Capitolo 5

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Mi svegliai più tardi, senza neppure essermi accorta di aver ceduto al sonno.

Ero ancora in quel letto di ospedale, ma non ne potevo più.

Avevo passato gran parte della mia esistenza in una situazione simile, non sarei rimasta in questo posto un secondo di più.

Staccai le flebo dal mio braccio e mi misi a sedere facendo pendolare i piedi nel vuoto.

Mi stavo lanciando a capofitto in una situazione spaventosa e ignota, eppure dovetti ammettere con me stessa di non essermi mai sentita così viva in tutta la mia vita.

Era come se il mio corpo sapesse di essere nella giusta direzione, come se fossi al posto giusto.

E decisi di fidarmi di queste buone sensazioni.

D'altronde, era questo il mio destino no?

Mi misi in piedi adagio, senza la minima fretta e testai il mio equilibrio.

Ero rimasta a letto quasi un giorno intero e il mio corpo forse era ancora in via di ripresa, eppure mi sentivo ribollire di energie.

Una volta stabilito che non sarei finita faccia a terra, uscii da quella stanza con l'intento di non entrarci mai più se non per motivazioni allegre e cariche di speranza.

Pur essendo notte, l'aria tirava feroce e calda. Abbastanza calda da infastidirmi.

«Dovresti essere ancora a letto, il dottore ha detto che devi riposare» Mason comparve alle mie spalle e subito avvertii una strana fitta al cuore.

Mi voltai a guardarlo e come ogni altra volta, rimasi incantata da lui, solo che qualcosa era cambiato.

Quel sentimento che pareva spingermi tra le sue braccia sembrava essersi in qualche modo rafforzato.

Se fino a poche ore prima lo trovavo affascinante e dal fisico perfetto, ora tutto si era evoluto a tal punto da desiderarlo.

Aveva un volto affilato, con un lieve accenno di barba. Le sue labbra carnose e rosee erano così invitanti che dovetti recuperare più volte il controllo di me stessa per non lanciarmici contro.

Non riuscivo a proferire parola, perché ogni volta che il mio sguardo si incatenava al suo, formulare un singolo pensiero costava una fatica immane. Quegli occhi verde smeraldo sarebbero stati la mia eterna condanna.

Mi avvicinai a lui senza rispondergli, ero come incantata dalla sua presenza, così come se fosse il volere stesso della luna alta nel cielo.

«Angel, cosa stai facendo?» mi sorrise divertito.

Inclinai la testa, ero a un soffio dal suo corpo.

Allungai le braccia verso il suo collo e lo circondai facendo aderire il mio corpo al suo.

«Tutto questo è così strano...» bisbigliai contro le sue labbra «L'unica cosa che vorrei fare adesso è baciarti».

Lui sfregò il suo naso contro il mio assicurandosi di rimanere poco distante dalle mie labbra «La cosa ti spaventa?»

«Dovrebbe» gli sorrisi timida «Ma non lo fa»

«Quindi cosa vuoi fare?» le sue mani scivolarono lente sul mio corpo fino a raggiungere i fianchi e con un colpo secco, mi tirò contro di lui ancor più di prima.

Sorpresa da quel gesto, le mie labbra andarono a sbattere sulle sue e fu magia.

Le nostre labbra unite diedero vita a qualcosa che non avrei mai pensato di poter provare.

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