Capitolo ventitre | Veleno

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"Ma dimmi che sapore ho
Che so che tu sai di veleno e col veleno mi avvelenerò
E non lo so chi sei, però
Anche d'estate con te tremo
E non va piano questo treno per
Cui sto sotto di te"
Veleno,
Tananai

"Ma dimmi che sapore hoChe so che tu sai di veleno e col veleno mi avveleneròE non lo so chi sei, peròAnche d'estate con te tremoE non va piano questo treno perCui sto sotto di te"Veleno,Tananai

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Margherita,
19 marzo 2024

«Un guanto di sfida per Margherita.» La ballerina sospirò, anche se si aspettava che presto o tardi sarebbe arrivato.

«Todaro?» Ridacchiò, mettendosi dritta al suo posto.

«Todaro.» Confermò Maria e Giovanni, che era seduto accanto a Margherita, le sorrise dolcemente. «Leggo io?» Margherita annuì, mentre apriva la busta blu con il suo nome.

Cara Margherita,
Dall'inizio dell'anno ho sempre espresso dubbi nei tuoi confronti, a differenza della tua maestra che aspetta sempre il serale per trovare difetti nei miei allievi. Non nego che tu abbia un'ottima tecnica, ma manca una grande componente di personalità. Quando balli non mi trasmetti niente, sei come un foglio vuoto, ti trovo molto costruita. Sembra che tutto ciò che trasmetti sia finto, che tu cerchi di mostrare una Margherita che non sei tu. Quindi mi chiedo, chi è la vera Margherita? Ti ho assegnato questo guanto contro Gaia, in cui vorrei per la prima volta che mi mostrassi ciò che hai davvero dentro. Buon lavoro, Raimondo Todaro.»

«Aia.» Sussurrò Margherita, dando voce al suono che il suo cuore aveva fatto leggendo quella lettera.

«Guardiamo il video e poi mi dici cosa ne pensi, okay?» Dopo che Margherita ebbe acconsentito, Maria fece partire il video della coreografia.

Giovanni non esitò a girarle un braccio intorno al collo e a stringerla a sé, notando quanto le parole del suo professore l'avessero ferita.

La coreografia non era niente di che, dentro di sé Margherita pensava di poterla fare anche meglio di Gaia, non aveva dubbi sul fatto che l'avrebbe accettato.

«Non è la prima volta che mi da del foglio bianco.» Sbuffò, passandosi le mani tra i capelli, frustrata. «Dall'inizio del programma non ha fatto che darmi compiti su compiti, senza mai darmi una sufficienza. Nonostante io sia sempre arrivata nelle prime posizioni e abbia ricevuto complimenti da tutti, il suo pensiero su di me non è mai cambiato. So bene che non si può piacere a tutti ma mi stupisce che il suo pensiero sia così in contrasto con quello di qualsiasi giudice.» Scrollò le spalle. «Inizio a chiedermi se valga davvero la pena distruggermi per cercare di piacergli. Arrivati a questo punto, voglio convincere i giudici, non lui. Se in tutti questi mesi non ha mai espresso un giudizio positivo su di me, stento a credere che lo farà adesso che siamo al serale.»

Holden, 19 marzo 2024

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Holden,
19 marzo 2024

Rudy aveva assegnato "quanto forte ti pensavo" di Madame ad Holden per la prima puntata del serale. Lui era stato contento, finché non gli avevano detta che si trattava di un duetto con Margherita.

Certo, avevano chiarito ed erano tornati amici, ma il loro rapporto non era tale da esibirsi insieme. Joseph si sentiva messo all'angolo e la prima volta che si erano trovati a provare insieme, aveva cercato di evitare il suo sguardo, imbarazzato.

«Holden, devi guardarla, devi pensare di dedicarla a lei.» Il maestro lo riprese, mentre Margherita, sfinita, si asciugava il sudore e beveva un sorso d'acqua. Holden annuì, scusandosi, e Margherita gli rivolse un sorriso imbarazzato, a cui lui non ricambiò. «Facciamo cinque minuti di pausa.»

«Jay, va tutto bene?» Margherita si avvicinò a lui, poggiandogli la mano sulla spalla. Joseph si scrollò di dosso il suo tocco, lanciandole uno sguardo.

«Benissimo.» Le sorrise amaro, ironicamente.

«Sto sbagliando qualcosa?» Provò ad ignorare il suo tono, sorridendogli.

«Margherita, puoi lasciarmi da solo e basta?» Il cuore della ballerina si spezzò, un po' per il tono arrabbiato e scocciato con cui si era rivolto a lei, un po' perché era improvvisamente tornato a chiamarla Margherita, dopo mesi.

«Scusami.» Fece un passo indietro. «Volevo aiutarti.»

«Non mi serve il tuo aiuto, cazzo. Stavo bene, ero andato avanti e tu sei tornata ad incasinarmi tutto.» Joseph alzò la voce, facendola indietreggiare. «Non solo mi incasini la testa e il cuore, adesso ti intrometti pure nelle mie esibizioni?»

«Non è giusto.» Alzò anche lei la voce e lo sguardo, sfidandolo. «Amici è sempre stato anche il mio sogno!» Incrociò le braccia al petto. «Non ho scelto io di fare questa esibizione.»

«Non potevi rifiutarti?!» Holden parlava mosso dalla rabbia, ma sapeva bene che non avrebbe mai potuto farlo. Sopratutto non Margherita, sempre educata e ligia alle regole, che non avrebbe mai risposto o detto di no ad un insegnante.

«Non trattarmi cosi.» La voce le tremava, mente si mordeva il labbro per non far trasparire le sue emozioni. «Credevo avessimo chiarito.»

«Solo perché ti ho perdonato non significa che voglia tornare con te.» Si alzò in piedi, torreggiando su di lei. «Lasciami in pace.»

La superò, senza degnarla di uno sguardo, prima che il vocal coach li informasse che ormai si era fatto tardi e dovevano tornare in casetta.

Margherita camminava lentamente verso casa, lo sguardo basso e le mani stette a pugno per trattenere le sue emozioni.

Non appena mise piede nella sua stanza, fu accolta dai sorrisi dolci di Giovanni, Mida e Lucia, seduti a chiacchierare sul suo letto e quello della ballerina. Le chiesero subito com'erano andate le prove, ma lei non rispose. Invece, rivolse a Lucia uno sguardo che valeva più di mille parole, e la sua amica si alzò subito ad abbracciarla dolcemente, stringendola a sé mentre Margherita lasciava andare le lacrime, che tratteneva già da troppo.

I due ragazzi le accarezzarono i capelli, prima di andarsene dalla stanza, lasciando loro intimità per poter parlare.

«Va tutto bene.» Le accarezzò la schiena l'americana. «Che è successo?»

«Mi odia.» Tirò su con il naso, asciugandosi le guance. «Joseph mi odia.» Scosse il capo, prima di raccontarle cosa era successo.

«Non ti odia.» Le accarezzò i capelli la sua amica, sedendosi accanto a lei sul letto. «Credo che lui abbia paura, perché dopo anni siete di nuovo insieme e lui non sa come affrontare la situazione.»

«Non posso perderlo, non di nuovo.» Si strinse il viso tra le gambe, appallottolandosi sul letto. «Non posso rimanere sola ancora.»

«Non lo perderai, devi solo lasciargli del tempo per capire, per abituarsi.» sorrise dolcemente. «Però non sei sola qua, questo lo sai, vero? Anche senza Holden, sei circondata da persone che ti vogliono un mondo di bene.»

«Grazie Lucy, ti voglio bene.» Margherita alzò lo sguardo per sorriderle e gettarsi sopra di lei, abbracciandola.

Non trovò il coraggio per dirle che, nonostante tutto, Joseph era l'unica persona che non l'avrebbe mai fatta sentire sola.

Non trovò il coraggio per dirle che, nonostante tutto, Joseph era l'unica persona che non l'avrebbe mai fatta sentire sola

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Cadiamo insieme | Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora