Erano solamente le 22:30 quando una luce intensa percolò attraverso la finestra della mia stanza, colpendomi in pieno viso e accecandomi. Imprecai, riconoscendo l'auto di Elijah, una Mustang nera.
Mi parai il viso con una mano e mi avvicinai rapidamente all'auto. Aprii lo sportello e mi catapultai all'interno, ma la luce dei fari mi aveva già reso cieca per dieci secondi.
Vedevo tutti i colori sfocati e le sagome indistinte a causa della troppa luce, ma pian piano la vista mi ritornò, permettendomi di riconoscere perfettamente la figura di Elijah.Indossava un completo elegante che gli donava un aspetto più maturo, facendolo sembrare almeno quattro anni più grande.
"Scusami per i fari," disse, notando il mio disagio. "Si sono rotti e sparano la luce un po' alla... cazzo di cane." RidacchióTrattenni un'imprecazione e lo guardai torva. "Com'è possibile?"
"L'altra sera stavo inseguendo un "nemico di Lodge "e una macchina mi ha sbattuto dietro" disse , cercando di farmi capire come fosse successo.Elijah sbuffò, osservando la strada di fronte a noi. "Tì, riferisci a quando mi ha accompagnata Charlotte?," gli domandai e lui annuì, fissando il volante con espressione concentrata.
Passò un silenzio interminabile, rotto solo dal ronzio del motore.Sperando di ottenere qualche informazione in più, porsi un'altra domanda: "Hai scoperto qualcos'altro?"
In più su di lui ....
Elijah scosse la testa e rispose seccamente: "No."La delusione si insinuò dentro di me, ma cercai di nasconderla. Mi sedetti comodamente, guardando fuori dal finestrino mentre l'auto si metteva in moto. Il silenzio tra noi era denso, pieno di domande non fatte e risposte non date. Speravo che la serata ci avrebbe portato qualche risposta, ma per ora, tutto sembrava avvolto in un'ombra di mistero.
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Dopo una quindicina di minuti arrivammo alla Bounnie.
La prima cosa che mi accolse fu la luce bianca attaccata al soffitto, emanando un'aria di calma apparente.
La reception elegante, con divanetti in pelle e un bar pronto a servire gli ospiti, sembrava quasi rassicurante. Ma sapevo che quella era solo la facciata.Elijah mi guidò verso l'ascensore, e le sue parole innescarono in me una crescente irrequietezza.
"Adesso farai tutto ciò che ti dirò," disse con un tono deciso. "Io terrò conto di ogni singolo passo che i tuoi fratelli faranno stasera, e ti avviserò se qualcosa dovesse andare storto. Ad ogni modo, sta' tranquilla, non scopriranno che tu sei qui."Cercò di rassicurarmi, promettendo di tenermi nascosta. Poi mi porse un minuscolo apparecchio. Lo guardai confusa per un attimo, finché non realizzai che si trattava di un auricolare. Lo afferrai, ancora incerta su come usarlo.
"Mettilo e nascondilo con i tuoi capelli," mi spiegò. "Sara Kai a guidarti sui loro movimenti, dato che sarà in stretto contatto con loro."
Feci come mi disse, infilando l'auricolare e coprendolo con i capelli. Le porte dell'ascensore si aprirono e io presi un grosso respiro, cercando di infondermi coraggio. "Forza Daphne, puoi farcela. Devi farcela," mi dissi, incamminandomi verso la mia area lavorativa.
Le porte in vetro opaco si aprirono automaticamente al mio arrivo, e un'aria di autorità e potere mi investì, facendomi sentire più sicura.
Mi avvicinai alla mia scrivania nero opaca, adornata da un PC, un iPad, un taccuino e penne personalizzate. Ma qualcosa di nuovo catturò la mia attenzione: un pacchetto rosa. Non ricordavo di averlo lasciato lì.
Che strano ....Lo presi, osservandolo con sospetto, e solo allora mi accorsi che si trattava di un pacco di caramelle alla fragola.
Non ci credooo le mie preferite.
Un sorriso sfuggì al mio volto, ma svanì immediatamente quando notai un bigliettino attaccato. Lo presi con mani tremanti e lessi le parole scritte: "Spero che siano ancora di tuo gradimento, Riccioli d'Oro."Solo una persona mi chiamava così, e non era possibile che fosse opera sua. NO Non poteva essere.
Che cazzo vuole da me quel bastardo? pensai, gettando le caramelle in un cassetto e sentendo il respiro mancarmi. Perché?
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REVENGE AND REDEMPTION
RomanceIn una piccola città del sud , Daphne Vallett cresce in una famiglia patriarcale, dove le aspettative e le limitazioni sono un peso costante sulle sue ambizioni. Determinata a sfidare il destino preordinato, Daphne lavora duramente per emanciparsi...