#3 capitolo

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Gli presi il volto tra le mani e lo guardai negli occhi, con il pollice sottolineai il suo labbro inferiore, finchè non mi avvicinai e lo baciai, era un bacio di scuse, e pieno d'amore. Non ci mise molto a ricambiare, con la lingua spinse il mio labbro inferiore finché non scoccai le labbra e le nostre lingue incominciarono a danzare con trasporto. Ero davanti casa, mia madre sarebbe potuta arrivare da un momento all'altro ma non mi importava.

Ci staccammo senza fiato, avevo gli occhi chiusi e sentivo il suo respiro caldo arrivare contro le labbra umide e che mi pizzicavano per le troppe emozioni date in quel bacio.

«Entriamo, ho bisogno di abbracciarti e stare con te tutto il tempo» dissi con la testa appoggiata tra il collo e la spalla «E se arriva tua madre?» «Non sale mai in camera mia, ti prego». Accese la macchina e parcheggió nella via dopo la mia, scendemmo con le mani intrecciate e appena arrivammo a casa mia andai in cucina, avevo la gola secca «acqua?» chiesi aprendo il frigorifero, lui mi abbracciò da dietro curvando la testa nel mio collo e inspirando il mio profumo. Presi l'acqua e ne bevvi più di metà.

Gli presi le braccia che erano sui miei fianchi e le incrocia sul mio grembo, girai la testa e lo baciai, stavolta il bacio era più passionale, mi girò verso di lui e mi prese a cavalcioni. Mi trasportó fino camera mia e chiuse la porta con un calcio, senza staccarci mi appoggiò sul letto e lui si posizionó in mezzo alle mie gambe.

Probabilmente il primo sarebbe stato lui, ma non in quel momento.

Mi scostai e mi girai guardando a sinistra fuori dalla finestra, lo sentii sospirate e baciarmi il lobo «Scusami piccola..» disse in un soffio. «No scusami tu, -mi girai a guardarlo- io.. io so che sarai il primo ma non ora..» nei suoi occhi c'era gioia mi bacio le labbra cinque volte velocemente, e questo significava che era felice.

Si stese di fianco a me a pancia in su, con un braccio incociato sotto la testa e l'altro sotto la mia in modo che le sue dita potessero toccarmi la schiena. Io mi appoggiai ai suoi pettorali e feci dei piccoli cerchi sul suo cuore.

Restammo così per un'infinità, ma a me piaceva finché non sospirò e alzando lo sguardo notai che si era addormentato, mi allungai per dargli un bacio delicato sulle labbra «Grazie, non saprei che fare senza te, ti amo.» dissi molto silenziosamente.

La canzone di Belinda - Te voy a esperar stava risuonando per tutta la camera.

Sentì il braccio indolenzito e solo dopo mi accorsi che Ian era ancora attaccato a me, con gli occhi chiusi. Presi il suo braccio e lo spostai dolcemente, e mi alzai.
Mamma - 4 chiamate perse

CAZZO! Uscì dalla camera e la richiamai. «Tesoro! È da un po che ti chiamavo! Eri con un ragazzo?» la sua voce era piena di desiderio «No mamma, sono tornata a casa prima da scuola perché non stavo bene, si vede che ieri con Jam ho mangiato troppe schifezze, e allora sono andata a letto» dissi scivolando sullo stipite della porta «Oh mi spiace averti svegliato, ora stai meglio? Io tornerò a casa stanotte, non mi aspettare sveglia».

Da quando mia madre era diventata direttore dell'ospedale a casa non si vedeva più, e forse era un bene così, se fosse stata tutto il giorno a casa ci saremmo scannate a vicenda. Amavo mia madre ma diciamolo io avevo 18 anni e lei quasi 50. E da quando Jamie era andato a vivere per conto suo questa casa sembrava un inferno

«Tranquilla ma, andrò a mangiare da Jamie così se dopo sono stanca rimango a dormire li» «Ok 'more, baci baci!» ed attaccò senza sentire il mio saluto, ma era normale, si vede che l'avevano chiamata in un reparto.

In realtà a cena sarei stata con Ian, doveva portarmi fuori, non aveva detto nulla tranne di vestirmi bene, di solito mi portava nei posti più belli, isolati e strani che esistano. Odiavo non poter sfoggiare a tutti il nostro amore, ma non volevo essere egoista.

Tornai in camera e lui era appoggiato sui gomiti e mi stava guardando, era cosi bello, sorrideva. «Casa libera -dissi alzando una mano al soffitto- allora dove si va stasera?» chiesi «Aspetta -rise- ti aspetti davvero che te lo dica? Non farei O'Nell di cognome se rovinassi una sorpresa, però ti dico solo che tra un paio di ore dobbiamo partire se vogliamo mangiare là» e si ributtó sul letto. Mi ci lanciai sopra e lui iniziò a farmi il solletico, stavamo ridendo, ci stavamo baciando, eravamo felici e non desideravo altro.

Mi alzai con i goccioloni e andai all'armadio, tirai fuori una tutina elegante nera, le mie Jeffrey Campbell chiuse con tacco in legno ed un intimo in pizzo color carne. «Sam, vado a casa a prepararmi, arrivo sulle 18.30, fatti trovare pronta» mi scocca un bacio e scappa. Io invece mi fiondo in doccia e inizio ad strofinarmi i capelli energicamente, devo decidermi a tagliarli, sono fin troppo lunghi. Uscì dalla doccia e me la presi piuttosto comoda per truccarmi e prepararmi alle 18 ero già pronta e stavo messaggiando con Emily

DA EMILY

Non hai IDEA di cosa sia successo! C'è io e il professore O'Nell? Per carità un giretto me lo farei! Ma non mi sembra il caso..

A EMILY

Ci credo! Dai ti lascio! Devo uscire con mia mamma a cena, ci vediamo domani :)

Non mi rispose ma manco mi aspettavo lo facesse.

Sentii un clacson provenire da fuori, presi la borsa ci misi dentro il telefono e corsi di sotto. Apri la porta di scatto e il sangue mi si gelò, la mia borsa cadde a terra rovesciando tutto quello che conteneva all'interno. Gli occhi simili ai miei mi stavano fissando e un sorriso bastardo alleggiava nella faccia dell'uomo davanti a me.

«Ciao Samantha».

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora