Calling Poison 1.4

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*Eleonore's POV *

Restai immobile per alcuni istanti, un'eternità compressa in quei brevi momenti, mentre la porta sbattuta da Eiden resisteva ancora di fronte a me. La mia mente era un turbine di pensieri, un tentativo disperato di elaborare ciò che era appena accaduto. Lui su di me, la sua bocca sulla mia, quello sguardo predatore, incazzato, bramoso. Era la prima volta che mi sentivo così viva, così potente, così eccitata... La sua presenza aveva acceso una fiamma dentro di me, un calore travolgente, che ora tentava di riprendersi il mio corpo, ma il gelo della sua partenza lo fermò di netto. La stanza divenne gelida subito dopo la sua uscita, dacché si era stretta a noi, adesso era diventata immensa, tanto da sentirmi un minuscolo essere in un castello enorme, dovevo andarmene da lì e in fretta.

Feci qualche passo, le gambe ancora tremanti da tutto quel trambusto di poco fa, e con la poca forza che mi rimaneva, presi i documenti e il computer e me ne andai sbattendo la porta. Un nuovo sentimento era nato in me: la rabbia. L'ira di essere stata lasciata sola. Ma cosa mi era passato per la testa? Non avrei dovuto cedere, avrei dovuto spingerlo via. Ma la verità la sapevo troppo bene: quando c'era lui vicino a me, la mia mente non capiva più niente. Con lui vicino, era il mio corpo a parlare, e non posso controllarlo. Il mio viso si accalora, le mie cosce si stringono e sento la pancia torcersi ogni volta che percepisco il suo profumo intenso e i suoi occhi, quegli occhi profondi con qualcosa di oscuro al loro interno.

*Cosa mi nascondi, Eiden...*

Sapevo che non l'avrei trovato ad aspettarmi, ma volli comunque passare dal suo ufficio per controllare se fosse ancora lì. La sua scrivania era perfettamente in ordine. Non so perché fossi lì in quel momento; forse avrei voluto chiedergli delle spiegazioni, ma a che pro? Non volevo illudermi, non volevo deludermi di nuovo. Ne avevo già passate tante con Marc e non volevo fare la stessa fine. Non potevo permettermi di vivere ancora qualcosa di simile, non avrei resistito a un'altra umiliazione. Promisi a me stessa di non avvicinarmi mai più a lui.

Ritornai nel mio ufficio per riprendere il blazer che avevo lasciato sulla sedia da ufficio in pelle nera, ma qualcosa attirò la mia attenzione. Sul bordo della scrivania c'era un bigliettino bianco, con il mio nome scritto a mano. Esitai per un istante, il cuore che batteva forte, prima di aprirlo con mani tremanti.

Dentro, trovai scritto in una grafia elegante e sicura:

"Non potrai e non vorrai mai essere mia..."

Eiden L.

Le parole mi trafissero come una lama. Il loro significato era chiaro, eppure sapevo che non era così e se stesse lottando anche lui a per tenermi lontana? Perché Eiden avrebbe scritto qualcosa di così definitivo, così crudele? Mi sedetti lentamente sulla sedia, fissando il biglietto come se potesse offrirmi da solo qualche spiegazione.

La rabbia si mescolava al dolore, la delusione alla confusione. Perché mi aveva baciata e presa tra le sue possenti braccia,  se era convinto che non potessi mai essere sua? Cosa mi nascondeva? Il fatto é che non fu neanche la prima volta... Il ricordo del suo ufficio cominciava a farsi sentire sul mio viso, che si accaldò al solo pensiero di Eiden che mi sbatte sulla sua scrivania. Scrollai le spalle per scacciare quel episodio, e ripresi a respirare lentamente.

Frustrata dalla situazione, accartocciai il biglietto nella mano e lo buttai nel cestino con disprezzo. Non potevo lasciare che quelle parole mi definissero, non dopo tutto quello che avevo già vissuto con Marc. Mi alzai decisa, infilai il blazer e mi diressi verso casa. Non potevo permettermi di lasciarmi abbattere di nuovo. Decisi che non era il momento giusto per affrontarlo: domani era il mio compleanno e, inoltre, lui non meritava il mio tempo. Se voleva comportarsi da stronzo, io avrei giocato la parte della stronza, a costo di mandarlo via dall'editoria con i miei stessi calci.

Gli eventi della mia vita mi avevano insegnato a lottare. Non mi sarei lasciata sconfiggere, non da un bambinone come lui. Che il gioco abbia inizio!

Mentre camminavo, il sole cominciava a calare, tingendo il cielo di sfumature dorate. Raggiunsi la mia macchina e lo vidi nella sua BMW nera. Sembrava avesse lo sguardo assente, una mano sul volante nero, come se fosse lì da molto tempo. Louise mi aveva detto che era uscito come un tuono più di mezz'ora fa. Aveva avuto un tono serio, come se avesse percepito qualcosa, e sperai fosse solo una mia impressione.

I nostri sguardi si incrociarono, e io gli risposi con freddezza e disprezzo. Pensai che avrebbe ricambiato il mio sguardo con altrettanta indifferenza, ma mi sbagliavo. Mi spiazzò, aprì gli occhi e mi rivolse uno dei suoi sorrisi sexy e carismatici, quello che aveva il potere di far bagnare qualsiasi donna nel giro di cinque secondi. Questo mi innervosì ancora di più. Odiavo quando mi provocava in quel modo, ma quel sorriso mi fece anche rivedere il ragazzo che avevo conosciuto all'inizio, quello che mi mancava da un po'.

Non dissi nulla, entrai in macchina e mi immersi nel traffico per tornare a casa.

Non dissi nulla, entrai in macchina e mi immersi nel traffico per tornare a casa

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* Eiden's POV *

Quella nanetta mi stava facendo perdere la testa, pensai tra me e me mentre rientravo a casa. Ancora sentivo il suo odore addosso, come se si fosse impregnato nella mia pelle. Era come se la mia casa intera emanasse il suo profumo. Dovevo liberarmene, quel profumo annebbiava ogni cellula del mio fottuto cervello.

Si dice che l'olfatto sia il senso più potente nel richiamare i ricordi. E il profumo di Eleonore stava facendo risvegliare i miei desideri più intimi,  infatti il sangue mi affluì proprio sul cazzo che spingeva contro i miei pantaloni e giuro che faceva male. Non c'é l'ho fatta. Una volta entrato in bagno mi liberai di tutto e per un attimo pensai di chiamare Fanny ad aiutarmi ad abbassare la mia eccitazione, ma non avevo voglia di lei.

Entrai in doccia, senza aspettare che l'acqua bagnasse l'interezza del mio corpo, iniziai a toccarlo, a fare su e giù prima dolcemente per poi iniziare più velocemente. I pensieri di quel pomeriggio diventarono piu nitidi nella mia mente. Io che sbatto al muro della sala Elli, impedendogli di scappare, catturata dalla mia bocca che la pretende e che vuole farla sua.

Il mio tocco si fa sempre più intenso e più frenetico, mentre nella mia testa gli scenari di ciò che avrei potuto e avrei voluto fare a Elli passano come un film hard impresso, o su quello che lei avrebbe fatto a me. Pensai a quelle labbra carnose color sangue, succhiarmelo in tutte le posizioni. Sapevo che fosse sbagliato ciò che stessi facendo, ma lei era come una droga per me, lei è pericolo, ma non ne posso fare a meno, il mio corpo non può farne a meno. Perché una volta assaggiata, no mi sarei fermato, la volevo tutta. Tutta per me. Venni sul vetro della doccia pensando hai suoi occhi verdi e di nuovo al suo corpo formoso avvinghiato al mio.

Uscii da quella doccia stanco, come se avessi veramente passato la notte con lei. Ma un senso di amarezza si impose in me. Sapevo che non potevo averla, sapevo che dovevo starle lontano, che non meritava uno come me. Eppure c'era qualcosa in più che mi legava a lei, forse per la sua vulnerabilità? Sentivo il bisogno di proteggerla? Oppure era di nuovo un altro mio capriccio?

Qualunque fosse il motivo, sapevo che non sarebbe finita bene.

*Salve gente ❤️
Scusate per il grande ritardo ma ho avuto troppo da fare... Proverò a fare uscire un altro capitolo sta settimana per farmi perdonare...
Comunque continuano le avventure di Elli e il suo bel fusto di Eiden... La situazione si fa hot e non vedo l'ora di farvi scoprire quello che ho in serbo per loro... 😉
XOXO 💋

Barbz

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