#19 Capitolo

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La mattina mi svegliai con trentotto di febbre, e mia madre mi barricò in casa.

Così non avendo nulla da fare chiamai Jam che ovviamente non rispose, cambiai un po' di canali e poi chiamai Emily.
«Sam! È successo qualcosa? Stai bene?» mi rispose con il fiatone, gli avevo scritto quella mattina che avrei saltato scuola per febbre e non sembrava così preoccupata per me.
«Sì, tu piuttosto stai bene? Perché hai il fiatone?» chiesi curiosa, intanto dall'altra parte della cornetta suoni di baci interrompevano le parole di Emily, «Oh nulla Samantha, sono con tuo fratello e.. Insomma, ti devo lasciare! Chiamami se hai bisogno!»

Stava scherzando spero?!

Sola nella mia solitudine mi ritrovai a divertirmi con stupidi giochini scaricati sul cellulare, finché mi ricordai di dover avvisare anche Ty che purtroppo quel giorno non sarei andata.

A TYLER
Ehi fanciullo! Ho la febbre, la visita di oggi salta 😭 te come stai?

DA TYLER
Tranquilla, riprenditi!
Io sto benone, anche se è strano da dire! Ci vediamo quando starai meglio!

Tyler mi aveva raccontato che la sua malattia portò i suoi genitori a separarsi, sua madre non riuscì a superarne il peso e semplicemente scappò via, lasciando un marito e un figlio con un linfoma acuto a grado intermedio con milza e fegato già presi.

Mi raccontò anche che ora il suo cancro si era esteso per il midollo osseo e che uno dei possibili donatori era probabilmente quella donna che ormai non si faceva più sentire da anni. Purtroppo ora le liste d'attesa erano infinite, milioni di persone che volevano un pezzetto di chiunque pur di guarire, persone che vogliono correre incontro la vita è saltargli in braccio.

**

Erano passati 20 giorni da quando non andavo più a trovare Ty, un po' perché mia madre non voleva tornassi a contatto con gente malata, un po per la scuola, avevo fatto troppe assenze quest'anno e i voti non bastavano, quindi passavo le giornate a studiare perché il giorno dopo avrei avuto una verifica o un interrogazione.
Però ad ogni modo, messaggio o in continuazione con lui, accertandomi che stesse bene, se avessero trovato un donatore o se semplicemente qualcosa di bello era accaduto.

E ora ero li, davanti quelle porte scorrevoli che ormai conoscevo memoria.
Salì le scale, alcune infermiere mi salutarono e corsi in camera di Ty.

Stanza 108. Entrai, ma nessuno mi salutò squillante, il letto di Squalo era vuoto, e in quello davanti a lui un piccolo essere vi si era steso.

Gli si vedevano le vene sul testa.
Gli occhi talmente scuri da farli sembrare quasi totalmente neri.
Le labbra che un tempo erano belle e carnose ora erano viola e screpolate.
Le dita affusolate ora sembrano dei bastoncini appuntiti.
Il fisico che prima era allenato ora era scheletrico.
È la sua anima, che un tempo trasudava felicità e tranquillità ora era vuota e pronta alla fine.

«Ty?» avevo ormai le lacrime agli occhi. Non poteva essere cambiato tanto.
«Sam, bimba, non sapevo venissi oggi, avvicinati.» mi resi conto solo in quel momento che ero rimasta ai piedi del letto a fissarlo.
Così gli andai affianco e gli strinsi la mano.
Poi lui iniziò a parlare
«Sai bimba, non penso di farcela, guardami.
Pensavo di avere paura di tutto questo, ma alla fine si sta rivelando più semplice possibile.
Non riescono a trovare un donatore, quindi mi lasciano qui un altro po', finché non mi spegnerò da solo. Quindi ti sollevo da ogni promessa e vattene a vivere la tua vita finché puoi..» disse con un filo di voce.
«Non voglio lasciarti solo, sono qui ora come lo sarò più avanti, aspettando di poter affrontare tutto ciò insieme.
E poi tu starai meglio, troveranno un donatore e guarirai, prometto!» mi avvicinò a lui e mi baciò dolcemente sulle labbra che ormai sapevano di farmaci. Mi fece spazio e mi accoccolai vicino a lui, poggiando le testa sul suo petto, sentendo un cuore con un battito molto lento e calmo.

Io fissavo il letto davanti a me, e mi venne naturale fare una domanda «Ty, ma squalo?» ci scambiammo uno sguardo, poi lui tornò a fissare la finestra sussurrando un "ora sta meglio".

E li capii che tutte le piume che lui toglieva dai cuscini erano semplicemente le piume delle sue ali da piccolo angioletto quale ora è.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora