#1 Capitolo

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«Piccola, penso sia ora che tu ti tiri su..» Sentii la sua voce già ben sveglia mentre le sue labbra percorrevano il mio zigomo sinistro. Amavo svegliarmi tra le sue braccia.

Ian era un uomo di 27 anni, bello, anzi irresistibile. Alto e con un fisico da paura, capelli mori e occhi azzurri, quegli occhi che ti dicevano tutto, e in cui ti sentivi a casa. Solo che l'unico particolare che guastava il tutto era che Ian era il mio professore di Letteratura Inglese.

Non mi ritenevo una cattiva persona per questo, in letteratura in fondo ero brava, e la mia relazione con lui non implicava qualche buon voto solo per aver alzato la mano una volta. Divideva molto bene la vita privata da quella scolastica e amavo molto questa cosa.

«Diamoci malati, voglio rimanere a letto con te tutt'oggi» supplicai con gli occhi chiusi passandogli le mani in mezzo ai capelli morbidi. Sentii la sua fronte sulla mia, il suo odore di muschio bianco e menta mi pervadeva le narici mentre con delicatezza mi sfiora le labbra «Alzati o ti porterò fuori di peso» lo vidi alzarsi mentre mi guardava con un accenno malizioso negli occhi. Era capitato altre volte di dormire con lui, ma tra noi c'erano state solo coccole e baci, anche se avevo 18 anni non mi sentivo ancora pronta, e lui era d'accordo con me.

Presi il cellulare sul comodino e lo accesi. 3 messaggi e 2 chiamate perse 'Dio mio! Manco di prima mattina la tranquillita?!' buttai il telefono sul letto senza neanche leggere chi fosse, notai che erano le 6.45 e mi misi a sedere sentendo tutte le ossa scricchiolare in segno di rifiuto. Intanto Ian era già vestito e pronto per iniziare la prima settimana dell'anno nuovo.

In queste vacanze non erano successe cose emozionanti, tranne magari un piccolo particolare, mio fratello aveva scoperto me e Ian insieme.

Jamie mi guardava con occhi imperlati di disgusto e dispiacere. Lui pensava che la nostra storia fosse solo uno scambio di favori, a Ian una ragazza più giovane da usare per non sentirsi vecchio e a me dei voti alti a scuola. Non aveva capito un cazzo. «Sam pensi davvero che un uomo come lui possa fare la tua felicità? Avete 9 anni di differenza, come lo spiegherai a mamma? Ho paura che ti spezzerà il cuore quando si renderà conto di volere di più.» sputò con Ian al mio fianco. Io stringevo la mano al moro proteggendomi da quelle parole e appena lo guardai lui prese le mie difese «Pensavo che la fortuna avesse perso la mia strada, e invece quando sono entrato nell'aula di Samantha è successo il contrario. -continuava a guardarmi dritto negli occhi, intrecció le nostre dita e mi strinse la mano- Puoi anche non pensare che io e tua sorella stiamo bene insime, che probabilmente stiamo sbagliando tutto e che ci pentiremo, ma io ora voglio sbagliare. Lei è il mio segreto». In verità noi eravamo un segreto e tutto questo mi solleticava molto. «Pensa solo a non farla soffrire» Disse mio fratello in modo rassegnato guardandosi le converse grigie.

Mi avvicinai a Jamie lasciando la mano di Ian e lo abbracciai «Non dirai nulla a nessuno vero?» gli sussurrai in un orecchio, la sua risposta fu un singolo, ma dolce, bacio sulla guancia. Amavo mio fratello ed ero tremendamente gelosa di lui. Da quando ne ho memoria so che lui c'è sempre stato, quando mio padre ci aveva abbandonato era diventato l'uomo di casa.

Era magro, alto, biondo con capelli lunghi e un anellino d'oro al naso, i suoi occhi assomigliavano a quelli di Ian ma erano meno incisivi. Aveva sette tatuaggi, nessuno che i miei genitori avessero appovato, era un po' la pecora nera della famiglia, ma era semplicemente il mio l'angelo custode.

Arrivata in cucina mi posizionai sopra uno sgabelino della penisola per fare colazione. Ian stava leggendo il giornale sul suo tablet, con una mano teneva il caffé e con l'altra accarezzava la mia di mano. Io bevevo la mia spremuta mentre lo fissavo, si stava mordendo il labbro per quanto fosse impegnato.

Non potevo credere di essere qui con lui. Il primo giorno che ci dissero che il Professor Inkett non ci avrebbe seguito quest'anno ci fu stato uno sbigottimento da parte di tutta la classe. Mr. Inkett era il professore preferito della classe, con lui potevi parlare tranquillamente e quando il giorno era pesante e nessuno aveva voglia di parlare di Letteratura ci mettavamo a guardare degli stupidi film. Quando però entrò in classe il Professor O'Nell le ragazze rimasero con la bava alla bocca e i ragazzi lo presero per un coetaneo. Si presentò dicendo che si era trasferito qui a Montreal per stare vicino alla sua famiglia. Aveva studiato per sei anni alla Columbia University e quest'anno aveva iniziato a insegnare. Ricordo che appena lo vidi pensai a quanto fosse bello.

Iniziai a conoscerlo quando un giorno uscita da scuola persi il pullman e lui si offrì di darmi un passaggio. Il tragitto fu piuttosto imbarazzante, nessuno dei due parlò per tanto tempo. Fu lui il primo a rompere il ghiaccio «Quindi Samantha.. Il professor Inkett mi ha parlato molto bene di te, mi ha anche detto che ti piace molto Letteratura Inglese.» era concentrato sulla strada e si stava mordendo il labbro «Si, cioè mi piace leggere.. Cioè.. mi piace letteratura» diventai rossa e mi presi una ciocca di capelli tra le dita, come antistress. «E oltre letteratura cosa ti piace Samantha?» «Signor O'Nell può chiamarmi Sam. Mi fa strano parlare con lei, cioè non la prenda male ma ha più o meno l'età di mio fratello e mi sembra di parlare con lui..» ok ormai i miei capelli si strappavano, lui mi guardò e sorrise «con molti ragazzi mi faccio dare del tu, quindi se ti è più comodo puoi chiamarmi Ian». Per fortuna imboccammo la mia via e dopo averlo ringraziato scesi di fretta. La notte la passai insonne.

Quello fu il nostro primo incontro, e ora ci ritrovavamo qui mano nella mano a fare colazione insieme.

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Ciao a tutti, ok allora da dove iniziare? Questo è il primo "romanzo" che scrivo, spero vi piaccia e spero anche che mi insegnerete ad andare avanti. Ditemi che ne pensate che se è una schifezza la boccio sul nascere
XOXO -Sharon

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora