Capitolo 48

2K 108 20
                                    


<<Ti amo>> sussurra lui abbracciandomi da dietro, ma rimango paralizzata senza dire nulla. Tocco la mia intimità bagnata e la guardo in preda al panico <<Amore che succe->> sbianca anche lui <<Oh cazzo... Io...>> si mette le mani tra i capelli.

<<Andrew mi sei venuto dentro!>> urlo impanicata. Corro nel bagno dell'ufficio per sciacquare i residui lasciati da Andrew. Nonostante non serva a un granché.

<<Non capisco come possa essere accaduto... I-io non ci ho pensato. Non so il perché, metto sempre il preservativo. Faccio attenzione, lo sai>> esco dalla doccia e mi asciugo la parte inferiore. Rimanendo immobile seduta sul water.

<<Idem io. Non voglio diventare madre a ventitré anni. Cazzo!>> alla parola madre si irrigidisce. In un primo momento ci rimango male ma dopo qualche secondo rinsavisco. Devo iniziare una specializzazione che durerà cinque anni e non posso in alcun modo permettermi di avere un figlio, per quanto lo desideri un giorno, soprattuto insieme alla persona giusta e che amo follemente, Andrew.

<<Non volevo, davvero>> dice con tono colpevole. Anche se non ha alcuna colpa, nel senso, le abbiamo entrambi. Sono stata io quella che a iniziato il tutto.

<<Non è colpa tua amore. Tu sei venuto dentro ma io ti ho lasciato fare tutto quanto senza rendermi conto di nulla. Ma stai tranquillo, prenderò la pillola del giorno dopo>> lui annuisce senza dire nulla. Finisco di vestirmi sotto il suo sguardo attento.

<<Non l'ho fatto apposta. Mi dispiace profondamente>> chiede scusa nuovamente. Mi avvicino a lui e lo abbraccio. Al mio tocco i suoi muscoli si rilassano, avvolgendomi completamente.

<<Non succederà nulla. La probabilità che rimanga incinta con la pillola è bassissima. Andrà tutto bene>> dico più rilassata. In effetti mi sono agitata inutilmente. Al giorno d'oggi è praticamente impossibile che la pillola non faccia effetto.
Poco dopo lo lascio nel suo ufficio e mi dirigo all'uscita dell'edificio e alla ricerca della farmacia più vicina. Andrew dovrà rimanere a lavoro e sistemare un bel po' di cose.

Dopo aver assunto la pillola torno a casa, ma non prima di passare a prendere Emma a scuola. Ama quando vado io invece che la nuova tata, la signora Lodge. Per pura casualità in macchina ad accompagnarmi c'è anche lei. Non è una donna dalle molte parole, mi tratta in maniera distaccata e troppo formale per i miei gusti, nell'esatta maniera in cui parla con Andrew. Le ho chiesto molteplici volte di non chiamarmi "signorina Young" ma non vuole sentire ragioni. Mi tratta come se fossi la padrona di casa in assenza del mio ragazzo, ovvero sempre. Non sono tagliata per dare ordini, quello è compito di Andrew, io posso dare consigli, aiutare o limitarmi a dare pareri.
Per tutto il viaggio ho tentato di conversare ma con scarsi risultati, tanto che abbiamo finito per parlare del meteo. Ma forse ho dimenticato un piccolo particolare su di lei: è inglese. Questo spiega il suo silenzio e la sua assoluta riservatezza.

Arrivata a casa le lascio la serata libera, dal momento che a casa ci siamo io e Yolanda. Dopo qualche attimo di esitazione accetta e torna a casa sua. Avendo qualche ora di tempo libero ne approfitto per passare qualche ora in cucina insieme a Emma, si diverte tantissimo a preparare dolci. Questa volta abbiamo fatto i muffin ai mirtilli, che amiamo tutti quanti, in modo particolare Andrew.

Arrivato a casa, il mio ragazzo mi ha potuto spiegare tutti i dettagli della faccenda riguardante la scorsa notte. Il fotografo era stato ingaggiato da Lenore per immortalare lo scatto pubblicato questa mattina. Era chiaro come volesse colpire la nostra relazione e soprattuto me, a poca distanza dalla mia laurea. Nelle ore in cui Andrew dichiarava pubblicamente la falsità di quell'articolo e la nostra relazione - perché si, adesso sono ufficialmente la ragazza di Andrew Foster - mi è toccato dare spiegazioni alla mia famiglia e al resto dei messaggi che continuano ad arrivarmi.
Inutile parlare delle decine di articoli sulla nostra relazione. La notizia è letteralmente ovunque e questo non fa altro che aumentare la mia ansia. Andrew ha cercato di tranquillizzarmi, ripetendomi che andrà tutto bene e che ha tutto sotto controllo, ma non riesco nemmeno a chiudere occhio. Anche nel letto, stretta fra le sue braccia, non riesco a trovare pace. Penso a come sarà il giorno della mia laurea, a cosa penserà la gente. Ho paura che uno dei giorni più belli della mia vita possa trasformarsi in un disastro.

Mr Boss and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora