Il giorno dopo ancora Natale, ovvero il 27 dicembre era in giorno in cui dovevamo partire per New York. Mi svegliai alle cinque così potevo sistemare tutto ciò che avevo preparato. Vestiti, trucchi, cose per la doccia, due costumi per la spa, qualche abito elegante, scarpe, tacchi e altra roba ancora. Mi feci una doccia veloce, mi sistemai con un completo di tuta verde scuro e le scarpe da ginnastica bianche con la borsa e gli occhiali da vista, si portò gli occhiali, anzi porto le lenti a contatto, ma qualche volta i miei occhi hanno bisogno di un pò di riposo. Scesi giù e mi feci un enorme latte e caffè, con più che caffè che latte, e lo misi dentro a quei bicchieri tipo di Sturbacks così potevo portarlo con me, feci la mia colazione con pane tostato, burro e marmellata sta volta però con quella alle arance che non è male e mi lavai I denti. Presi il mio beauty case, la mia valigia e diedi da mangiare a Alan. Ieri l'ho portato a fare una passeggiata, abbiamo incontrato dei bambini e lo hanno accarezzato per circa una decina di minuti, è stato troppo bello. Poi sono ritornata a casa insieme a Jav, e abbiamo mangiato qualcosa con i miei visto che volevano diciamo conoscerlo meglio. Presi il cucciolo in braccio e lo guardai.
<<Ci vediamo fra qualche giorno, fai il bravo, vedi di non distruggere casa e di non far arrabbiare mamma, va bene?>> Si ci parlavo, sembravo una vera idiota però con i cani bisogna parlarci.
<<Tesoro, per qualsiasi cosa chiamaci subito.>> Disse mio padre mentre si infilava il camice blu, con cucito sopra "Neurosurgeon Daniel Miller", anche io un giorno avrei indossato lo stesso camice ed ero già felice all'idea di arrivarci.
<<Esatto. Non esistare a farlo.>> Anche la mia mamma si stava mettendo già il camice, il camice nuovo che le avevo regalato.
<<E tu vedi di non sforzati troppo e cercate di stare attenti a lavoro. Vi voglio bene, vi chiamerò non appena sono arrivata e vi manderò qualche foto così state tranquilli.>> Lì abbracciai. Uscii di casa e mi ritrovai la banda tutta fuori.
<<Vedete di fare piano, sono le sei di mattina.>> Disse Dj.
<<Buongiorno a tutti.>> Mi avvicinai alla macchina.
<<Buongiorno Maddy, come stai?>> Mi chiese il padre Walton.
<<Tutto bene, grazie.>> Sorrisi e mi avvicinai a Jav.
<<Buongiorno stellina.>> Mi diede un bacio e lo ricambiai.
<<Buongiorno amore, come và?>> Prese la mia valigia e mi infilai in macchina.
<<Bene, si può dire?>>
<<Si che si può dire, a mezzo giorno guido io sappilo, senza discussioni.>>
<<Buongiorno amooo.>> Si affacciò Jay dal finestrino.
<<Buongiorno anche a te. Pronta per New York?>>
<<Prontissima, non vedo l'ora, staremo insieme sempre sappilo. E poi mi devi raccontare cosa è successo tra voi due.>>
<<Ci siamo messi insieme.>> Dissi e lei era rimasta a bocca aperta.
<<Sono così contenta Mad, avete fatto cose?>> La guardai, mi guardò e sgranò gli occhi.
<<Appena arriviamo a New York voglio sapere tutto, TUTTO.>>
<<Va bene, ci vediamo dopo.>> Sorrisi e partimmo.
<<Allora, io sono già in ansia, sono felice ma sono in ansia per te.>> Dissi mentre bevevo il mio caffè latte.
<<Anche io sono in super ansia, non vedo l'ora di arrivare lì e fare questo benedetto combattimento. Domani ho due interviste, mi accompagni?>>
<<Ovvio che sì. Ci saranno un sacco di paparazzi, spero non ti daranno troppo fastidio.>>
<<Supereremo la cosa, basta non intralciano troppo le cose.>> Rispose guardandomi.
<<Già speriamo. L'importante però è che ti devi anche rilassare e ti devi anche divertire.>> Mi mise una mano sulla coscia e continuò a guidare.
<<Quello sempre, deve essere sempre così. D'altronde non bisogna soffermarsi troppo su la gara, bisogna anche cercare di non pensarci per qualche minuto.>>
<<Hai ragione. Anche io vorrei fare un combattimento sai.>> Erano quasi otto mesi che non facevo più combattimenti.
<<Te ne volevamo parlare io e mio padre, verso febbraio ci sarebbe un combattimento per te ad Atlanta.>>
<<Davvero?>> Lo guardai.
<<Si stellina mia.>> Rispose sorridendo. Dopo circa tre orette ci fermammo a fare colazione.
<<Cosa vuoi amo?>> Chiesi mentre tiravo fuori il portafoglio.
<<Una brioche vuota.>> Risposi e andai verso il bancone.
<<Due brioche vuote e un cappuccino grande caldo senza zucchero da portare via, grazie.>> Si avevo bisogno di altra caffeina. Pagai e gli passai la sua brioche.
<<Tieni.>>
<<Grazie stellina anche se non dovevi.>> Mi diede un bacio sulla fronte e uscimmo fuori.
<<Fa freddo.>> Disse Jay.
<<Incomincio già a sentire l'aria fredda newyorchese.>> Disse Jad.
<<A pranzo che mangiamo?>> Chiesi mentre bevevo il mio cappuccino caldo.
<<McDonald?>> Propose Ash.
<<Io prendo un'insalta, ho fatto troppo schifo in questi giorni.>> Risposi.
<<Forse anche io, quella con il pollo?>> Disse Nat.
<<Sisi certo.>>
<<Voi due siete da ricovero, chi mangia l'insalata quando vai al McDonald?>> Disse Jav.
<<Devo mantenere la linea.>> Risposi scherzando.
<<Dopo questa stronzata, direi che possiamo ripartire.>> Rispose Jav a sua volta e ritornammo in macchina.
<<Guido io dai.>>
<<Mhh, va bene.>> Si mise accanto a me e misi in moto la macchina per poi riprendere l'autostrada.
<<Che mi racconti amore?>> Chiesi così da poter parlare.
<<Cosa vuoi sapere?>> Mi chiese guardandomi.
<<Raccontami quello che vuoi.>>
<<Allora una volta, io e miei fratelli eravamo in camera, volevamo uscire fuori all'aperto e per poter uscire abbiamo legato fra di loro un sacco di lenzuola così da poter scendere...>>
<<Non ci credo, e Jess e Dj?>> Chiesi ridendo.
<<Si sono incazzati malissimo. Ci hanno messi in punizione per una settima. E poi una volta feci uno scherzo a Jaden insieme a Jayla, aveva appena finito di farsi la doccia, uscì fuori e gli lanciai una secchiata piena qualsiasi liquido addosso. Si incazzò talmente tanto che mi stava per distruggere camera mia.>>
<<Siete degli stronzi però.>> Risposi mentre continuavo a guidare.
<<Si in effetti lo siamo.>>
<<Te azzardati a farmi una cosa del genere.>> Dissi ridendo.
<<Nono tranquilla, non tocco le persone che fanno kickboxing.>> Contiuammo a ridere.
<<Te invece stellina mia, che mi racconti?>>
<<Cosa vuoi sapere?>>
<<Di te di quando eri piccola. E poi dobbiamo decidere un cuore da avere insieme.>>
<<Hai ragione, dopo che ti racconto della mia infanzia lo decidiamo; - feci un sospiro - Allora. La mia infanzia è stata molto tranquilla, ovviamente piena di amichetti dell'asilo ma molto tranquilla.>>
<<È stato difficile per te fare tanti traslochi?>>
<<Non tanto, faccio amicizia facilmente per fortuna, però ecco quando sono arrivata qua ad Atlanta sentivo che forse sarebbe stata la mia città, la città in cui sarebbe successo qualcosa di importante nella mia vita. Di certo non mi aspettavo James Black, so che gira tutti gli Stati Uniti per tutte le denunce che ha.>>
<<Sono contento che ti trovi bene qui. Da quando James è venuto ad Atlanta, qualche annetto fa ha fatto solo il coglione, poi credo vi siete messi insieme e poi è ritornato di nuovo qua dopo tutto quello che ti ha fatto. Non ci pensi più adesso?>> Come glielo dicevo che grazie a lui sto bene? Ho dovuto prendere coraggio e gliel'ho detto, infondo rimarrà sempre il mio migliore amico nonostante tutto.
<<Quando trovi delle persone che ti fanno stare bene, non ci pensi più. Ma soprattutto quando trovi la tua persona, che può essere qualsiasi persona un ragazzo o una ragazza, la tua migliore amica, tuo padre, insomma chi ti pare, veramente ti scordi del male, di quello che hai passato e pensi solo a ciò che stai vivendo con quella persona. Da quando io e te siamo rimasti in quella stanza, a stare zitti mentre io avevo il mio attacco di panico, è cambiato tutto Jav. Tutto. Non ho più attacchi di panico, mi sento felice.>> Sorrideva come un bambino.
<<Sono veramente grato che tu provi questo con me stellina. Anche te mi hai cambiato la vita per il meglio ovviamente.>> Mi accarezzò la guancia e contiuai a guidare mentre qualche volta lo guardavo.
<<Sono contenta di ciò. - Cambiai tono della mia voce passando dal fare un discorso serio al riprendere il nostro discorso iniziale - Riprendendo il discorso di prima della me di quando ero piccola, beh, ho avuto un sacco di infortuni.>>
<<Spericolata, sei veramente incredibile.>> Ridacchiò.
<<Ma non solo. Ero una bambina molto intelligente che una volta la maestra dovette chiamare i miei genitori perché avevo aperto una rana per vedere solo come fosse all'interno.>>
<<I bambini presero paura?>>
<<Il fatto è che la maestra pensava che avessi un disturbo, consigliò ai miei genitori di mandarmi magari da uno psichiatra, pensava che da grande sarei diventata una serial killer.>> Continuai a ridere.
<<Adesso mi fai ancora più paura.>>
<<Cretino. Infatti dovettero far vedere alla maestra che loro erano medici e io mi sono subito interessata a capire cosa facessero i miei genitori.>>
<<Bello voler mandare avanti il lavoro dei genitori.>>
<<Sono quasi tutti medici nella mia famiglia. Mio nonno materno era primario di cardiochirurgia, mia nonna materna invece era ortopedica, mio nonno paterno era un avvocato e la mia splendida nonna invece lavorava in ostetricia.>>
<<Quindi è anche per questo che ti vuoi specializzare in pediatria?>>
<<Anche per questo, per avere un collegamento con lei.>>
<<Come mai ci tiene così tanto?>> Era giunto il momento di dirgli tutto.
<<Quando ero piccola lei è stata la mia seconda mamma, lei abitava nel Kansas, e ogni volta che i miei genitori avevano bisogno prendeva un aereo e mi teneva. Quando ero insieme a lei mi insegnava a fare un sacco di cose, cucire, cucinare, badare alla piante, animali a fare un sacco di cose. Ma la cosa che preferivo di più era leggere insieme a lei i grandi classici. Divoramo libri su libri e poi parlavamo per ore e ore su ciò che avevamo letto.>>
<<Per questo te leggi molto.>>
<<Esatto ma non solo quello. Mi faceva leggere anche qualche libro sulla medicina generale, riuscivo a capire subito ciò che c'era scritto e quindi chiedevo sempre a lei per questo argomento.>>
<<Wow. Ecco perché sei così intelligente e brava in tutto.>>
<<Brava in tutto no, non so saltare la corda oppure non fare bene la verticale.>> Ridacchiai.
<<Però sei intelligente e questo non è da poco.>>
<<Già. Quando se ne andò via non ero triste, certo lo sono stata poi, però mi sono goduta ogni attimo con lei, non si è mai persa niente della mia crescita.>>
<<Molto bello.>> Non gli volevo chiedere di suo nonno, me ne avrebbe parlato quando se la sentiva di farlo. Dopo circa altre tre ore ci fermammo di nuovo per la pausa pranzo, dopo aver parlato così tanto mi era venuta una certa fame. Avevamo ordinato tutti e dopo aver preso io mangiare andammo alle macchine così da poter stare insieme.
<<Domani cosa facciamo?>> Chiese Nat mentre mangiava.
<<Domani ho due interviste, tra cui una conferenza, se volete venire.>> Disse Jav.
<<Non devi fare anche qualche foto?>> Cheisa Jad.
<<Anche.>>
<<Maddy vai con lui?>> Chiese Ash.
<<Si me lo ha chiesto prima. Il giorno dopo ci rilassiamo dai.>> Risposi.
<<Dove andate?>>
<<Spa.>> Rispose Ash baciando il suo ragazzo.
<<Mhhh, d'accordo. Io e il mio fratello gemello insieme a il resto del gruppo faremo un giro per New York.>>
<<Che mangiamo a pranzo domani?>> Ci dovevamo organizzare bene.
<<Qualcosa di veloce.>> Rispose Jay.
<<Jay ti alleni almeno una volta?>> Chiesi.
<<Ovvio. Ti alleni con me? Nat lo fa con mio padre e Jav.>>
<<Certo. Ash vieni noi?>>
<<Vi guardo.>> Ridacchiai. Rubai due patatine a Jay.
<<Anche no.>> Le distanziò da me.
<<Stronza.>> Le rubai a Jav.
<<Prendile se le vuoi.>>
<<No amore grazie.>> Lo abbracciai, lo guardi e gli baciai la guancia per un paio di volte. Mi spostò un attimo qualche capello e mi baciò sulle labbra.
