Capitolo 22 La Caduta e la Metamorfosi

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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte".

(Edgar Allan Poe)



POV Eileen

Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di sfumature rosate e dorate mentre mi dirigevo verso la palestra. Il mio cuore batteva forte nel petto, una combinazione di ansia e determinazione. Oggi Mattheo avrebbe affrontato il suo avversario in uno scontro cruciale, e io dovevo essere lì per sostenerlo, nonostante i miei timori.

Entrai nella palestra e trovai un posto tra la folla di spettatori. Il silenzio era palpabile mentre tutti gli occhi erano puntati su Mattheo e sul suo avversario. Il padre di Mattheo era seduto poco distante da me, la sua presenza imponente e calma. Lo guardai per un attimo, cercando di trovare conforto nella sua serenità, ma il mio cuore era troppo agitato.

Mattheo sembrava concentrato, ma anche io potevo percepire la tensione nei suoi movimenti. Lo conoscevo troppo bene per non accorgermi della preoccupazione che cercava di nascondere. Lo scontro iniziò e i due contendenti si affrontarono con abilità e determinazione. Ogni colpo, ogni mossa era studiata e precisa.

Ma con il passare dei minuti, diventava sempre più chiaro che Mattheo stava lottando con qualcosa di più profondo del semplice scontro fisico. I suoi movimenti diventavano meno sicuri, e il suo avversario sembrava cogliere ogni debolezza. Il mio cuore si stringeva mentre lo vedevo perdere terreno, ogni colpo che riceveva sembrava indebolirlo ulteriormente.

Alla fine, Mattheo cadde a terra, il suo avversario vittorioso sopra di lui. Il pubblico rimase in silenzio per un attimo, prima di esplodere in un mormorio di sorpresa e delusione. Il mio cuore si spezzò vedendo la frustrazione e il dolore sul volto di Mattheo. Volevo correre da lui, confortarlo, ma qualcosa nella sua espressione mi trattenne.

Mattheo si alzò lentamente, i suoi occhi pieni di una determinazione che non avevo mai visto prima. Senza dire una parola, si voltò e si diresse verso l'uscita. Mi alzai di scatto, seguendolo a distanza. Riuscivo a sentire la tensione nell'aria, una marea di emozioni pronte a esplodere.

Raggiunsi Mattheo fuori dalla palestra, il sole ormai quasi scomparso all'orizzonte. Lo chiamai con voce incerta, ma lui non si fermò. Finalmente, lo afferrai per il braccio, costringendolo a guardarmi.

«Mattheo, cosa succede?» chiesi, la mia voce tremante di preoccupazione.

Lui mi guardò con occhi pieni di tormento. «Eileen, non posso più farlo. Non posso continuare a combattere sapendo cosa è successo a mio padre.»

Il suo tono era carico di dolore, e in quel momento capii che c'era qualcosa di molto più grande che lo stava tormentando. «Di cosa stai parlando?»

Mattheo scosse la testa, le lacrime che minacciavano di scendere. «Ho scoperto la verità sulla sua morte, Eileen. Non è stato un incidente. È stato tradito. E io non posso combattere sapendo che non ho potuto fare nulla per proteggerlo.»

Il peso delle sue parole mi colpì come un macigno. Si girò di nuovo e se ne stava andando via <<Mattheo aspetta>> mentre cercavo di raggiungerlo di nuovo.

<<cosa vuoi adesso?>> disse con un tono senza emozioni, <<non puoi lasciarmi adesso, Mattheo perfavore. Ti amo>>.

<<Tu mi ami?>> era diventato strano, << non essere ridicola e non farlo.>>

<< ma io ti amo >> ed la verità dopo tanto tempo ero riuscita a fidarmi di nuovo di qualcuno.

<< Eileen mi dispiace ma non possiamo stare insieme>> un'altra colpo al cuore, << non è vero lo so che è colpa di tuo padre ma puoi ignorarlo>>.

<< mi dispiace ma adesso devo andare>> detto questo si gira e se ne va.

Non riuscivo a trovare le parole, il dolore era troppo forte.

