Capitolo 23

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Angel

Non ero tornata umana. Avevo deciso di restare nascosta ne corpo di Athena per tutto il tempo necessario, finchè non mi fossi sentita di nuovo pronta ad affrontare la realtà.

Erano passate diverse lune da quando ero fuggita lasciandomi tutto alle spalle e ancora non avevo accettato di parlare di ciò che era successo, nemmeno con Athena.

Il solo pensiero di aver ferito a morte il mio stesso compagno e non essere stata con lui per chiedergli scusa, mi uccideva nel profondo.

Come potevo amarlo con così tanta intensità e aver comunque lasciato che Ares mi controllasse fino al punto di ucciderlo?

Come avevo potuto?

Non ero fuggita solo perché il dolore era enorme, lo avevo fatto anche per senso di colpa.

Non potevo tornare lì e far finta di niente, essere la Luna di un branco e ignorare le terribili cose che avevo fatto.

Connor, Alpha Philip e altri innocenti avevano dovuto soffrire a causa mia, con che coraggio mi sarei ripresentata tra loro?

La stessa cosa valeva per Mason, non sapevo in che rapporti fosse con quella donna, la gelosia mi aveva accecata perché i miei sentimenti per lui erano ancora intatti, eppure non meritavo il suo amore, non meritavo nulla da parte sua. E sperai con tutto il cuore che riuscisse ad andare avanti senza di me. Dimenticandomi.


Mason

«Dove diavolo è? perché non siamo ancora riusciti a trovare la mia compagna?» alzai la scrivania e la lanciai contro il muro.

Tutti i miei lupi mi guardarono preoccupati dal cambio improvviso d'umore.

Capivo le ragioni di Angel, doveva essere sconvolta e soffrire molto, ma abbandonarmi di nuovo non era un'opzione. Io ero qui per lei, per aiutarla e sostenerla, ma mi aveva voltato le spalle ed era fuggita per affrontare tutto da sola.

Come poteva uscirne indenne da uno stato simile di angoscia?

Aveva bisogno d'aiuto. Di me.

Dovevo trovarla e assicurarmi che stesse bene.

Dovevo riportarla a casa.

«Posso provarci io se vuoi» Selina si fece avanti.

«Credi di farcela?»

«Ho molte risorse» mi sorrise cercando di darmi speranza.

Sapevo che avrei dovuto essere io a correrle dietro, ma non potevo mollare il branco in questo modo. Cercarla si, ma assentarmi per dio solo sa quanto tempo, no.

Non potevo far altro.

Dovevo fidarmi di lei.

«Ti ringrazio allora, riportami la mia compagna» lei fece un cenno del capo e scomparve sotto i miei occhi.

Possibile che una normale strega fosse capace di simili cose?

Pochi attimi dopo il telefono suonò.

«Alpha Mason?»

«In persona, a chi devo l'onore?» risposi seccato.

«Sono Kalan, del consiglio dei lupi»

«E cosa vorrebbe il consiglio da me?» ringhiai.

Una loro chiamata significava guai.

«Luna Angel è stata citata in giudizio e dovrà presentarsi al processo fra un mese esatto»

Il Morso dell'AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora