Capitolo 6

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«Non immagini da quanto tempo io stessi aspettando di trovarti, mia dolce e bella compagna» le sue parole accarezzavano il mio cuore proprio come le sue mani sfioravano le mie curve.

Ero incapace di pronunciare anche solo un fiato dopo l'orgasmo travolgente che mi aveva regalato.

Le gambe erano instabili e tremavano come foglie al vento, mentre la mia voglia per lui si stava riaccendendo adagio, tocco dopo tocco, respiro dopo respiro.

Mi fece distendere sull'erba fresca e mi avvolse con il suo corpo muscoloso e caldo.

«Non credevo possibile che la dea mi graziasse con una simile gioia, ma ora che sei qui, che sei tra le mie braccia, non desidero altro che riempirti di amore e di attenzioni e renderti felice per la vita che hai scelto di vivere»

«Mason io...» bisbigliai a fior di labbra «Non ho ancora capito niente di tutto questo, ma so che stare con te è giusto, so che è ciò che voglio e farò del mio meglio per essere la mia miglior versione e darti ciò che meriti»

«Mi prenderò cura di te, sempre» posò le sue labbra sulle mie in un casto bacio.

«E io ti sorreggerò quando ne avrai bisogno, non cadrai mai con me al tuo fianco» lo baciai a mia volta.

«E darò piacere al tuo corpo ogni singolo giorno, fino a farti urlare il mio nome»

«E io te lo lascerò fare, e ricambierò con molto piacere» feci scendere la mano lungo i suoi addominali fino a raggiungere il suo membro pulsante.

Lui si fece largo tra le mie gambe in modo che fosse puntato proprio contro la mia fessura.

Tolsi la mano, fiera di averlo guidato dove avevo più bisogno di lui «E ora mantieni la tua promessa» gli sorrisi e adagio iniziò a spingerlo dentro.

Iniziò a riempirmi sempre più con movimenti delicati che mi facevano provare un piacere immenso, ma che mi rendevano ancor più affamata di lui.

«Più forte Mason, più forte» ansimai.

Lui aumentò il ritmo dandomi colpi ben assestati che mi fecero gridare di piacere.

Le mie unghie si conficcarono nella sua schiena lasciando i segni di questa incredibile notte.

«Oh dio» sentirlo dentro di me era la sensazione migliore del mondo.

I suoi versi riempivano le mie orecchie mandandomi in estasi mentre le sue spinte arrivavano sempre più in profondità.

«Marchiami Mason, rendimi tua» lo supplicai.

Un lieve sorriso sfiorò il suo viso e le sue zanne scesero minacciose.

Avrei dovuto temere di incontrarle, eppure mi sentivo così protetta e al sicuro che nulla sarebbe più riuscito a spaventarmi in sua presenza.

I suoi occhi divennero neri e mi scrutarono. Capii all'istante cosa stesse succedendo.

«Sei il suo lupo vero?» chiesi tra una spinta e l'altra.

Lui si limitò ad annuire.

«Marchiatemi, rendeteci vostre per l'eternità» lo supplicai mentre una spinta mi fece inarcare la schiena.

Lui ringhiò di approvazione e restituendo il controllo a Mason, accadde.

Mi cinse le spalle con le sue braccia, continuando a muoversi dentro di me.

Ero quasi al culmine, di nuovo, ma lui sembrava non aver intenzione di lasciare che il mio corpo esplodesse. Mi strinse a sé fino a tirarmi sopra di lui.

Eravamo seduti, intenti a darci piacere quando le sue zanne perforarono la mia spalla. Quello fu il momento migliore.

Il dolore si mescolò al piacere più puro dando vita a vere e proprie scintille tra i nostri corpi.

«Dammi il controllo, devo marchiarlo»

Lasciai che lei venisse in superficie. Le zanne uscirono perforando la sua spalla e marchiandolo come mio.

Athena ritornò nel mio corpo gongolando con orgoglio, felice di aver finalmente marchiato il suo compagno.

L'orgasmo ci travolse e lui esplose dentro di me rilasciando i suoi fluidi mente io facevo la stessa cosa.

Restammo così fermi, cercando di recuperare il respiro e calmare i nostri cuori.

Era stata la prima volta con lui, ed era stata la cosa più intensa ed eccitante che avessi mai sperimentato.

Ero sempre più felice di averlo al mio fianco e non vedevo l'ora di poterlo conoscere meglio e imparare a viverlo.

Tutto questo era solo all'inizio, e dovetti ammettere che non avrebbe potuto essere migliore di così.

Mi sentivo in pace.

E soprattutto, viva.


In un luogo sconosciuto – Jared

«Mio padrone, abbiamo fatto tutto il possibile, ma non siamo riusciti a prenderla» mi inchinai di fronte a quella luce rossastra che emanava un potere fuori da ogni comprensione.

«E così ti sei fatto battere da una ragazza, molto deludente per un Alpha ribelle» la sua voce fece tremare me e il mio lupo di paura.

«Non ero abbastanza forte» chinai il capo fino a raggiungere il terreno e respirare la lieve polvere che si alzava al mio respiro «La sua lupa è straordinaria».

Lo sentii imprecare «Dev'essere stata opera di Selene, maledetta».

L'energia attorno a me tremò in seguito all'esplosione della sua rabbia.

«Vorrà dire che riproverai finchè non la porterai da me e vedi di riuscirci, o puoi star certo che le tue sofferenze saranno eterne»

Scomparì lasciandomi solo.

Rilasciai il respiro che non mi ero accorto di aver trattenuto.

Non avrei mai creduto che mi sarei ritrovato in una situazione simile.

Io, un Alpha un tempo temuto e rispettato, schiavo di una divinità malvagia.

Tutto questo era umiliante e non faceva altro che far montare in me una rabbia incontrollabile.

Ma allo stesso tempo lo sapevo.

Non mi sarei potuto sottrarre a lui in alcun modo, perché Ares, dio della guerra, mi avrebbe cercato fino in capo al mondo.


Il Morso dell'AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora