𝑭𝒐𝒏𝒕𝒂𝒊𝒏𝒆

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Ci mettemmo immediatamente in cammino verso il deserto. Avremmo dovuto percorrere un bel pezzo di strada e, onestamente, a piedi non era il massimo. Ci accampammo alcune volte per la notte, aspettando che arrivasse l'alba per poterci rimettere in viaggio. Per tutto il tempo nessuno dei due aveva spiccicato parola. Io per la preoccupazione riguardante mio fratello e lui non so per quale arcano motivo.

Una volta arrivati sulla piccola stradina che ci avrebbe finalmente fatti approdare a Fontaine, ci fermammo ad ammirare il panorama. Il tramonto colorava il cielo di un bellissimo rosso-arancio. Le nuvole davano un senso di tranquillità, in quanto sembravano delle calme onde, con il cielo che sembrava il mare. Sorrisi a quel pensiero strampalato. Era la prima volta che mi soffermavo a guardare una vista del genere. Nel mio mondo non aspettavo mai niente e nessuno, vivevo sempre di fretta. Come se da un momento all'altro, la mia vita potesse terminare. Sospirai al ricordo della vecchia me. Questo posto mi stava cambiando lentamente senza nemmeno accorgermene. Segno positivo o negativo? Non ne ero granché sicura. Tentai di tornare al presente, cercando di scacciare quei pensieri fissi nella mia mente. L'incolumità del mio fratellino dipendeva da me. Dopotutto era solo colpa mia, se siamo finiti in questa situazione. Feci un respiro profondo, tuffandomi in acqua. Incitai il ginger, che fino a poco prima si trovava accanto a me, subito dopo. Lui si tuffò leggermente titubante, ma non disse nulla al riguardo. Nuotammo fino ad una specie di ponte, probabilmente un molo per le barche e navi. Chiedemmo a due giovani fontainiani, che parlavano leggermente più avanti, indicazioni. Ci parlarono di Furina e di altre cose riguardante la nazione della giustizia e il loro Archon. Mi sembra che accennarono anche ad un certo Neuvillette.

Tartaglia: «Pensi che dovrei evitare di venire?»
Mi domandò lui dopo qualche passo.
«Perché?»
Chiesi, non capendo questo suo strano pensiero.
Tartaglia: «Beh... Stavo pensando che, in teoria, da come ce ne hanno parlato, potrebbe sbucare fuori da un momento all'altro. Non vorrei rischiare, sai?»

Rimuginai su ciò che mi aveva appena detto. Non aveva tutti i torti, ma ormai mi ero abituata alla sua presenza. Sarebbe stato davvero cattivo abbandonarmi proprio ora.

«Che ne dici se... Tu vai avanti, facendo finta che ti trovi qui in villeggiatura. Per poi incontrarci per caso da qualche parte?»
Proposi infine, pentendomi subito dopo della fesseria che avevo appena sparato.
Tartaglia: «Sai, non è una cattiva idea.»

Non potevo credere alle mie orecchie. Davvero una cazzata madornale come questa "non è una cattiva idea"? Non aveva senso... Improvvisamente si avvicinò a me, baciandomi piano subito dopo. Una volta finito, si allontanò un passo alla volta. Svanendo poi in lontananza. Mi toccai piano le labbra. Quanto avrei dovuto aspettare prima di poterlo rivedere? Sospirai pesantemente, facendo un respiro profondo subito dopo. Era tempo di affrontare l'Hydro Archon. Presi coraggio, iniziando ad incamminarmi verso l'ascensore. Non sapevo esattamente cosa mi sarebbe aspettato in questo posto, ma speravo con tutta me stessa che non sarebbe stato troppo impegnativo. Non vedevo l'ora di conoscere nuove persone, ma soprattutto la storia che attanagliava questo posto così bello.

