pov Dafne

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POV:Dafne 3 settimane dopo

Con il volto ancora stanco e gli occhi pesanti, cercai di alzarmi dal letto, ma ogni movimento un piccolo sforzo che i muscoli intorpiditi e doloranti rendevano ancora più arduo.
Gli allenamenti con Elaijha avevano lasciato il segno, e la fatica accumulata nelle ultime tre settimane iniziava a farsi sentire sul serio.
Eppure, nonostante tutto, c'era una strana soddisfazione nel constatare i progressi fatti di autodifesa.
Non avrei mai pensato di potermici appassionare tanto, ma scoprire di essere abbastanza brava con la mira mi dava un senso di potere che non potevo ignorare. Forse era proprio quella la mia parte preferita.

Quel pomeriggio mi aspettava un altro allenamento con lui, ma stavolta , non poteva venire a casa mia.
Ogni volta era una lotta convincere i miei genitori a lasciarmi uscire, e oggi non sarebbe stato diverso. Avrei dovuto chiedere il permesso per andare a casa di Selony, la copertura perfetta per i nostri incontri al di fuori del mio garadge.

Dopotutto, per loro, ero ancora una bambina da tenere sotto stretta sorveglianza. Che palle.

Esasperata, mi diressi in bagno per prepararmi alla giornata.
Ogni mossa era lenta e misurata, come se stessi cercando di risparmiare le poche energie rimaste. Sapevo di dover fare in fretta per non arrivare in ritardo a scuola, ma la stanchezza rallentava ogni gesto.

Una volta pronta, infilai nello zaino il mio completino sportivo nero, pronto per l'allenamento. Con lo zaino in spalla, scesi in cucina dove trovai mia madre intenta a prepararsi un caffè.

Che strano vederla già sveglia, pensai tra me e me, osservandola mentre armeggiava con la moka.

"Buongiorno," mi salutò distrattamente. "Vai a scuola?"

No mamma vado al cimitero avrei voluto dirgli ma dovevo ottenere il permesso per andare da Selony.
Aaaaa che fastidio dove potevo andare, se non a scuola? Cazzo dovevo mantenermi calma, avevo bisogno del suo permesso per uscire più tardi si devo farcela avanti si gentile Dafne. "Sì, mamma. Sto uscendo. Ciao."

"Così presto? Mancano ancora venti minuti," mi rispose, con quel tono che lasciava intendere che qualcosa non le tornava.

"E quindi?" replicai, cercando di mantenere la pazienza. "Devo arrivare in ritardo?"

Il suo sguardo si fece più attento. "Sicura che sia solo per quello? Guarda che se so che ti devi vedere con qualcuno, lo dirò a tuo padre."

Sentii la rabbia montare, ma la tenni a bada con un respiro profondo. "Mamma, posso andare a casa di Selony?" tentai di cambiare discorso, sperando di evitare una discussione.

"Devi andarci per forza?" chiese, il sospetto evidente nella sua voce.

"Sì, mamma. Ultimamente sono rimasta un po' indietro con la matematica e Selony si è offerta di darmi una mano."

Dopo un attimo di silenzio, lei annuì, quasi riluttante. "Va bene, ma non fare tardi."

"Ok, mamma," risposi, afferrando la maniglia della porta. Finalmente potevo uscire da quella casa, e con un misto di sollievo e determinazione, mi incamminai verso la mia giornata.

Arrivata a scuola, notai subito che il clima si era fatto più freddo e cupo

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Arrivata a scuola, notai subito che il clima si era fatto più freddo e cupo. Un cielo grigio, carico di nuvole, avvolgeva tutto in un'atmosfera che, a parer mio, era semplicemente perfetta.
Adoro questo tipo di tempo, soprattutto quando posso osservarlo da una finestra. C'è qualcosa di rassicurante in quella visione, mi fa sentire al sicuro, protetta da tutto ciò che c'è fuori.
Mi ricorda i giorni della mia infanzia, quando mi avvolgevo in morbidi pigiami di pile e coperte, mentre guardavo i miei cartoni preferiti, sgranocchiando una merendina. Quei momenti sotto la pioggia battente o in giornate cupe come questa erano tra i miei preferiti.

Persa nei miei pensieri, fui bruscamente riportata alla realtà da due voci che mi fecero sussultare. "Che tempo di merda!" Esclamai sorpresa, voltandomi di scatto.

"Selony! Megan! Da dove cazzo uscite?" domandai, ancora col fiato corto.

"Eravamo dietro di te, rincoglionita!" rispose Selony ridendo, seguita da Megan, entrambe divertite nel prendermi in giro.

"Che coglione che siete," risposi, ma con un sorriso. Insieme, ci dirigemmo verso le nostre rispettive classi.

Le lezioni iniziarono e mi trovai seduta vicino a Ethan, che per me era praticamente invisibile, perso com'era a chiacchierare con i suoi amici della squadra di football.
Non che mi importasse, fino a quando il brusio venne interrotto dall'ingresso del professor Baker, seguito da un ragazzo biondo alto, con un fisico slanciato e un pochino robusto ,indossa una camicia bianca che mette in risalto i suoi tatuaggi sulle mani.

Cazzo. Mi si gelò il sangue quando realizzai chi fosse. No, non poteva essere vero. Questo era un incubo. Ma che cazzo ci faceva lui qui? Iniziai a sentire vari emozioni esplodermi in corpo

"Buongiorno ragazzi, vedo che siete tutti presenti," disse il professore, scrutando la classe. "Perfetto Questo ragazzo qui accanto a me si chiama Ayden Carter. Vi ricordate del terzo arrivato che non era mai arrivato? Bene, eccolo qui."

I miei occhi si incrociarono con quelli di Ayden e immediatamente sentii l'aria mancare.
Il cuore iniziò a battere all'impazzata, il calore mi salì al volto. No, ora no. Dafne, devi rimanere calma, mi ripetei.

"Purtroppo, in questi giorni ho avuto dei problemi di salute, perciò non potrò seguirvi come al solito e dovrò assentarmi. Avrete un supplente," continuò Baker, indicando Ayden.
Le sue parole mi lasciarono di sasso. Mi state prendendo per il culo?

Con la mano tremante, afferrai il telefono e inviai un messaggio a Elaijha: "indovina un po' chi cazzo ho di fronte?"

La sua risposta arrivò subito: "Non lo so , chi hai di fronte?" Ma perché è cosi stupido?

"Pare che qualcuno che conosciamo abbia cambiato mestiere," scrissi, seguendo con una faccina che rideva. Ma il mio cuore non rideva affatto. Anzi, era una risata amara.

"Non capisco perché dovrebbe interessarmi sinceramente peró su dai dimmi di chi si stratta non ho voglio di star a fare matematica adesso," rispose lui, con la consueta ironia.
"Sai pare che il bastardo sia il nuovo supplente del professore Baker"

"COSAAA??" Scrisse, incredulo. "In che senso?"

Cristo, perché non capisce mai un cazzo?

"Nel senso che..." cominciai a rispondere, ma fui interrotta dalla voce del professor Baker.

"Signorina Valett, vedo che è molto interessata alle mie parole e alla mia salute," disse sarcastico, mentre tutta la classe si voltava a guardarmi. Cazzo. Che figura di merda.
Maledetto a Elaijhaaaaaa
<< Vada fuori, cosi magari potrà farsi i fatti suoi in santa pace>>
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SPAZIO AUTRICE
CIAO RAGAZZI COME STATE?
spero bene 😊
Volevo scusarmi con voi per non aver pubblicato più la scorsa volta e per non essere stata molto presente in questi giorni 😅🙏🏻🙏🏻.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto , perché non mancherà molto alla pubblicazione dell'altro.
PS NON SCORDATEVI DI VOTARE💋
Detto ció vi saluto tuttii ragazzi, ci vediamo al prossimo capitolo ❤️❤️

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