Capitolo 15

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Angel

«Mia dolce bambina, destati dal tuo sonno e sii forte, verranno tempi duri e incerti, ma aggrappati all'amore o sarai perduta» la voce della Dea della Luna mi raggiunse e mi alzai di scatto.

Mi guardai attorno ma non la vidi. Ero sola.

Di colpo mi tornò in mente tutto ciò che era successo poche ore prima e le lacrime minacciarono di colpirmi copiose e inarrestabili, ma riuscii a ricacciarle indietro.

Mi ero addormentata? Forse lo stress era stato troppo intenso.

Un odore di marcio e di sangue mi raggiunse alle spalle «Ora non puoi più sottrarti al tuo destino». Un colpo al collo mi fece perdere i sensi. Ero fregata.

Mi risvegliai tempo dopo, con la testa che pulsava dal dolore e un senso di nausea che riusciva a bloccarmi al suolo ancor prima che tentassi di muovermi.

Cos'era successo? Dove mi trovavo?

L'odore di questo luogo non mi era familiare e neppure ciò che riuscivo a vedere.

«Bene bene, la principessa si è svegliata dal suo sonno di bellezza» un uomo mai visto si avvicinò a me. L'aspetto non lo riconobbi, ma quella voce non l'avrei mai dimenticata in tutta la mia vita.

Ringhiai.

«Ares».

«Diamo inizio alle danze bambolina» una risata terrificante gli uscì dalla gola seguita da uno sguardo folle che mi fece temere per la mia vita.

Cosa ne sarebbe stato di me?

E i miei compagni? Sarebbero venuti a cercarmi?

Piansi.

Mi accasciai al suolo e piansi.


Connor

Tornai al branco di Alpha Mason a cercarla, ma lei non si trovava da nessuna parte. Avevo chiesto a chiunque vedessi, ma nessuno l'aveva vista.

Tornai alla cascata, pensando fosse ancora lì ma non la trovai.

Di colpo però uno strano giaciglio fatto di foglie attirò la mia attenzione e mutai.

Aveva il suo odore ed era fresco, era stata qui non più di un'ora prima.

Ma dove si era cacciata?

Voltai il muso in ogni direzione finchè qualcosa di diverso e ripugnante non mi colpì.

C'era un altro odore che si mescolava con il suo ma era debole.

Odore di ribelle.

Tornai umano. Il panico mi aveva colto all'improvviso.

Era come se sapessi alla perfezione cos'era successo in questo luogo ma non volessi accettarlo.

Era tutto così chiaro e limpido. L'avevano loro.

Ares l'aveva presa.

Dei passi alle mie spalle mi fecero voltare.

«Alpha Mason, cosa ci fai qui?» il mio volto era neutro così come la mia voce.

«Devo scusarmi, le tue parole mi hanno permesso di ragionare. Non rinuncerò mai a lei e al suo amore, devo chiederle scusa. Sai dov'è?»

Sbiancai di nuovo e il panico si mescolò stretto col mio sangue, finendo con il contaminarmi tutto il corpo.

«Lei... lei è...» balbettai e per la prima volta in vita mia non mi sentii un Alpha.

«Alpha Connor, dov'è?» lui gridò intuendo che il mio improvviso comportamento fosse scatenato da qualcosa.

Il Morso dell'AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora