Capitolo 18

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Angel

Rinvenni di colpo. Dovevo essere svenuta senza rendermene conto.

Mi guardai attorno e mi accorsi all'istante che la stanza non era più quella di prima.

Sotto di me non c'era alcun morbido materasso, niente luce, niente agio.

Solo una dura tavola di legno al quale io ero ancora una volta legata per gli arti.

«Dove sono?» sapevo che lui non poteva essere troppo distante.

Il buio permeava l'ambiente impedendomi di vedere qualsiasi cosa, ma dopo la mia domanda, torce di fuoco si accesero tutto attorno al perimetro e io potei godere di quella raccapricciante vista.

Davanti a me c'era Ares seduto su un trono e sopra di lui, una donna bionda lo cavalcava senza tregua emettendo versi disgustosi.

Lui le afferrò i capelli, continuando a tenere lo sguardo saldo sul mio mentre grugniva di piacere e si apprestava a riempirla.

Lei cercò di baciarlo e accarezzarlo alla fine, ma lui la gettò a terra come un rifiuto «Lei è l'unica ad avere il permesso di baciarmi» mi indicò e dovetti trattenere un conato di vomito alla sola idea.

«Ora, per rispondere alla tua domanda, sei nel luogo in cui la mia vita cambierà, grazie a te riuscirò a eliminare l'umanità intera e governare su questo mondo ricco di caos»

«Non ti aiuterò mai a fare del male a qualcuno, puoi scordartelo» una fiammella di odio si accese nel mio cuore.

«Per prima cosa ti farò uccidere i tuoi compagni»

«Non accadrà mai, non potrai mai comandarmi Ares, potrai aver approfittato di me, potrai avermi spezzata, ma mai e poi mai riuscirai a farmi ferire qualcuno» sputai con una rabbia incredibile.

«Qui ti sbagli mia dolce lupa, il processo è già iniziato, il tuo cuore tentenna e non crede più nel loro amore, una volta che avrò rimosso i marchi, sarai libera dal controllo di Selene e potrò approvi il mio»

«Non puoi toglierli, non puoi farmi questo... loro verranno»

«Non lo faranno e sai perché? Perché le loro vite sono continuate senza di te»

«Non l'avrebbero mai fatto, i compagni sono per sempre» mi impuntai credendo nelle parole che ci eravamo detti.

«Non mi credi? Guarda con i tuoi occhi»

Davanti a me, grazie al potere di Ares, potei ammirare tutti e due i miei compagni amare altre donne. Avevano trovato un rimpiazzo, mi avevano abbandonata sul serio.

Sentii il legame vacillare davvero, per la prima volta.

Erano andati avanti... senza di me.

«Bene, benissimo, sento da qui il tuo cuore spezzarsi» rise in modo raccapricciante «Il suono più bello di sempre... e ora mia cara, è giunto il tuo momento... la luna è alta in cielo e l'eclissi sta per iniziare»

Notai solo allora il grosso buco nel soffitto che lasciava passare i raggi lunari.

«Quando i raggi cesseranno, dovrò tagliar via i marchi dal tuo collo, dovrò essere veloce perché non appena la luna ti colpirà ancora dovrai già essere pura»

Non gli risposi. Non mi importava più niente. Senza i miei compagni era come se nulla avesse più senso, odori o colori. Era un mondo spento, uno in cui non avrei voluto vivere.

Loro erano andati avanti, mi avevano dimenticata e abbandonata al mio destino infausto. Avevo passato mesi interi a crogiolarmi nell'agonia, nel dolore e nella disperazione.

L'unica cosa capace di non farmi perdere del tutto il senno era saperli al mio fianco e credere nel fatto che sarebbero venuti a salvarmi.

Ma ora, ora che la verità era stata svelata e avevo visto con i miei stessi occhi di cos'erano stati capaci e di quanta crudeltà in fondo mi avessero riservato, non mi importava più di nulla.

«Fa ciò che vuoi, non mi importa»

«Eccellente, presto sarai mia, completamente mia» mi squadrò dalla testa ai piedi con lo sguardo di un sadico bastardo. Ma non importava.

Ero vuota.

«Mi dispiace Athena, non posso più andare avanti... non ci riesco» le parlai nella mente come se la mia parte ragionevole e sveglia volesse dirle addio.

Non sapevo cosa sarebbe successo da adesso in poi, non sapevo niente, eppure era come se questa parte di vita stesse cessando di esistere.

«Tieni duro, non mollare proprio adesso...»

«Sono felice che alla fine io e te abbiamo trovato un modo per diventare amiche, grazie Athena, grazie di tutto»

Chiusi il collegamento mentale, richiedeva troppo sforzo mantenerlo e io ero priva di energie.

«Che abbiano inizio le danze» Ares applaudì e un lungo coltello comparve nelle sue mani.

Si avvicinò a me con aria compiaciuta «Assicurati di gridare, lo sai che adoro sentirti urlare di dolore» e incise la mia carne con forza.

Gridai disperata, cercai di divincolarmi e sottrarmi a quell'ennesima tortura, ma gambe e braccia erano bloccate. Non potevo muovermi in alcun modo.

«Ti prego fermati, fa male» lo implorai ma lui continuò a ridere.

«Ares, ti prego»

«Lo senti Angel? Lo senti il legame con quello sciocco Alpha che si indebolisce?»

Il legame con Connor era appeso a un filo. Aveva quasi tagliato via tutto il marchio, il sangue colava a terra copioso, eppure non era quello a terrorizzarmi.

La sola idea di non essere più legata a lui mi uccideva lo spirito anche se avevo ammirato la tenera scenetta di lui che baciava un'altra donna.

E poi tagliò via l'ultimo brandello di carne e lo persi.

Persi l'odore di Connor su di me, persi il legame e il contatto che avevamo.

Era sempre stato come una dolce carezza... ma ormai era svanita.

Piansi.

Piansi per quella perdita come se fosse un lutto.

Le lacrime mi bagnavano il viso fino a crollare anche loro al suolo. Era finita. Davvero.

«E ora tocca a lui» iniziò a incidere anche l'altro lato.

«No ti prego» urlai «Mason, ti prego, aiutami» fu una supplica al vento.

Speravo ancora, nonostante tutto, che almeno lui venisse a salvarmi.

Fu più veloce del previsto. Sentii il legame scivolare via dalle mie mani come un filo sottile e spezzarsi di colpo.

La testa crollò di lato mentre i raggi di luna tornavano a colpirmi.

Era fatta.

Ero una lupa non marchiata.

Senza compagni.

Senza una casa.

Ero sola al mondo e nelle mani di un folle.

«Guardami» disse con voce dura.

Lo ignorai.

Mi prese il viso con la mano e mi costrinse a guardarlo mentre l'ultima lacrima scendeva sul mio viso «Ora sei sotto il mio controllo, voglio che tu uccida ogni persona o lupo che incontri sulla mia strada ma soprattutto, voglio che tu sia per sempre fedele a me, Ares, l'unico uomo che ti abbia mai davvero amato».

La mente mi si annebbiò e la mia coscienza svanì di colpo.

«Mio grande amore, ti sarò fedele e seguirò il tuo volere» queste furono le mie parole prima che ogni briciolo di razionalità si spegnesse.


Il Morso dell'AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora