città piena di gente, è normale sentirsi un po' paranoici. Ma se ti fa sentire meglio, possiamo tornare all'hotel.»

Annuisco, cercando di scacciare la paura. «Sì, forse è solo la mia immaginazione. Torniamo all'hotel.»

Rientriamo al nostro alloggio, e mentre ci prepariamo per andare a letto, non riesco a togliermi di dosso quella sensazione di essere osservata. Mattheo mi rassicura ancora una volta, e cerco di convincermi che ha ragione. Dopo tutto, siamo a Parigi, e questo dovrebbe essere un momento di gioia e scoperta.

Il giorno seguente, ci uniamo al gruppo per una visita guidata al Louvre. La vastità del museo e la ricchezza delle opere d'arte ci lasciano senza parole. Mattheo ed io ci perdiamo tra le gallerie, ammirando dipinti e sculture, condividendo i nostri pensieri e impressioni. È un'esperienza intensa e meravigliosa.

Durante la pausa pranzo, ci sediamo in un piccolo caffè vicino al museo. Mentre sorseggiamo il nostro caffè e assaggiamo i deliziosi pasticcini, notiamo di nuovo quell'uomo dall'aereo che ci osservava con insistenza. È seduto qualche tavolo più in là, e sembra fissarci ancora una volta.

«Mattheo, quello è lo stesso uomo che ho visto all'aeroporto,» sussurro, cercando di non farmi notare.

Lui si gira discretamente per guardare. «Hai ragione. È strano, ma forse è solo una coincidenza.»

Cerchiamo di ignorarlo e continuiamo a goderci il nostro pranzo, ma l'inquietudine cresce dentro di me. Quando usciamo dal caffè, noto che l'uomo si alza e inizia a seguirci a distanza. Cerco di mantenere la calma, ma l'ansia è palpabile.

«Mattheo, ci sta seguendo,» dico con voce bassa, cercando di non fargli capire che l'abbiamo notato.

«Va bene, restiamo calmi,» risponde lui, stringendomi la mano. «Andiamo verso un'area più affollata, così sarà più difficile per lui seguirci senza farsi notare.»

Ci dirigiamo verso i Giardini delle Tuileries, dove la folla è più densa. Camminiamo tra la gente, cercando di confonderci tra i turisti. Ogni tanto mi giro per controllare, e vedo che l'uomo è ancora dietro di noi, ma mantiene sempre la distanza.

Finalmente, decidiamo di entrare in una delle gallerie d'arte lungo la strada, sperando che l'intricato labirinto di stanze possa aiutarci a seminare il nostro inseguitore. All'interno, mi sento un po' più al sicuro, circondata da opere d'arte e visitatori.

Mattheo ed io ci scambiamo uno sguardo, entrambi consapevoli della strana situazione in cui ci troviamo. «Dobbiamo capire chi è e cosa vuole,» dice lui, la sua voce decisa ma calma. «Non possiamo continuare a farci seguire così.»

Annuisco, concordando. «Hai ragione. Ma come possiamo scoprirlo senza metterci in pericolo?»

Lui riflette per un momento, poi suggerisce, «Per ora, restiamo qui e cerchiamo di capire se lui entrerà. Se lo fa, potremmo provare a confrontarlo o a chiedere aiuto alla sicurezza.»

Mentre aspettiamo, l'ansia cresce. La galleria è un'oasi di tranquillità, le opere d'arte ci circondano con la loro bellezza e il loro mistero. Ci muoviamo lentamente tra le sale, cercando di rilassarci e di non pensare a chi ci stava seguendo. Dopo un po', usciamo dalla galleria, constatando con sollievo che l'ombra è sparita.

Continuiamo a passeggiare per Parigi, il nostro legame più forte che mai. Ogni momento è un'opportunità per scoprire qualcosa di nuovo, non solo sulla città, ma anche su noi stessi.

Quando la stanchezza finalmente si fa sentire, torniamo in hotel. Le luci della città brillano ancora fuori dalla finestra della nostra stanza, un promemoria delle meraviglie che ci aspettano nei giorni a venire. Ci prepariamo per la notte, le emozioni della giornata ancora vive nei nostri cuori. Mattheo mi abbraccia mentre ci addormentiamo e mi sussurra <<ricordati che sei più bella di Paridi di notte kitten>>.





Spazio autrice 🧡
Grazie per star seguendo la storia

Answering my destiny (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora