Entrai in classe e Emily mi si butto alle spalle abbracciandomi. Era una ragazza davvero bella, tutti i ragazzi della scuola gli andavano dietro.
Era castana con gli occhi verdi, aveva due gambe mozzafiato e si vestiva sempre molto bene. Oggi indossava un maglioncino rosso con delle panta in eco pelle nere e ai piedi i suoi amati Dr Martens.
«Sam! Ti ho chiamato e mandato messaggi! Perché non mi hai risposto!? Com'è andata con Jam?» Oh fantastico i messaggi erano suoi. Mi ero dimenticata di aver detto a tutti che avevo passato una serata con Jamie, era l'unico che in fondo potesse coprirmi. «Jam? Oh Jam, si tutto fantastico -in tanto presi una ciocca tra le mani e inizia a giocarci- siamo andati al cinema e poi a casa» sorrisi. «Oh fantastico! E..» non finí di parlare perchè vide il professore di Letteratura entrare in classe.
Oggi era più sexy del solito, indossava una camicia nera che gli fasciava perfettamente i pettorali scolpiti, dei jeans grigi e delle All Star nere. Intanto che io fissavo il mio professore, Ian stava distribuendo gli ultimi temi fatti. Appena sorpassò i nostri banchi Emily mi si avvicino «Guarda quel culo!» Lo indicò con tutta la mano, io arrossii e iniziai a ridere. Ian si girò e ci guardò male, e all'istante ci zittimmo.
Iniziò a chiamarci uno a uno per farci notare i vari errori, e come sempre io ero l'ultima.
Venti persone dopo sentii il mio nome «Tools, si avvicini» mi sedetti accanto a lui dietro la cattedra, come aveva fatto con tutti gli altri studenti.
«Il tema è ben articolato, hai usato un linguaggio consono, -intanto la sua mano si appoggiò sul mio ginocchio, e con il pollice iniziò ad accarezzarmi- però devo dire che potevi impegnarti un po' di più. Se cambiavi solo le parole qui.. -prese la matita e scrisse qualcosa a lato del foglio- Vedi come cambia subito. Tutto sommato un buon lavoro, torna a posto.» Mentre attraversavo tutta l'aula per raggiungere il mio banco, lessi la nota che aveva scritto a matita "Stasera ceni con me, vestiti bene." Presi la gomma e cancellai immediatamente il messaggio, scrivendo di risposta un semplice Si.
Prese il mio foglio e sorrise.
La porta si aprì dopo due veloci rintocchi «Professore O'Nell, qui c'è la madre della signorina Wide, e vorrebbe parlargli urgentemente», mi girai verso Emily come tutta la classe e lei era sbiancata. «Che succede Emi?» Chiesi preoccupata, gli presi la mano e la strinsi, lei si girò con la bocca aperta «Mia madre pensa che io e il professore abbiamo una storia, c'è in giro una voce del genere. E quella testa bacata non si fida di me!! Che stronza.» Divenni bianca come lei.
Il professore tornò in classe e dopo aver lanciato un'occhiata a me si rivolse a Emily «Signorina Wide potrebbe seguirmi fuori?» ok, ora stavo proprio tremando, Emily si alzò e andò in contro a Ian.
Il suono della campanella mise fine alla lezione, ma io rimasi attaccata alla porta aspettando che almeno qualcuno si affacciasse, passarono trenta minuti, e ancora nessuno. Se fossi andata in classe ora, senza nessuna giustificazione mi avrebbero fatto il pelo e contropelo. Chi mai avrebbe potuto dire che Ian uscisse con una studentessa, siamo sempre stati attenti a non farci vedere, ero in ansia per lui.
Se qualcuno ci avrebbe scoperto lui avrebbe perso il posto e io avrei perso lui. Forse la nostra storia era sbagliata, forse io avrei dovuto inizare a frequentare i miei coetanei, ma alla fine avevo rimasto un anno e poi tutto sarebbe diventato legale. In verità non sapevo ne anche io cosa fare, probabilmente la nostra era solo una storia di pasaggio ma io con lui stavo bene.
Sentì il telefono vibrare e aprì il messaggio
DA: IAN
So che sei qua fuori, Emily andrà a casa con sua madre appena finito qui. Tra dieci minuti dovrei uscire anche io, senza farti vedere vai alla mia macchina, ti devo parlare.
A: IAN
Ok..
Sentivo i reni farmi male per quanto tremavo. Andai davanti l'Hummer nero di Ian e salì dietro, sapevo che era aperta e i vetri oscurati mi proteggevano da occhi indiscreti.
Lo vidi avvicinarsi velocemente, salì in macchina senza dire nulla e accese la macchina partendo. «Puoi venire davanti ora» Non c'erano emozioni nelle sue parole, sentivo le lacrime agli occhi, stava andando verso casa mia, riconoscevo la strada. «Stai bene?» chiesi preoccupata «Vieni davanti» passai in mezzo a i due sedili anteriori e mi misi a sedere allacciando la cintura. Lo guardavo e sapevo che non riusciva a dire quello che pensava, guardava la strada ma non la vedeva. Gli misi la mano sopra la sua mentre reggeva le marce, lo sentii sussultare e scostare la mano dalla mia. Le lacrime non stavano più ferme e uscirono rigandomi le guance, mi girai e guardai fuori dal finestrino piangendo per tutto il viaggio, finchè non mi addormentai.
Il suo pollice mi percorreva la spina dorsale, aprì gli occhi e mi trovai nella sua auto davanti casa mia, non è stato un sogno, non avevo immaginato tutto, lui mi aveva davvero rifiutata. «Non volevo farti stare male -sospirò- dentro quell'ufficio era scoppiata una guerra, la Signora Wide mi urlava adosso, Emily piangeva e il Preside non sapeva che fare. Io gli dissi che tra me e Emily non c'era mai stato nulla, che tra noi c'era solo una relazione professionale» mi girai e guardai i suoi occhi, erano tristi e sapevo che la vera botta doveva ancora dirla . Non parlava, si era bloccato, e allora iniziai io «Sappiamo entrambi che non possiamo andare avanti, ma speravo che tutto questo sarebbe successo piu avanti..» Mi mise la mano sopra la bocca per zittirmi «Non c'è mattina che non mi alzo pensandoti, ci saranno altre persone che ci metteranno le mani davanti agli occhi, ma tutto questo non può finire proprio ora che sta cominciando, tu sei mia e di nessun altro. Non so cosa farei se ti vedessi con altri.» mi guardava negli occhi, era intenso, era passionale, era dolce era Ian e io ero sicura di essermi innamorata di lui.
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Amore proibito
أدب الهواةSamantha Tools si era innamorata dell'unico uomo vietato per lei, un amore segreto con il suo professore la bloccava dal rivelare tutto a i suoi genitori e amici. ----------------------------- «Che fai?», «Vieni con me» disse poi allungandomi la su...