"Ecco il mio segreto. È molto semplice: si vede solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
(Antoine De Saint-Exupèry)
POV Mattheo
La luce fioca della cucina mi circonda, ma non riesce a dissipare l'oscurità che mi stringe il cuore. Sono seduto al tavolo, le mani che tremano mentre cerco di mantenere la calma. Le parole di mio padre rimbombano ancora nella mia testa, un'eco che non riesco a zittire.
<<Non dovevi farlo, Mattheo. Non dovevi interferire con Eileen>>aveva detto, con quella solita freddezza che mi ha sempre fatto sentire insignificante.
Gli ho risposto con rabbia, quella stessa rabbia che da tempo cerco di soffocare ma che oggi è esplosa. Non sopporto il modo in cui parla di lei, come se fosse colpa sua tutto quello che è accaduto. Come se non capisse che la mia vita, e quella di mio fratello, sono legate a lei in modi che lui non potrà mai comprendere.
Mi alzo di scatto, sentendo l'impulso di uscire, di andarmene da quel luogo che è diventato una prigione. Ma mentre mi muovo verso la porta, sento un rumore sordo provenire dal piano di sopra. Il mio cuore perde un battito.
Corro su per le scale, il cuore che martella contro il petto. Quando apro la porta della camera di mio fratello, il tempo sembra fermarsi. Lo vedo lì, immobile sul letto, attaccato a quelle maledette macchine che lo tengono in vita. Non avrei mai pensato di vedere il mio fratellino così, così... vulnerabile.
<<È tutta colpa sua,>> mormoro, il mio sguardo che si fissa su mio padre, in piedi accanto al letto, lo sguardo vuoto. <<Se non fosse stato per te, per le tue scelte, lui non sarebbe qui.>>
Lui non risponde, non lo fa mai quando sa che ho ragione. Questo silenzio mi fa impazzire. La mia mano trema mentre mi avvicino, e per un attimo un pensiero oscuro mi attraversa la mente. Potrei farla finita, potrei porre fine a tutto questo dolore. Ma poi guardo il viso di mio fratello, così sereno nonostante tutto, e il pensiero mi sfugge via, lasciandomi solo con un peso ancora più grande sul petto.
<<Non sono come te,>> sibilo a mio padre, la voce rotta dall'emozione. <<Non posso farlo.>>
Lui non dice nulla, solo un lungo, profondo sospiro. Mi allontano, sentendo le lacrime che minacciano di scendere, ma non posso permettermi di crollare. Non adesso.
Esco dalla stanza e torno in cucina, dove tutto sembra così irreale. Prendo un bicchiere d'acqua, cercando di calmarmi, ma il liquido scivola tra le mie dita quando il campanello suona, un suono che spezza il silenzio pesante della casa. Chiunque sia, è l'ultima persona che vorrei vedere adesso.
Mio padre scende le scale, lo sento dietro di me, ma io non mi giro. Non voglio vedere il suo volto, quel volto che ora vedo come quello di uno sconosciuto. Sento la porta aprirsi, il rumore delle voci, ma non riesco a concentrarmi. La mia mente è annebbiata, il dolore di mio fratello, la mia impotenza, tutto si mescola fino a farmi sentire come se stessi per esplodere.
Infine, tutto si ferma. Le voci si placano, e sento mio padre chiudere la porta. Mi volto lentamente, i nostri sguardi si incontrano, e per un attimo, vedo qualcosa nei suoi occhi. Pentimento? Dolore? Non lo so, e non sono sicuro di volerlo sapere.
<<Sistemiamo tutto questo, Mattheo,>>dice infine, con una voce che sembra più vecchia, più stanca.
Io lo guardo, e in quel momento capisco che non ci sarà mai una fine a tutto questo. Non importa quanto ci proviamo, le cicatrici sono troppo profonde. E mentre mi allontano da lui, sento il peso della nostra storia, del nostro sangue, premere su di me come un macigno.
Non ci sarà pace finché lui sarà vivo, finché le sue scelte continueranno a perseguitarci. Ma per ora, tutto ciò che posso fare è cercare di salvare ciò che resta di noi, anche se mi sta lacerando dentro.
Sono nel letto e penso, odio troppo mio padre non ho avuto nemmeno il tempo di scrivere ad Eileen, non riesco a prendere pace. Esco dalla mia stanza e salgo le scale che portano verso il piano superiore dove si trova la camera di mio padre.
Mi trovo davanti alla porta e la apro, e una stanza sempre buia. Mi giro verso il letto e vedo mio padre, mi chino affianco al letto con gli occhi lucidi e gli punto una pistola alla testa, lui mi guarda in modo sconvolto.
<<perchè hai paura?>> gli dico puntandogli la pistola in fronte, il suo respiro diventa più forte, mi alzo in piedi sempre con la pistola puntata contro di lui, mi viene da piangere non riesco mi volto cercando di andarmene ma lui mi prende per il polso, mi libero dalla sua presa ed esco da quella stanza.
spazio autrice
spero che vi sta piacendo e ci sentiamo al prossimo capitolo baci diya<3
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Answering my destiny (in revisione)
Romance"Il destino è come una clessidra: ogni granello è già programmato per cadere al suo tempo, finché l'ultimo non segna la fine del viaggio." "Un viaggio attraverso il tempo, l'amore e i segreti, dove ogni granello di sabbia nella clessidra del destino...