4. La perfezione risiede nell'imperfezione

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Lavinia

«Andiamo pasticcino, smettila con questi drink»Yuri mi sfila di mano i due bicchieri che ho appena recuperato.

Gli lancio un occhiata funesta.

«Sei praticamente ubriaca»scrolla le spalle come a giustificarsi.
«I-io sono sobria...come un giudice»mormoro barcollante per poi scoppiare a ridere per il mio doppio senso.

Yuri si passa una mano sul viso sconfitto mentre Will ride alla mia battuta.
«Dio mio, dobbiamo andarcene»bofonchia il mio nuovo amico.

Aspettate... Yuri è mio amico giusto?

«Yuri ma tu sei mio amico?»domando con il labbro morso fra i denti. Quest'ultimo mi fissa attonito.

«non ha tutti i torti. È normale chiederlo. Quando ero piccolo una mia amica si arrabbiò con me perché non gli chiesi di diventare migliori amici del cuore»scrolla le spalle Will.
«davvero?»domando spaesata, rivolgendomi a lui

L'alcol mi induce a domande stupide e a curiosità poco gradite.

«Basta, non ne posso più»mormora Yuri.
«Mi sta chiamando Maya. Probabilmente vorrà finalmente uscire con me»Will annuncia sistemandosi la cravatta.

Yuri lo guarda con un cipiglio.
«Maya non vuole uscire con te».
Will non si lascia scoraggiare e dopo un sospiro, cammina verso la povera ragazza.

«Pasticcino ascoltami, ora tu resti qui e non ti muovi. Io cerco un bicchiere di acqua e ti calmi un po', okay?»Yuri è fin troppo gentile mentre mi fa sedere in una di quelle eleganti panchine.
Annuisco senza capire molto in realtà.

Pochi istanti dopo sono sola.
Sospiro, sollevandomi, d'un tratto ho voglia di camminare.

Mi inoltro verso la destra, dove c'è un area poco popolata, dove la gente fuma e si rilassa affacciata alla terrazza.

Mi piacerebbe essere qui con Sarah. Chissà cosa starà facendo al momento.

Nella mia mente risuona la sua voce che ride e i suoi consigli durante gli anni del liceo.
Sembrano passati talmente tanti anni quando in realtà parliamo di pochissimo tempo fa.

Sarah è stata la mia prima amica.
O almeno, la mia prima vera amica.

Dopo il tradimento di Carlotta ho faticato molto sulla fiducia ma alla fine sono riuscita a lasciarmi andare. Con lei non esistevano parole di troppo, solo sguardi sinceri.

Mentre la mia mente frulla, mi ritrovo dinanzi una piccola stanza illuminata da una luce dorata.
Non capisco la sua natura, né perché sia così nascosta.
Finché non avverto delle voci

«È necessario che la sua intervista non esca. Le domande sono fin troppo sospette».

È la voce di una donna, appare anche piuttosto giovane.
La mia mente non ci mette molto a capire che si tratta di Marlene; la padrona di casa Baxter.

«Marl, non possiamo dire nulla o sembrerà che abbiamo qualcosa da nascondere.»
Zade appare piuttosto tranquillo mentre la donna sembra sull'orlo di una crisi di pianto.

Faccio scivolare lo sguardo sul completo grigio che tinge il corpo di Zade ed il ricordo di quel corpo, che si strusciava sul mio, mi provoca una scarica piacevole sul basso ventre.

«Sarà...non mi piace che facciano certe supposizioni su di noi. Siamo una famiglia troppo rispettabile per cadere così in basso»la donna si riprende e si sistema la scollatura del vestito mentre il biondo si tocca più volte il mento con le dita.

"Sembrerà che abbiamo qualcosa da nascondere"

Beh Zade se lei è così preoccupata, vuol dire che è effettivamente così.

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