Answering my destiny (in revisione)

Capitolo 4 Lavorare a Cuore Diviso

L'amore è come il vento, non puoi vederlo ma puoi sentirlo.
Nicholas Sparks

POV Eileen

La mattina all'università è sempre un vortice di emozioni e risate. Io e i miei amici ci riuniamo nella caffetteria del campus, immersi nel frastuono delle conversazioni e del profumo invitante di caffè appena macinato. Eravamo seduti intorno a un tavolo di legno consumato, con le nostre tazze fumanti tra le mani, condividendo storie e anticipazioni per la giornata.

Oggi, però, c'è un brivido di eccitazione in più nell'aria. Non capivo perché avrei dovuto andare all'università per seguire le lezioni e poi lavorare nella mia pasticceria, ma da quello che avevo capito si sarebbe unita ad un altro locale.

Dopo le lezioni, non mi dirigevo verso casa o verso la biblioteca per studiare come al solito, ma lasciavo il campus con il cuore che batteva forte nel petto. La mia mente era piena di emozione e nervosismo mentre mi dirigo verso la pasticceria dove lavoro. È incredibile pensare che il mio sogno stia diventando realtà, che presto potrò immergermi nei dolci per togliere un peso dal mio cuore con dolci, torte e pasticcini che delizieranno il palato dei clienti.

Quando arrivo davanti alla pasticceria, una sensazione di trepidazione mista a entusiasmo mi pervade. Entro e sono avvolta dal profumo invitante di dolci appena sfornati. Osservo il locale con occhi sgranati, assorbendo ogni dettaglio: i colorati dolci esposti nelle vetrine, il bancone immacolato, il suono soffuso della musica che crea un'atmosfera accogliente.

Stringo le mani in un pugno determinato e mi dirigo verso il bancone, pronta a intraprendere una nuova giornata di lavoro.

Mentre chiudo la pasticceria e mi preparo a lasciare il lavoro, rifletto sulla giornata trascorsa. È stato un susseguirsi di emozioni e nuove esperienze, eppure mi sento piena di gratitudine per l'opportunità che mi è stata data.

Camminando per le strade illuminate dalla luce calda dei lampioni, mi sento leggera e serena. La stanchezza fisica è sopraffatta dalla gioia interiore. So che ci saranno sfide lungo la strada, ma sono determinata a superarle con dedizione e passione.

Quando arrivo a casa, trovo mio fratello ad aspettarmi con un sorriso luminoso, era alto con capelli biondo scuro e occhi marroni e si chiama Mattias. Mi accoglie con un abbraccio caloroso e mi chiede con occhi brillanti come è andata la mia prima giornata di lavoro. E mentre gli racconto tutto ciò che ho vissuto nella pasticceria.

Oggi era il giorno in cui  la pasticceria dove lavoravo si sarebbe unita al ristorante, sembrava una cosa molto bella e non vedevo l'ora di sapere chi fossero.

Dopo l'università, che oggi era stata molto più tranquilla rispetto ad altri giorni, mi avevano detto di passare prima alla pasticceria così avrei conosciuto gli altri e questa sera avremmo lavorato meglio.

Arrivata, varcai la porta del nuovo locale ed era bellissimo. C'era una parte di bar e pasticceria e poi, andando verso sinistra, c'era la sala del ristorante, tutto color perla e un celeste con dettagli in oro.

Andai verso Marta, che era la proprietaria della pasticceria, e accanto c'era un'altra persona che di sicuro era il proprietario del ristorante. <<Ciao Marta,>> dissi, lei si girò verso di me. <<Ciao Eileen, lui è James, il proprietario della parte del ristorante.>> Poi mi rivolse la parola a James: <<Piacere, sono Eileen, la pasticcera.>>Gli porse la mano e lui me la strinse. <<Piacere.>>

Dopo aver parlato per un po', mi diressi verso la cucina, visto che mi avevano detto che c'era una parte per i dolci e una parte per il salato. Entrai e vidi Mattheo. Non era possibile, lui lavorava come cuoco. Si girò verso di me. <<Ești din nou aici, nu e posibil să fim mereu în aceleași locuri, kitten,>> (sei di nuovo qui non è possibile che siamo sempre negli stessi posti) mi disse con tono un po' infastidito.

Perché parlava sempre in rumeno? Non lo capivo. <<Dovresti iniziare a parlare di più nella nostra lingua, non in rumeno,>>sbottai. Mentre sistemava le cose per stasera, si girò verso di me. <<Mettiamo delle regole: tu stai dalla tua e non mi parli, e io sto nella mia. Ti va bene, kitten? Chiar dacă ești așa, vei fi mereu frumoasă.> (anche se sei così sarai sempre bella) L'ultima parte non la capii, ma non feci molte domande. <<Sì, va bene, ma puoi smettere di chiamarmi 'kitten'?>> Lui si girò di nuovo verso di me e fece un gesto di diniego con un ghigno. Sarà difficile lavorare nello stesso ambiente.

Ogni decisione che dovevamo prendere diventava una battaglia, con accuse reciproche e sguardi gelidi che ci scambiavamo.

Alla fine della giornata, mentre lasciavo la pasticceria alle spalle, mi resi conto che lavorare con lui sarebbe stato un inferno. Con il cuore pesante, mi allontanai, consapevole che ogni giorno sarebbe stato così.

Il freddo di novembre si insinuava tra i vicoli acciottolati del quartiere, mentre tornavo a casa per riposare. Non vedevo l'ora, anche se il giorno che stava arrivando sarebbe stato un brutto ricordo.

Tornai a casa nel cuore della notte e mio fratello era già andato a dormire. Quando il mondo dormiva e solo il ticchettio dell'orologio interrompeva il silenzio, mi sedetti sulla sedia del balcone e osservai la clessidra accanto a me. Pensai che il destino non fosse molto diverso dalla clessidra: rimanevo lì finché la sabbia non finiva, c'era spazio per la riflessione e l'autoconsapevolezza. Mi distesi nel buio della mia stanza, ripensando ai giorni felici trascorsi insieme ai miei genitori e ai momenti di amore e di condivisione che sembravano così lontani ora.

Era difficile accettare che i miei genitori non ci fossero più da anni. Eppure, nel buio della notte, c'era anche speranza. Speranza che il tempo e la pazienza potessero lenire le ferite del passato e che, forse, un giorno, avrei potuto trovare il coraggio di perdonare e ricominciare da capo.

Spazio autrice 💙🍰

ciao a tutti in questo capitolo non c'è il pov di mattheo ma più avanti ci sarà spero che vi piaccia e ci sentiamo al prossimo capitolo.