Nei giorni seguenti, il dolore della separazione fu insopportabile. Mi svegliavo ogni mattina con il cuore pesante, la mente affollata di pensieri tristi. Le mie amiche cercarono di distrarmi, ma nulla sembrava funzionare. Mi sentivo persa senza Mattheo, e la sua assenza era un vuoto che non riuscivo a colmare.

<<Devi alzarti, Eileen,>> disse Sarah un giorno, entrando nella mia stanza con un'espressione risoluta. <<Non puoi continuare così.>>

Guardai il soffitto, il dolore nel petto ancora acuto come il primo giorno. <<Non capisci, Sarah. Matteo era tutto per me.>>

Lei si sedette sul bordo del mio letto, prendendomi la mano. <<Lo so, ma non puoi lasciare che questo ti distrugga. Siamo qui per te.>>

Le parole di Sarah erano sincere, ma sentivo che nulla avrebbe potuto alleviare il mio dolore. Tuttavia, nei giorni seguenti, le mie amiche si impegnarono a tenermi occupata. Mi portarono fuori, mi fecero ridere, mi ricordarono che la vita continuava. Ma nonostante i loro sforzi, qualcosa dentro di me stava cambiando.

Mentre cercavo di affrontare il dolore della separazione da Matteo e la scoperta della verità sulla mia famiglia, cominciai a cambiare. Diventai più distante, più fredda. Le mie amiche cercavano di aiutarmi, ma non potevano capire il peso che portavo dentro di me. E così, lentamente, mi trasformai in una versione di me stessa che non riconoscevo più, una versione più dura, più cinica.

Un giorno, mentre ero con le mie amiche, notai che anche loro stavano cambiando atteggiamento nei miei confronti. <<Eileen, sembri così diversa,>> disse Alexa con preoccupazione. <<Sei diventata... più distante.>>

La guardai, la mia espressione indifferente. <<Ho solo imparato a non fidarmi troppo facilmente.>>

Sarah intervenne, il suo sguardo preoccupato. <<Sappiamo che stai soffrendo, ma non puoi chiuderti in te stessa. Siamo qui per te.>> sempre la stessa frase ma nessuno capiva veramente me come Mattheo e mio fratello.

Un pomeriggio, mentre passeggiavo da sola nel parco, mi fermai davanti a una panchina. Mi sedetti e chiusi gli occhi, lasciando che il sole tiepido mi riscaldasse il viso. Respirai profondamente, cercando di trovare un momento di pace. Ma il mio cuore era ancora tormentato.

<<Eileen,>> una voce familiare interruppe i miei pensieri. Aprii gli occhi e vidi Tom davanti a me, il suo sguardo penetrante e preoccupato. <<Come stai?>>

Lo guardai, cercando di mantenere la mia facciata indifferente. <<Sto bene, Tom. Sto solo... riflettendo.>>

Lui si sedette accanto a me, il suo silenzio carico di comprensione. <<So che stai passando un momento difficile. Non devi farlo da sola.>>

Le sue parole mi toccarono profondamente, ma non ero pronta a lasciare che qualcuno vedesse quanto ero ferita. <<Apprezzo la tua preoccupazione, Tom. Ma devo farcela da sola.>>

Tom annuì lentamente, rispettando il mio desiderio. <<Sei forte, Eileen. Ma ricorda, non c'è vergogna nel chiedere aiuto.>>

Guardai il parco intorno a noi, il mondo che continuava a girare nonostante il mio dolore. Forse Tom aveva ragione. Forse, un giorno, sarei stata pronta a chiedere aiuto. Ma per ora, dovevo affrontare da sola le ombre che mi perseguitavano.

Le foglie sugli alberi ondeggiavano lentamente al ritmo del vento, creando un mormorio rassicurante. Lontano, i bambini giocavano, le loro risate riempivano l'aria di una gioia semplice e pura, una gioia che sembrava quasi inaccessibile per me. Osservai una giovane coppia che passeggiava mano nella mano, i loro sorrisi complici erano il riflesso di un amore che io non avevo mai conosciuto veramente.

La sera avanzava lentamente, e con essa il mio impegno a non arrendermi. Perché anche se il passato mi aveva segnato profondamente, il futuro era ancora una pagina bianca, pronta per essere scritta.






Spazio autrice 

ciaoo che ne dite questo capitolo un pelino triste baci diya 

Answering my destiny (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora