Capitolo 7 Nolan

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"That’s the moral of the story”
Quella notte non riuscii a dormire,il cuore mi batteva all’impazzata,lo stomaco era in subbuglio e mi rigiravo in continuazione sotto il grande piumone azzurro che mi riscaldava.
In preda al panico e al sonno,mi alzai,accesi la piccola lampada sulla scrivania e,sbattendo tra uno spigolo e l’altro andai in bagno.
Ci restai mezz’ora credo,forse di più,e pensai a quella mano che mi sfiorava delicatamente la ferita,a quegli occhioni verdi che si incrociavano nei miei e al profumo di rosa che,ogni volta,mi inondava le narici e mi seduceva.
All’improvviso sentii la sveglia,non sapevo se fosse la verità o se fosse solo una mia allucinazione spalancai così la porta del bagno e mi precipitai a  vedere l’orario.
Erano le sei del mattino,dovevo andare a scuola e io,avevo dormito circa due ore,che erano passate lentamente ma che,allo stesso tempo,erano volate via come foglie d’autunno.
Appena arrivai a scuola mi sedetti,misi la testa sul banco e,proteggendomi con le mani dalla luce,chiusi gli occhi con l’intento di dormire.
Finchè non sentii una voce solleticarmi le orecchie.
Era lei.
La sua voce calda,gioiosa,rassicurante ma a volte un po’irritante,era in quella stanza e,se c’era la sua voce significava che ci fosse anche lei.
Credetti per un attimo di stare dormendo e quindi cercai di cambiare sogno.
Dopo qualche minuto,sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
-Buongiorno,non volevo disturbarla dal suo prezioso sonno Nolan. LA voce di Ida mi risuonò in testa,così mi alzai.
-Hai una penna?
CI rimasi male,avrei preferito che mi chiedesse qualcosa di più,perciò le diedi una matita.
Rossa mi guardò perplessa.
Dopo un’ora di lezione,Ida mi lanciò un bigliettino con scritto:Come
va la ferita Nolan?.
Impugnai così una penna e scrissi:Bene ho solo sonno..
IN realtà mi chiesi se stesse parlandi di quella esterna,dovuta al vetro o a quelle interne che,piano piano,inconsapevolmente,stava curando.
Dovevo smetterla.
Nella mia vita ci saremmo stati solo io e i miei pensieri.
Niente cose positive.
Non potevo innamorarmi.
Entrò dopo qualche minuto mrs.Cooper che ci fece aprire il libro in una pagina piena di versi di poesie.
“Di ciò che posso essere io per me,non solo
non potete saperne niente voi,ma non so nulla
neppure io stesso.
                       Pirandello”
“Perchè il dolore,è più dolor se tace”
                                         G.Pascoli
No basta.
Quelle frasi per me erano distruzione.
Mi ricordavano di tutto,ma soprattutto,di quel bimbo che quel giorno,voleva solo intraprendere una nuova avventura con i suoi genitori ma a cui non era stato permesso.
“Tu sorridevi,cercavi un modo di proteggermi,
però non c'eri,quando volevo che tu fossi qui,
bastasse,
solo una stupida canzone per riuscire a riportarti da me,
solo un’ultima canzone per riuscire a ricordarmi di te.”
                                                      Irama,Tu No.

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