<<Jav.>> Si voltò verso suo fratello.
<<Che vuoi?>>
<<Non dovevi farlo a New York.>>
<<Ehm, non ho resistito.>>
<<Non mi dire niente bravo eh.>> Ridacchiò e mi guardò di nuovo. Quanto mi piace quando mi giarda mnette sorride, con quegli occhioni grandi.
<<Ti ho mai detto che mi piacciono un sacco I tuoi occhi?>>
<<Non credo.>> Ridacchiò.
<<Sono grandi mi piacciono. Hai anche la faccia da bambino.>>
<<Daii.>> Ridacchiai.
<<Ma sei così bello amore, non ti piace?>>
<<Ma non è vero che la ho.>>
<<Ma si invece.>>
<<Sono così belli.>> Disse Jay a bassa voce mentre parlava con Nat.
<<Lei è molto felice, anche Wanna.>> Rispose Nat.
<<Se lo dici te stellina va bene.>> Rispose mentre si accendeva una sigaretta. Rimasi abbracciata a lui mentre ho posato la testa sul suo petto. Mi fa stare bene, non ci posso fare niente, non riesco a stare senza di lui ormai, è diventato troppo importante.
<<Ti piace il contatto fisico?>> Mi chiese.
<<Si molto. Un abbraccio, una mano nella mia, una mano suo fianco, mi sento sicura.>>
<<D'accordo allora me lo ricorderò.>> Sorrise e continuò a fumare.
<<Ragazzi belli, che ne dite se ripartiamo?>> Chiese Jaden,rientrammo in macchina, accendemmo i motori e partimmo di nuovo.
<<Se sei stanca dormi.>> Disse Jav mentre finiva di fumare.
<<Ho molta caffeina nel mio corpo, quindi ancora resisto.>>
<<Dovevamo scegliere il cuore.>>
<<Mhh. Cuore bianco? Semplice e puro.>> Lo guardai.
<<Andato per quello bianco.>> Dopo aver parlato del più e del meno mi addormentai.
E dopo sei lunghe ore, anche con il traffico, eravamo arrivati a New York.
New York.
Mi svegliai proprio quando stavamo per entrare dentro la città, mi avvicinai al finestrino e guardai i grattacieli, è sempre stata meravigliosa la mia New York.
<<Ben svegliata eh, hai dormito sette ore.>>
<<Sta notte non dormo allora.>>
<<Io si, non vedo l'ora di infilarmi nel letto.>> Disse stropicciandosi gli occhi.
<<Almeno siamo arrivati nella bellissima New York. Sai che sono nata qui?>>
<<Io no, sono nato ad Atlanta, bello vero?>> Ridacchiò.
<<Ei almeno te ci sei rimasto per tutto la vita che hai vissuto fino ad adesso.>>
<<Hai ragione.>> Una volta arrivati un hotel, parcheggiammo la macchina e andammo subito nella stanza d'hotel. Jav si buttò sul letto e io ordinai la cena.
<<Amore dai alzati, dobbiamo scendere tra poco. Ho già detto alla cucina quello che vogliamo mangiamo.>>
<<Due minuti.>> Buttò la faccia nel cuscino e sbuffai leggera. Dopo due minuti di cercare di far alzare Jav, uscimmo dalla stanza per poi andare al ristorante.
<<Voi che avete preso da mangiare?>> Mi chiese Jay.
<<C'era l'opzione del salmone con patate al forno, ho detto quello.>>
<<Anche noi. Raccontami come è andata.>>
<<Quello che è successo fra me e Jav?>>
<<Ovvio che sì.>>
<<È successo amo, cosa vuoi sapere?>> La guardai mentre mi mettevo a sedere.
<<È stato dolce?>>
<<Dolcissimo e premuroso, sono contenta di questo. Non ha mai smesso di chiedermi come stavo.>>
<<Mh wow.>>
<<Dai, è stato carinissimo.>>
<<D'accordo.>> Incominciammo a mangiare, per poi finire tra chiacchiere e risate e per poi ritornare in camera una seconda volta. Andammo a dormire perché l'indomani ci sarebbe stata una giornata abbastanza pesante.
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𝘼𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙋𝙨𝙞𝙘𝙝𝙚 || Javon Walton
Teen Fiction"𝙇𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝘼𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙋𝙨𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙚̀ 𝙪𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙢𝙞𝙩𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙧𝙤𝙢𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙖𝙧𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙤𝙨𝙩𝙖𝙘𝙤𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙖𝙡𝙡'𝙞𝙣𝙫𝙞𝙙𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙙𝙚𝙖 𝙚 𝙙𝙞 𝙙𝙪𝙚 𝙖𝙢𝙖𝙣...