꩜ .ᐟ 我选择你

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Ore: 03,19 "sto tornando

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Ore: 03,19
"sto tornando."
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Ore: 03:19
"ti aspetto in giardino"
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𝚃𝚘𝚗 𝚊𝚖𝚘𝚞𝚛 𝚖𝚎 𝚏𝚊𝚒𝚝 𝚖𝚊𝚕

Célina era quasi tornata a casa a piedi rifiutando il passaggio con la macchina del padre di Shayla, d'altronde era notte fonda e il giorno di capodanno che avrebbero dovuto passare felicemente privi di problemi.
Aveva dormito da Shayla dopo l'accaduto, era un peso per loro? per la relazione di Teo? allora non si sarebbe fatta vedere, sebbene quei messaggi di preghiere imploranti le fecero cambiare idee per dispiacere, 'era solo un ragazzo che stava male mentalmente' non per altro.
La sera del suo compleanno, dopo la notte al locale per la mezzanotte, Teo non aveva invitato Célina, o meglio, aveva rinunciato a lei lasciando alla sua festa Micol.
Certo non la passò male perché mancavano le due ragazze e Micol era piuttosto calma, ma dentro di lui?
una tempesta, i sensi di colpa erano un continuo mare agitato nel suo stomaco.
Passò le due notti con la nausea, aveva ferito una ragazza, creato un disastro portandola a farsi picchiare dalla sua fidanzata manesca, aveva baciato più volte la ragazza che piaceva al suo amico, tradito per ben due volte la fidanzata. Era uno schifo, un uomo talmente immeritevole che avrebbe voluto sotterarsi, non riusciva neppure a lasciare la sua ragazza, era un perdente, così credeva.
David era meno preoccupato di Teo, sapeva che Célina sarebbe tornata ben presto e non la disturbò, aveva chiara la situazione con Micol, ma l'avvisò che avrebbe fatto il possibile per badare a lei ogni volta che ci sarebbe stata anche Micol vicino.
In ogni modo questo non cambiò il punto di vista di Célina che decise comunque di dormire da Shayla senza recare disturbo ai ragazzi.
Finalmente era arrivata nel giardino, le luci erano tutte accese e aveva dedotto che in casa si stesse ancora festeggiando, ma non si sentiva in colpa perché aveva promesso a Nick che sarebbe tornata per il capodanno, e anche a David.
Teo era lì che l'aspettava con una felpa nera, braccia incrociate forse per il freddo, sembrava tenero, mentre si guardava intorno in cerca di Célina, aveva i capelli spettinati che volavano via col vento della notte e gli occhi più tristi delle opere di Calder.
«Eccomi»
«Eccoti» e accennò un sorriso, che ammetteva tutti i suoi sbagli e i suoi sensi di colpa.
«Chi ti aveva dato il mio numero?»
"Nick. Come stai?»
era davvero preoccupato? bisognava davvero chiedere a una ragazza come stesse dopo l'umiliazione subita?
«Non ha senso sapere come sto»
«Ti chiedo scusa, è colpa mia»
«Sì, perché mi hai invitata immagino»
e così fece per entrare dentro e lasciarlo lì ma venne fermata in tempo da Teo che parlò
«No perché non riesco mai a lasciarla. Perché ho scelto di tenere lei al mio compleanno e non te, perché ho tutte le colpe che vuoi darmi» e prima che Célina aprì bocca per parlare lui continuò, con voce calma, sempre bassa. «La lascerò Célina, è una promessa»
aveva finito, quella frase lasciò un vuoto per entrambi, sembrava il punto di inizio per una nuova vita così come l'entrata all'inferno.
Era per entrambi forse, soprattutto per se stesso, ma se lo prometteva a Célina allora lo stava facendo anche per lei.
Sorrise. «Prenditi cura di te» ed entrò lasciando al ragazzo la porta aperta per tornare anche lui in casa,
ma prima che potesse andare a festeggiare con gli altri Teo si avvicinò al suo orecchio con fare gentile
«Grazie Célina»
'Sei buono anche tu.'

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