La mia testa davvero non capiva le emozioni che provava il mio cuore, ero a pezzi perché lui continuava a dirmi che non ce l'avrebbe fatta.
Ero fiduciosa perché infondo io sapevo che saremmo tornati al ponte.
Ed ero anche felice di farlo sorridere ogni giorno, di fargli capire che io ero presente.«Ty, ti ricordi quando al ponte trovammo delle more in un cespuglio?» gli chiesi ancora abbracciata, lui annuì soltanto «La verità è che io odiavo le more» confessai guardando il suo pomo d'Adamo «E perché allora le hai mangiate?» mi domandò lui abbassando la testa per guardarmi, e allora gli confessai quella piccola bugia bianca «Non so.. Penso perché faceva piacere a te, sai, dopo altrimenti tu mi avresti assillato perché le avrei dovute assaggiare e io mi sarei scansata, poi tu me le avresti ficcate in bocca a forza e alla fine saremmo tornati a casa tutti sporchi..» iniziammo a ridere tutti e due assieme.
Poi lui iniziò a tossire sempre più forte, al che mi alzai e gli andai a prendere un bicchiere, ma lui con un gesto rude lo fece cadere, i macchinari iniziarono a suonare, le infermiere ad entrare e io ero immobile.
Due uomini robusti mi presero le braccia e mi scortarono fuori senza alcuna fatica, entrò un medico sulla cinquantina lanciandomi uno sguardo, non capivo.
Mezz'ora dopo il dottore uscì io e Sarah, che nel frattempo mi aveva raggiunta senza dire una parola, ci alzammo. Lui guardò la mia amica, poi me.
«É una parente?» chiese solo questo, ed a un mio cenno negativo si allontanò con Sarah.Mi rimisi a sedere davanti la porta finche i singhiozzi di Sarah non inondarono il corridoio. E li, in quel preciso istante il mio cuore smise di battere.
Mi alzai facendo cadere la borsa che era sulle mie ginocchia e corsi disperatamente all'interno della stanza.
E li la mia speranza venne coperta da un velo bianco, come quello che ricopriva lui.
La luce del suo letto era accesa ma i macchinari no, non sentivo più quel suono continuo e fastidioso.
La mia mano tremante si avvicinò al letto stringendo il lenzuolo.Uno strattone era tutto quello che feci, ma sotto di esso non c'era nulla.
Tyler non era qui, attorno a me tutto si fece nero, senti le lacrime bagnarmi le guance.
Allora chiusi gli occhi, forte, fino a che un bip continuo inizio a assillarmi in testa.
A quel punto riaprì gli occhi e la mia stanza era li. Ero in camera mia e la sveglia stava suonando.
Mi tirai su e andai verso il bagno, avevo bisogno di una bella doccia dopo un incubo del genere.Mi guardai allo specchio e decisi che era il momento di svegliarsi, di svegliarsi in tutti i sensi tornare a scuola, passare l'anno, risentire Emily, sapere come sta Jamie.
Tutte cose che lasciavo perdere un po' in questo periodo.Scesi le scale, mia madre stava seduta sopra uno sgabello a sorseggiare il suo caffè e a leggere il giornale.
«Giorno mamma» la salutai dandogli un bacio sulla guancia.
«Buongiorno Tesoro» disse senza distogliere gli occhi dal giornale, presi del caffè aggiungendoci del latte per poi sedermi vicino a lei e appena lo feci mia madre chiuse il giornale velocemente buttandolo successivamente nel bidone.
«Mamma tutto bene?» chiesi guardandola «Certo tesoro, non mi piace leggere brutte notizie di mattina» si avvicinò a me e mi bacio la fronte «Ora preparati o farei tardi a scuola» mi sorrise e se ne andò.Era strana questa mattina, mi aveva quasi scongiurato di accompagnarmi a scuola, nel tragitto aveva chiamato Jamie implorandolo di starmi vicino e controllarmi.
Al che, appena uscita dall'auto mio fratello mi prese a braccetto e mi accompagno in aula senza dire una parola.Non capivo davvero che prendesse a questa gente, i miei compagni continuavano a fissarmi bisbigliando fra loro.
Il professore entro in classe ed iniziò a spiegare storiaLe lezioni procedettero tranquillamente, il ballo di fine anno si sarebbe tenuto sabato, e io sicuramente non ci sarei andata. Non avevo un accompagnatore, per non parlare del vestito e di tutto quello che ci andava dietro.
Era un buon modo per non pensare a nulla, è forse mi sarebbe servito, ma il mio unico accompagnatore poteva essere solo Tyler.La campanella suonò e tutti gli studenti andarono in mensa.
E li la vidi, abbracciata a mio fratello con lo sguardo rivolto verso di me.
I suoi occhi videro i miei, e non ci volle nient'altro per capire. Gli corsi incontro, lei abbandonò il biondo per aprire le braccia, gli saltai letteralmente addosso e ci trovammo entrambe a terra ridendo e per un attimo ci dimenticammo di tutto.Avevo bisogno di lei, avevo bisogno di sentirla di nuovo vicino a me, avevo bisogno della mia migliore amica.
«Mi sei mancata così tanto!» mi disse ad un orecchio, ci siamo allontanate troppo in questo periodo, ma ora sarebbe cambiato tutto.
«Anche tu troppo, ti voglio bene! E mi dispiace se non te lo dico mai ma è così! Ho bisogno di te perché ho bisogno di un'amica con cui confidarmi.» gli dissi guardandola negli occhi. Lei mi sorrise e i suoi occhi erano luccicanti. Come quando guardi i fuochi d'artificio nel buio più totale.
Ci sedemmo in un tavolo tutti e tre e parlammo di tutto quello che mi ero persa in questi giorni, parlammo della scuola e delle vacanze che si sarebbero tenute a breve.
«Bello il ciondolino..» disse Jamie scrutandolo
«È un regalo di Tyler e si, è molto bello.» Tyler, non lo sentivo da ieri, avrei dovuto scrivergli, magari oggi sta bene oppure è peggiorato e io non ne so nulla..
«Tu non mi hai regalato nulla!!» piagnucolo Emily stringendo una spalla al biondo.
«Dovrei aprire un mutuo per le cose che vuoi te! E poi quasi tre volte a settimane ti porto fuori a mangiare, sei troppo viziata!»
«Viziata? Io? Ma se non ti chiedo mai nulla, mi va sempre bene quello che facciamo e..»
Biiiip tra moglie e marito non mettere il dito.
Mi alzai con non chalance gli sorrisi e li avvertì che ci saremmo visti a casa.Mi avviai per andare a casa, camminare un po' non mi avrebbe fatto male.
Passare per la radura naturale era la cosa che più amavo fare nel tornare, non avevo neanche bisogno delle cuffiette perché tutti i rumori della natura si mischiavano attorno a me.Mentre camminavo però questa volta non mi sentivo bene, sentivo degli occhi addosso, mi gira più e più volte ma non vidi mai nessuno, quando anche il rumore di dei passi si accompagno al rumore dei miei stessi passi iniziai a correre verso casa.
***
Ok forse devo un po' di scuse a qualcuno. Ma devo dirvi che se devo scrivere cose senza senso è inutile farlo, volevo che mi arrivasse qualcosa per iniziare a scrivere e a dirla tutta non so se quello che ho scritto può essere bello o accettabile, quindi scusatemi se ci ho messo tanto (quasi 5 mesi non sono tanti, sono un eternità!), se mi pensavate morta sappiate che no, sono ancora qua! Ehh già.
Va bene, non so piu che dire quindi fatemi sapere che ne pensate di questo capito è spero di darmi una mossa con gli altri! Baci baci!
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Amore proibito
FanficSamantha Tools si era innamorata dell'unico uomo vietato per lei, un amore segreto con il suo professore la bloccava dal rivelare tutto a i suoi genitori e amici. ----------------------------- «Che fai?», «Vieni con me» disse poi allungandomi la su...