Mi soffermo a scrutare la donna davanti a me che a quanto pare si tratta della sorella del mio capo. Fra fratelli hanno lo stampino della perfezione. Prende in braccio la piccola e la abbraccia per poi dopo dirle qualcosa che non riesco a sentire. Ha un sorriso meraviglioso, denti bianchi perfettamente al loro posto e labbra dipinte di un vivace magenta. I suoi occhi blu insieme ai suoi capelli biondi mi ricordano vagamente suo fratello, forse è più somigliante a James che Andrew. La sua figura slanciata si abbassa lasciando Emma raggiungere suo padre. La ragazza si avvicina a me e mi porge la mano che io afferro con un sorriso. Vengo abbagliata dalla collana tennis di diamanti in oro bianco con incastonato al centro un cuore di smeraldo verde. Chissà quando deve costare...<<Io sono Christina, ho sentito parlare di te, devi essere Victoria>> annuisco e le lascio la mano. Ammiro la borsa che tiene al braccio, una Hermes Kelly arancione dal prezzo esorbitante. Il suo maglione è perfettamente stirato sopra la camicetta bianca chiusa fino al penultimo bottone. Dei jeans azzurri le ricadono ordinati lungo le sue gambe snelle.
<<Piacere, signorina Foster>> lei sorride scuotendo la testa.
<<Chiamami Christina. È un vero piacere fare la tua conoscenza... ma vieni pure, così non sono sola. Sai, non conosco nessuno qui. Tu?>>
<<No, nemmeno io>> mi accompagna con la mano verso il gruppo del fratello. Dopo strette di mano imbarazzanti ritorno in disparte. Osservo l'unica coppia, la ragazza è molto graziosa, ha un enorme diamante al dito, ciò significa che è promessa sposa del ragazzo con gli occhiali a cui stringe la mano. Sono molto dolci. Se non ricordo male si chiamano Dave ed Abigail. Mi soffermo su quest'ultima che mi rivolge occhiate fugaci, curiose suppongo. Fra i ragazzi c'è anche un uomo, credo sulla trentina, come gli altri d'altronde. Ha la pelle mulatta e due occhi scuri, è davvero un bel ragazzo. Ho sempre avuto un debole per i ragazzi scuri e dai capelli ricci, hanno dei tratti tremendamente sensuali. Sono sicura che il suo nome sia Michael, l'ho memorizzato subito. Ci sono anche altre due ragazze, prima ho sentito che sono riuscite a venire qui grazie alla posticipazione di un servizio fotografico. E dalla loro perfetta forma fisica capisco che il loro lavoro è quello delle modelle. Mi sento abbastanza a disagio, io non centro nulla con queste persone, non so di cosa parlare e Victoria e Secret non fanno che guardarmi dall'alto verso il basso. Si le ho chiamate così perché sembrano due angeli di Victoria's Secret, e non mi sono preoccupata di ricordare i loro nomi.
Da quello che ho capito, le loro intenzioni sono quelle di andare a mangiare al ristorante dell'hotel e poi a sciare. Spero solo non mi costringano a venire con loro, non mi piace questo sport, più che altro non l'ho mai praticato, e non ci tengo a iniziare ora. Dopo aver scambiato due parole con Michael, chiedendomi le solite domande che si fanno ad una persona quando la conosci: "che college frequenti?" oppure "quanti anni hai? Di dove sei?", ci avviamo al punto ristoro, un enorme sala dall'estrema eleganza. Il legno dei tavoli è massiccio e scuro, con delle striature chiare, a prima vista credo sia mogano. Il soffitto è sorretto dalle travi in legno antico, sono molto caratteristiche del posto, pieno di abeti, pini e cedri. Prima di sederci il signor Foster mi prende per il braccio sussurrandomi all'orecchio le indicazioni che dovrò eseguire.<<Rimani vicino ad Emma, ciò significa che non dovrai fare la civetta con Michael, smettila di guardarlo con quegli occhi languidi>> "civetta"? Ma come può chiamarmi così? Ho solo risposto alle sue domande! E poi di quali occhi languidi sta parlando? Non sono una gatta morta e non faccio gli occhi dolci al primo che mi capita. Sono gentile, tutto qui. Non rispondo nemmeno al suo stupido commento idiota. Sono delusa un po' da me e alquanto arrabbiata a causa sua. Mi domando se sia io il problema oppure lui che è troppo... troppo... stronzo. Si, altro che gentile, cerca di rovinarmi la vita, e per colpa sua ho l'autostima sotto i piedi. Mi siedo al mio posto, e guarda caso, sono di fronte al mio capo e affianco ad Emma e Michael. Lui non sembra demordere con le domande, è gentile e a me fa piacere, ma sarebbe tutto più gradevole senza lo sguardo inceneritorio del mio capo. Al momento sono obbligata a scegliere cosa mangiare, e la verità è che non ho per niente fame. Sapere, dopo quello che mi ha detto in stanza il mio capo, che le spese del mio cibo sono a carico suo mi fa talmente innervosire che mangiare mi fa venire la nausea. Odio che lui mi tratti come un opportunista, usufruirò della stanza e questa sarà l'unica cosa che farò oltre far finta di mangiare il cibo meno costoso. Non è la prima volta che perdo la fame, esistono periodi della mia vita nei quali quando mi sento triste, persa, agitata oppure fuori posto smetto di mangiare. Questo succede spesso, sotto esami, per esempio pranzare con una mela e cenare con un succo di frutta. