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(Ritorno al momento presente, parte 3)
DADDA.

Ricordo una improvvisa pioggia battente, la perdita della visuale e l'immagine delle mie mani stese per terra.
Ricordo alcune frasi dei soccorritori e la sensazione di freddo, i jeans bagnati e appiccicati alle gambe.
Mi trovo in un luogo per me completamente alieno, una stanza di ospedale sconosciuta dotata di un monitor e un orologio proprio davanti a me. Ho visto in qualche modo il volto di mia mamma e ho sentito per prima la sua voce.
So che mi trovo su un letto, sento tutto ciò che posso sentire, provare, osservare dalla mia postazione immobile: è molto intenso. Mi chiedo per quanto rimarrò in questo stato... io posso vedere e sentire tutto.
In questo frangente desidero un bicchiere d'acqua frizzante perché le bollicine non sono immobili.
Faccio (io o la macchina?) un sospiro di sollievo quando mio padre entra finalmente nella stanza con il camice, i guanti e tutto il resto ed è la faccia di chi voglio vedere e avere vicino. Il suo arrivo scandisce anche il passare del tempo, significa che le ore successive trascorreranno un po' più piacevolmente e forse velocemente. Osservo i medici e gli infermieri che si alternano, uno dopo l'altro vicino al mio letto: monitorano, curano, scrivono al pc.
Alcuni più propensi, attenti, bravi, umani, parlano con me, alcuni mi coccolano proprio. Alcuni mi raccontano delle cose della loro vita e finalmente, per un attimo, sono nella loro stessa condizione: due persone che dialogano, alla pari, anche se io dialogo a gesti o con battiti di ciglia. Il respiratore e la nutrizione sono fastidiosi, l'aspiratore (di catarro?) lo considero un grande amico. I rumori sono ripetitivi, gli allarmi suonano.
Mi chiedo dove sia Simo e se stia bene.
Mi viene parecchia ansia a pensare di passare la notte in un ospedale mentre sono in coma.
La sensazione di nausea e vomito è costante, mi sembra di essere sempre con lo stomaco pieno.
Mia madre mi massaggia le gambe con una crema
"..senti che buon profumo" mi dice, dopo i suoi pianti disperati, il massaggio è bellissimo però il profumo non lo sento minimamente ma non riesco a farlo capire a lei. Il collare è insopportabile, soprattutto per il foro del collo dal quale esce la cannula e quando c'è il catarro.
È un piacere quando mi lavano i denti, la sensazione fresca, una vera gioia della vita.
Finalmente dopo parecchie ore vedo entrare dalla porta Simo.
È davvero spettacolare, porta una camicetta azzurra sopra una maglietta bianca e dei pantaloni neri.
È semplicemente favoloso, vorrei poterglielo dire ma lui mi guarda esterrefatto e con le lacrime agli occhi.
Non piangere amore mio, penso dentro di me.
Sembra quasi titubante di avvicinarsi a me. Lo vedo scambiare le ultime due parole con un'infermiera per poi dirigersi definitivamente dentro la mia stanza e chiudere la porta alle sue spalle.

SBAGLIATO (Boy X Boy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora