Calling Poison 1.3

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* Eleonore's POV *

La sua sfuriata mi colpí come una scheggia nel cuore quel giorno, ma non riuscii a comprendere il motivo.
Tuttavia, l'unica frase che echeggiava nella mia testa era il desiderio di andarsene, ma ero incerta se volesse lasciare l'editoria o trasferirsi altrove. In ogni caso, qualsiasi fosse stata la sua intenzione, mi avrebbe ferita profondamente, ma non ne capivo il perché...

Quei giorni passarono lentamente, Eiden sembrava distante da me, non scherzava più o faceva l'idiota come prima, penso che sia ancora arrabiato con me, é quasi irriconoscibile..

L'unica nota positiva di questi ultimi giorni é stata l'assenza di Marc; ricordo l'ultima volta che l'avevo visto: i suoi occhi ardenti di una determinazione ossessiva mentre mi afferrava il braccio, implorandomi di andare via con lui, implorandomi di essere di nuovo sua.
Le sue scuse per "l'incidente" precedente suonavano ridicole. Le sue promesse, che dovevano sembrare dolci e rassicuranti, al contrario mi gelavano il sangue.
La sua voce, carica di un'ossessione che mi faceva rabbrividire, tentava di dipingere un futuro accanto a lui come la mia unica via d'uscita,ma io sapevo che dietro quelle parole si nascondeva pura oscuritá.

Infatti dopo il mio rifiuto, Marc aveva cambiato atteggiamento in un istante, passando dalle suppliche agli insulti violenti. "Puttana", mi aveva chiamata, con una rabbia che mi aveva fatto tremare. Eiden era intervenuto proprio in quel momento, senza neanche accorgersene, ponendo fine alla sua furia verbale.

Ma non voglio píu pensarci, dopo la riunione con Eiden, torno subito a casa per il weekend. Domani é il mio compleanno, e Claire avrá già organizzato tutto nei minimi dettagli. Immagino la sorpresa che ha in serbo per me, spero sia qualcosa di speciale, qualcosa che possa riportare un po' di gioia in questi giorni difficili.

*************

Varco la soglia della sala, immersa nella luce naturale filtrante dalle grandi finestre, e poggio i miei documenti sul tavolo in vetro. Ancora nessuna traccia di Eiden, ma prima che possa interrogarmi sulla sua assenza, la porta in legno si apre e lui entra, chiudendola alle sue spalle.

Inizia la nostra riunione per definire gli ultimi dettagli delle basi concordate nei giorni precedenti, e proseguiamo così, tra discussioni e decisioni, per un'ora e mezza.
Il suo distacco è quasi inquietante. Non lo riconosco più. Nonostante il poco tempo trascorso insieme, non mi aspettavo che potesse trasformarsi così radicalmente, da quel ragazzo infantile e buffo a uno così impassibile a qualsiasi contatto visivo. Durante la riunione non mi ha concesso uno sguardo, non una volta... e niente...non sono riuscita a trattenermi...

- Hai finito di fare il bambino?_gli dico, alzandomi dalla sedia con un movimento deciso. Appoggio le dita sul tavolo, le mie unghie tamburellano sulla superficie vetrata. Mi inclino verso di lui, cercando di incontrare il suo sguardo. La mia voce è ferma.

- Non capisco a cosa ti riferisci._Risponde, senza alzare gli occhi per guardarmi.

- Esattamente a questo! Non mi hai degnata di uno sguardo da quando sei entrato da quella porta. Capisco che quel giorno fossi arrabbiato per il ritardo, ma sono due giorni che mi sto impegnando quanto te, con straordinari e lavoro a casa. Cosa devo fare per farti smettere di ignorarmi?

- La principessina é ferita, oh quanto mi dispiace._commentó con sarcasmo tagliente, guardandomi negli occhi finalmente.

- Sei solo uno stronzo..._replico con delusione, senza nascondere il mio disprezzo.

Questo volta é lui a inclinarsi verso di me, costringendomi contro la finestra con un gesto deciso.

- Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio dolcezza_ mi disse con i denti stretti, rabbioso.

I nostri corpi erano così vicini che potevo sentire il suo respiro sul mio viso, un misto di tensione e desiderio nell'aria. La stanza sembrava stringersi intorno a noi mentre ci guardavamo intensamente.Il silenzio è assordante, riempito solo dai nostri respiri affannati. Ogni muscolo del mio corpo è teso, pronta a reagire, ma anche consapevole del sottile confine tra la rabbia e l'eccitazione che entrambi tratteniamo.

Ma, senza esitazione, ripetei le mie 4 parole lentamente.

- Sei.uno. stronzo.Eiden.

Nei suoi occhi tenebrosi potei percepire uno scintillio, una luce oscura ma inebriante. Potevo sentire il suo battito accelerato. Era come se il mondo intero si fosse fermato in quel momento.

Sembrava una sfida, un istinto primordiale tenuto a freno. In quel momento, non c'era spazio per la fuga. Eravamo solo io e lui, tra odio e desiderio, eravamo fuoco che avrebbe incendiato l'intera stanza. Il suo sguardo non si staccava dal mio, sembrava affamato come lo ero io. Eravamo sulla soglia di qualcosa di pericoloso e proibito, ma nessuno di noi sembrava voler arretrare.

Fu quasi un richiamo della natura, quando mi bació.Lo fece con tutta la foga e l'adrenalina che avvolgevano il suo corpo. Fu un'esplosione di passione, rabbia e desiderio, travolgente e incontrollabile. Le sue labbra erano calde e insistenti, bramose della mia lingua.

Lo cercai anche io con desiderio. I nostri corpi si attaccarono come magneti. Mi prese con tutta la sua forza, facendomi mettere a cavalcioni su di lui, premendomi contro il muro. Sentii la sua erezione stuzzicarmi ardentemente, aumentando il fuoco che bruciava dentro di me. Le mie mani si insinuarono tra i suoi capelli, tirando leggermente, mentre l'eccitazione cresceva in me.

Iniziai ad ansimare quando le sue mani strinsero i miei glutei sodi, come se volesse farmi sua completamente, proprio lì, in quella stanza. Ogni tocco, ogni movimento era carico di una passione feroce. Il mondo esterno si era dissolto, eravamo solo noi due, persi in un vortice selvaggio e pericoloso.

Le sue labbra lasciarono la mia bocca per tracciare un percorso ardente lungo il mio collo, mordicchiando e baciando la mia pelle. I miei gemiti si mescolavano ai suoi respiri pesanti. Le sue mani erano ovunque, esplorando il mio corpo con una possessività che mi faceva sentire desiderata, bramata.

All'improvviso, i suoi occhi si aprirono per un istante, come se avesse ripreso conoscenza di sé stesso. Senza lasciarmi il tempo di riprendermi, mi mise delicatamente a terra. Il suo sguardo era cambiato, da bruciante desiderio a un mare in tempesta. Mi guardò un'ultima volta, i suoi occhi pieni di emozioni contrastanti, poi si voltò e lasciò la stanza senza fiatare.

Rimasi lì, sola, il corpo ancora scosso dall'intensità del momento appena trascorso. Il mio respiro era affannato, e un misto di confusione e delusione mi travolse. Le emozioni che avevano riempito la stanza svanirono, lasciandomi con un senso di vuoto, abbandono. Non riuscivo a capire cosa fosse appena accaduto, né perché Eiden fosse andato via così all'improvviso.

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