A quanto parve, il ginger non ebbe tutti i torti in quanto, subito dopo esserci salutati, mi imbattei in Furina, ovvero l'Hydro Archon - davvero molto più carina e pucciosa di quel che pensassi. Mi diressi alla città principale di Fontaine, prendendo il primo "bus acquatico" disponibile. Mi soffermai ad ammirare il panorama. Nel mentre una Melusina, che mi fece da "guida turistica", mi spiegò alcune cose del posto e roba varia. Mi parlò anche del loro villaggio, situato in fondo al mare.
Ero così emozionata. Vi era acqua ovunque e tutto era così verde e rigoglioso. Sembrava di stare a Sumeru, ma in una zona balneare.

Una volta scesa dal bus, salutai la Melusina, dirigendomi immediatamente da Lyney e Lynette. Molto simpatici, ma allo stesso tempo molto strani. Appena li conobbi - poco prima d'incontrare Furina - mi sembrò come se stessero nascondendo qualcosa. Non feci troppo caso. Meglio avere più amici possibili, pensai in quel momento, letteralmente sfinita per il viaggio. Purtroppo però, la giornata non era per nulla conclusa, anzi, era solo all'inizio. Lyney mi disse che ci sarebbe stato uno spettacolo di magia all'Opera Epiclese. Luogo in cui, da quel che avevo capito, Furina si recava per guardare i musical o, come in questo caso, spettacoli di magia. Non fui molto sicura di volerci andare onestamente, ma gliel'avevo promesso. Ormai non potevo più tirarmi indietro, giusto?

Camminai ammirando i vari negozi della piccola città. Il negozio di moda mi attirò particolarmente. Osservai i miei abiti: erano ormai strappati e sporchi di fango. Forse era giunto il momento di cambiare look. Fu in quel momento che mi ricordai di non avere un centesimo. Sospirai e lasciai perdere, ricominciando a camminare. Mi scontrai quasi subito contro qualcuno. Caddi rumorosamente con il culo per terra, scusandomi con la persona di fronte a me.

«Mi spiace davvero tanto! Non guardavo dove andavo.»

Arrossii imbarazzata. Perché ne combinavo sempre di tutti i colori quando ero me stessa? Sospirai di nuovo, alzandomi e "pulendomi" meglio che potevo i vestiti. Sentii una sonora risata. Dal timbro di voce sembrava maschile. Posai infine gli occhi sulla figura, rendendomi conto che era il ginger.

Tartaglia: «Ti sei fatta male?»

Mi chiese infine, una volta smesso di ridere.
Non sapevo se definirla una coincidenza o se mi stesse pedinando di nascosto. Notai solo poco dopo la mano che mi stava tendendo. Accettai senza spiccicare parola, facendomi aiutare a rialzarmi. Osservai il ragazzo di fronte a me, aspettando che dicesse qualcosa. Il silenzio tornò a regnare tra noi due, come se ormai non sapessimo nemmeno più cosa dirci. Finsi un attacco di tosse per spezzare quel silenzio.

«Quiiiiindi... Mi pedini o cosa?»
Il ragazzo ammiccò un leggero sorriso, facendo segno di no con la testa.
Tartaglia: «Intuivo ti avrei trovata qua. Solo questo.»

Sorrisi alla sua infantile ingenuità.
Ci conoscevamo da così poco tempo, eppure lui mi leggeva come un libro aperto. Non avrei mai pensato che avrei trovato qualcuno del genere.

«Comunque... Sei arrivato appena in tempo. Non ho un soldo ed avrei seriamente bisogno di qualche abito nuovo.»

Dissi infine, facendogli notare la condizione in cui stavo messa. Rise leggermente, aprendo la porta del negozio di vestiti subito dopo.

Tartaglia: «Prima le signore.»

Mi fece cenno di entrare. Ridacchiai leggermente, assecondandolo. Chissà se avrei trovato quello che cercavo là dentro.

𝒀𝒐𝒖 𝑱𝒖𝒔𝒕 𝐒𝐞𝐞 𝐌𝐞... 𝑨𝒔 𝑨𝒏 𝑬𝒏𝒆𝒎𝒚? [𝑻𝑨𝑹𝑻𝑨𝑮𝑳𝑰𝑨 𝑿 𝑹𝑬𝑨𝑫𝑬𝑹]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora