Capitolo 10: il primo punto di vista di Jacob

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Jacob pov's 

Jacob, tornato a casa dopo aver dato ripetizioni a Ethan, non riusciva a togliersi dalla mente l'ultimo momento che avevano condiviso. Quel bacio inaspettato, improvviso, ma sentito, gli aveva lasciato una sensazione di vertigine e un nodo allo stomaco. Si tolse lo zaino dalle spalle e si sedette sul letto, cercando di dare un senso ai suoi pensieri.

La stanza era immersa in una penombra tranquilla, i raggi del sole al tramonto filtravano attraverso le tende, creando giochi di luce e ombre sui muri. Il silenzio era rotto solo dal ticchettio dell'orologio e dai suoi respiri profondi. Jacob prese un cuscino e lo abbracciò, come se potesse in qualche modo aiutarlo a comprendere ciò che era appena accaduto.

Si chiese se fosse stata la cosa giusta da fare. Era stato un impulso, un momento di sincerità cruda. Ethan lo aveva guardato con quegli occhi pieni di confusione e vulnerabilità, e Jacob aveva sentito il bisogno di rassicurarlo, di fargli capire che non era solo. Ma forse il bacio era stato troppo, o troppo presto.

Jacob si alzò dal letto e iniziò a camminare avanti e indietro nella stanza. La sua mente era un vortice di emozioni. Aveva sempre sentito qualcosa per Ethan, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo, di ammettere a sé stesso che i suoi sentimenti andavano oltre l'amicizia. Il bacio era stata la sua confessione, un modo per esternare tutto ciò che aveva tenuto nascosto.

Pensò al modo in cui Ethan lo aveva guardato dopo il bacio, un misto di sorpresa e incertezza. Si chiese cosa stesse pensando in quel momento, se fosse arrabbiato, confuso o addirittura felice. Jacob sapeva di aver preso un rischio enorme, ma non poteva più tornare indietro.

Si sedette alla scrivania e aprì il suo laptop, sperando che distrarsi con qualche video o navigando su internet potesse aiutare. Ma ogni volta che provava a concentrarsi, il pensiero tornava sempre lì, a quel bacio, a Ethan.

Chiuse il laptop con un sospiro e si sdraiò sul letto, fissando il soffitto. Pensava a come avrebbe potuto affrontare Ethan il giorno dopo, come avrebbe spiegato il suo gesto. Sapeva che doveva essere onesto, che doveva dire a Ethan ciò che provava. Ma la paura di perdere la sua amicizia, di rendere tutto imbarazzante, lo frenava.

Mentre il cielo si scuriva fuori dalla finestra e le prime stelle iniziavano a brillare, Jacob prese il telefono. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi. Pensò di chiamare un amico fidato, qualcuno che potesse capirlo. Ma senza neanche pensarci, scrisse a Ethan, le dita era come se si muovessero da sole. 

Jacob: Ethan, scusa se il bacio ti ha messo a disagio. Avevo bisogno di farti sapere come mi sento. Spero possiamo parlarne.

Premette "invia" e rimase a fissare lo schermo, aspettando una risposta. Il tempo sembrava rallentare mentre aspettava, ogni secondo si dilatava in minuti. Poi, finalmente, il telefono vibrò.

Ethan: Jacob, non ti preoccupare. Anche io ho bisogno di parlare di quello che è successo. Che ne dici se ci vediamo domani? 

Jacob sentì un misto di sollievo e ansia. 

Jacob: A me va benissimo, dove ci vediamo? 

Ethan dopo qualche secondo gli rispose 

Ethan: Durante la pausa pranzo, nella caffetteria ok? 

Jacob: Perfetto! Grazie mille 

Jacob spense il telefono e con un po' di difficoltà si mise a dormire. Si svegliò con un misto di ansia e determinazione. Sapeva che quel giorno avrebbe affrontato Ethan e il discorso sul loro bacio. Dopo essersi preparato per la scuola, controllò più volte il telefono, sperando di ricevere qualche messaggio di conferma da Ethan, ma trovò solo il silenzio digitale che alimentava la sua agitazione.

Un anno infinito: Amori, Segreti e RivelazioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora