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Flashback: La sera del tradimento, parte 3

DADDA.

Lei mi guarda un po' sconcertata, io resto in piedi in una sorta di catalessi
"sei fidanzato?" mi chiede dopo un bel po' di interminabile silenzio.
Io respiro profondamente
"no, non lo sono più" dico quasi privo di emozioni
"credo sia meglio che vada, mi dispiace di averti... Insomma... Ferita" dico con la voce roca e rotta dal sonno e dal piacere. Cerco di ricompormi e prendere le mie cose per andare via.
Nello spostarmi da vicino al letto inciampo e mi piego quasi cadendoci sopra.
Barcollo un pochino per cercare i vestiti dato che la stanchezza è ora anche molto forte
"puoi restare qua se vuoi..." mi dice osservandomi nello stato in cui sono "non ho nessun motivo per avercela con te. Dormi pure qua..." dice con un tono abbastanza basso e amareggiato. Mi aiuta soltanto a mettermi a letto, io sono abbastanza alterato dato che le ultime energie le ho usate per fare sesso.
Sono disteso nelle coperte, finalmente. Sono steso su un fianco e sono rivolto verso di lei. Mi viene quasi da crollare immediatamente, voglio dormire ma la luce è ancora accesa
"mi dispiace che tu stia male per esserti lasciato..." dice la voce della ragazza, mi sono quasi dimenticato che lei sia qua con me
"sì io... Era una persona speciale..."
La sento muoversi vicino a me
"deve esserlo davvero, per farti questo effetto..." dice e sinceramente non so come faccia a non essere fuggita da questa situazione
"avresti dovuto cacciarmi via e basta..." dico e sento solo una leggera risatina
"come mai è finita? Se ti posso chiedere" chiede e sono praticamente inerme e quasi sul punto di piangere
"è finita perché... Perché io l'ho fatta finire. Ho dovuto"
"mi dispiace tanto..." dice lei affranta senza voler troppo infierire
"mi dispiace, non era mia intenzione vederti per fare solo sesso... Non volevo prenderti in giro..."
"non credo tu mi abbia preso in giro, Daniel" dice con un sospiro e vedo il suo corpo ancora nudo accanto a me
"si vede che tieni tanto a questa persona... Io non sono nessuno, non ho la pretesa di nulla. È stato bello farlo ma penso che magari anche io non avrei dovuto buttarmi a capofitto senza -
In quel momento, ad ascoltare le sue parole, mi si stringe lo stomaco e allungo una mano sul suo braccio. La accarezzo stringendo la sua pelle
"non è colpa tua" dico con la voce roca "non sei tu che sei sbagliata, non ti manca nulla. È che sì sono troppo ancora dentro, sono troppo preso mentalmente da questa persona..." la mia voce è impastata e travolta dal sonno
"lo capisco, non ne hai colpa, è lei è una ragazza fortunata. Perché sei una bella persona"
Mi giro a pancia in su e la guardo di lato
"è un ragazzo" dico in un soffio senza staccare lo sguardo da lei che mi guarda con una luce negli occhi. Mi sorride, ridacchia e mi guarda con ammirazione.
Parliamo fino a che collasso nel letto vicino a lei.

SBAGLIATO (Boy X Boy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora