Capitolo 6: La prima chiamata importante

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Ethan, ancora scosso dalla sua conversazione con Riccardo, decise di affrontare un'altra sfida difficile. Tornato a casa, sentiva il peso delle emozioni accumulato durante la giornata. Sapeva che era giunto il momento di parlare con i suoi genitori, di condividere con loro quello che stava provando.

Si sedette sul bordo del suo letto, le gambe leggermente tremanti per l'ansia. La luce soffusa del tramonto filtrava attraverso le tende leggere della sua finestra, dipingendo la stanza con tonalità dorate e arancioni. Il calore del sole ormai basso all'orizzonte contrastava con la freschezza dell'aria che entrava dalla finestra aperta, creando un'atmosfera sospesa tra calma e tensione.

Con mani leggermente sudate, prese il telefono dal comodino. Il cellulare sembrava più pesante del solito, un piccolo oggetto che ora portava il peso di una conversazione che poteva cambiare tutto. Guardò il numero di sua madre sul display, esitando un momento prima di premere il tasto di chiamata. Il suono dei tasti premuti sembrò riecheggiare nella stanza silenziosa.

Il telefono squillò alcune volte prima che la familiare voce calda di sua madre rispondesse.

"Ciao Ethan! Come stai?" chiese Lily, con una nota di preoccupazione nella voce che solo una madre può avere.

"Ciao mamma," iniziò Ethan, cercando di mantenere la voce ferma, anche se sentiva un nodo in gola. "Ho bisogno di parlarvi di una cosa importante. Ci siete tu e papà?"

Dall'altra parte della linea, Lily esitò un attimo. "Papà dovrebbe essere qui tra poco. Vuoi aspettare o puoi iniziare a parlarne con me?"

Ethan guardò il cielo che lentamente si scuriva fuori dalla finestra, le ombre delle foglie danzavano sul pavimento della sua stanza. "Preferisco aspettare," disse con una voce leggermente tremante. "È qualcosa di cui vorrei parlare con entrambi."

Dopo qualche minuto di attesa silenziosa, sentì il suono profondo della voce di suo padre unirsi alla chiamata. "Ethan, cosa succede? Tua madre ha detto che hai qualcosa di importante da dirci."

Ethan prese un respiro profondo, cercando di trovare le parole giuste. Il silenzio della stanza sembrava pesare su di lui, ogni secondo che passava aumentava la sua ansia.

"Sì, papà. Volevo parlarvi di quello che sto provando... riguardo a un compagno di squadra. Si chiama Riccardo."

Dall'altra parte della linea, ci fu un momento di silenzio teso. Ethan poteva immaginare i suoi genitori che si scambiavano uno sguardo preoccupato.

"Cosa stai cercando di dirci, Ethan?" chiese Lily, la sua voce ora più seria e attenta.

Ethan sentì il nodo in gola stringersi ancora di più. "Non so esattamente come dirlo," rispose con difficoltà. "Ma penso di provare dei sentimenti per Riccardo che vanno oltre l'amicizia. Non riesco a negarlo. Mi sono reso conto che potrei non essere etero come ho sempre pensato."

Dall'altra parte della linea, ci fu un silenzio prolungato. Ethan immaginava i suoi genitori che cercavano di assimilare la rivelazione. Poi la voce di Alexander ruppe il silenzio, carica di una calma riflessiva.

"Ethan, queste sono cose complesse e delicate," disse con tono ponderato. "Non è facile capire i propri sentimenti, specialmente in un periodo così turbolento della tua vita. Magari sei solo confuso o no, noi possiamo sostenerti, ma devi capirlo da solo."

Lily intervenne con una dolcezza che Ethan trovava confortante. "Siamo qui per te, sempre. Non importa cosa stai attraversando, sei nostro figlio e ti amiamo. Ma è importante che tu sappia che queste cose possono richiedere tempo per essere comprese pienamente."

Ethan sentì le lacrime bruciargli gli occhi mentre ascoltava le parole di sua madre. "So che è difficile. E so che forse non avete tutte le risposte, ma avevo bisogno di dirvelo."

"Certo, Ethan," disse Alexander con fermezza, ma anche con un tono che trasmetteva una sicurezza rassicurante. "Parleremo di tutto questo quando torneremo a casa. Nel frattempo, voglio che tu sappia che non devi affrontare tutto questo da solo. Hai il nostro supporto."

Ethan si asciugò una lacrima che scivolava lungo la guancia. "Grazie, davvero. Significa molto per me."

Dopo aver chiuso la chiamata, Ethan rimase seduto sul letto, guardando il cielo ormai scuro fuori dalla finestra. Sentì un leggero sollievo, come se un peso fosse stato sollevato dalle sue spalle. Sapere che i suoi genitori lo supportavano, nonostante tutto, gli dava una nuova forza.

Si sdraiò sul letto, ascoltando i suoni della notte che iniziavano a prendere vita fuori dalla finestra. Il fruscio delle foglie, il canto lontano di un grillo, il rumore lieve di un'auto che passava. Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi.

Quella notte, anche se si addormentò tardi, Ethan si sentì più sereno. Aveva affrontato una delle conversazioni più difficili della sua vita, e aveva trovato amore e comprensione dall'altra parte. Era un primo passo, ma un passo importante verso la comprensione di sé stesso e del mondo che lo circondava.

La mattina seguente, Ethan era ancora immerso nei suoi pensieri mentre attraversava i corridoi della scuola. Durante la pausa pranzo, trovò Oliver e Charlotte seduti sotto l'albero nel cortile, intenti a chiacchierare.

"Ehi ragazzi," disse Ethan, avvicinandosi con un sorriso incerto.

Charlotte lo guardò con preoccupazione. "Ciao Ethan, sembri un po' giù. Tutto bene?"

Ethan si sedette accanto a loro, prendendo un respiro profondo. "Non so se lo sapete, ma io ho iniziato a provare qualcosa per un ragazzo, Riccardo, e ieri ne ho parlato con i miei genitori per la prima volta"

Oliver gli diede una pacca sulla spalla. "Come hanno reagito?"

"Sono stati molto comprensivi. Mi hanno detto che mi sostengono e che sono orgogliosi di me per aver avuto il coraggio di parlare."

Charlotte sorrise, visibilmente sollevata. "Sono felice per te, Ethan. Non deve essere stato facile, ma hai fatto la cosa giusta."

Ethan annuì, sentendosi più leggero grazie al supporto dei suoi amici. "Grazie, ragazzi. Non so cosa farei senza di voi."

Ethan sapeva che aveva ancora molta strada da fare, ma sentiva di essere sulla strada giusta. Dopo la scuola, decise di fare una passeggiata lungo la spiaggia per riflettere. Il suono delle onde che si infrangevano contro la riva lo aiutava a calmare i pensieri turbolenti.

Quella sera, mentre si preparava per andare a letto, ricevette un messaggio 

Riccardo:  Ciao Ethan, posso parlarti un momento dopo la scuola domani?

Il cuore di Ethan iniziò a battere più forte. 

Ethan: Certo, Riccardo se vuoi scrivermi posso anche ora

Riccardo: Ho pensato molto a quello che mi hai detto l'altro giorno. Sono preoccupato per te e per quello che provi. Voglio assicurarmi che tu stia bene e che la nostra amicizia non ne soffra.

Ethan: Capisco, Riccardo. È stato difficile per me ammettere i miei sentimenti, ma ci tengo davvero alla nostra amicizia. Non voglio che cambi nulla tra di noi.

Riccardo: Anche io, Ethan. Sei un amico importante per me e voglio che tu sappia che ci sarò sempre. Non voglio che tu ti senta a disagio o che la nostra amicizia ne risenta.

Ethan: Grazie, Riccardo. Significa molto per me sentirtelo dire. So che i miei sentimenti sono complicati, ma posso gestirli. Voglio solo che siamo amici come prima.

Riccardo: Lo saremo, Ethan. Se mai dovessi sentirti sopraffatto o avessi bisogno di parlare, sai che puoi contare su di me, giusto?

Ethan: Certo, Riccardo. Grazie per la comprensione e il supporto. Prometto di fare lo stesso per te.

Un anno infinito: Amori, Segreti e RivelazioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora