𝑵𝒂𝒕𝒍𝒂𝒏

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Il vento soffiava davvero intrepido vicino alla costa quella mattina. Annusai il profumo intenso del mare di fronte a me. Niente poteva essere migliore di un bel picnic all'aria aperta sulla spiaggia insieme alle persone a te care. Un piccolo sorriso si fece strada sul mio volto. Mi girai piano ad ammirare i due ragazzi che litigavano per un pezzo di sandwich. Ridacchiai leggermente a quella vista. Quanto potevano essere infantili?, pensai, ancora sorridendo. Sospirai poco dopo. Quanto avrei voluto che le giornate fossero tutte così. Tranquille. Mi sedetti distrattamente sulla sabbia umida, bagnata dall'acqua salata del mare. Osservai attentamente l'orizzonte, perdendomi nei miei pensieri. Come avrei potuto iniziare una conversazione con Aether? Da quando c'eravamo incontrati, ogni volta che provavo a parlargli, diventava così imbarazzante. Sospirai nuovamente. Da quando parlare con qualcuno che non era il ginger era così complicato?, mi chiesi, scuotendo stancamente la testa.

«Che ci fai qui da sola?»

La sua voce mi fece sobbalzare leggermente sul posto. Sentii una piccola risata alle mie spalle, il che mi fece arrossire un pochino. Ridacchiai anch'io poco dopo. Ero così presa dai miei pensieri da non essermi nemmeno accorta della sua presenza. Lo vidi distrattamente sedersi di fianco a me. Con la coda dell'occhio, notai che fissava l'orizzonte con sguardo triste. Doveva mancargli davvero tanto sua sorella, pensai, rammaricata. Una parte di me iniziò a simpatizzare con lui. Anch'io sentivo la mancanza di mio fratello. Sempre se non era proprio il ragazzo di fianco a me in questo momento.

«Ho notato che non abbiamo ancora parlato come si deve.»

Aggiunse poco dopo, spostando lo sguardo sulla mia figura. Cercai di sorridergli. Non volevo sembrare una povera depressa.

«Eh già. Non credo che abbiamo avuto occasione effettivamente.»

Risposi indecisa. Non credevo di essere ancora pronta mentalmente per parlargli per bene. Presi un lungo respiro profondo. Dovevo smetterla di fare la codarda. Soprattutto in un momento come questo. L'idea era stata mia dopotutto. Cercai di prendere coraggio, per poter iniziare una nuova discussione.

«Quindi... Cosa pensi possa essere successo a tua sorella?»

Chiesi titubante. Il silenzio regnò tra noi due per qualche minuto. Minuto che sembrava interminabile. Il suo sguardo fisso di fronte a sé. Mi guardai intorno per poter vedere se il ginger mi avrebbe potuta aiutare a mantenere la calma per non finire in un attacco di panico, ma, una volta girata verso il punto in cui avevamo posizionato il lenzuolo, notai che si era addormentata a pancia in su. Scossi piano la testa. Si era anche messo bello comodo... Perché quando mi serviva, non c'era mai? Sospirai pesantemente, aspettando che il biondo continuasse la conversazione in qualche modo.

«Non ne ho idea.»

Disse infine, dopo quelle che sembrarono ore di silenzio. Feci un piccolo e silenzioso sospiro di sollievo. Tutto quel silenzio stava iniziando a darmi ansia. Mi soffermai sulla sua risposta. Quindi neanche lui lo sapeva.

«E tuo fratello?»

Aggiunse poco dopo. Soffermai il mio sguardo sul cielo azzurro di fronte a noi, che si estendeva all'infinito. Una pista l'avevo, ma avrei dovuto parlargliene? Non l'avrebbe trovato strano? E se scoprisse che è colpa mia se Lumine e Lucas sono spariti? Le lacrime iniziarono a chiedere di fuoriuscire dai miei occhi. Non volevo che mi odiasse. Tentai in tutti i modi di non scoppiare in lacrime.

𝒀𝒐𝒖 𝑱𝒖𝒔𝒕 𝒔𝒆𝒆 𝒎𝒆... 𝑨𝒔 𝑨𝒏 𝑬𝒏𝒆𝒎𝒚? [𝑻𝑨𝑹𝑻𝑨𝑮𝑳𝑰𝑨 𝑿 𝑹𝑬𝑨𝑫𝑬𝑹]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora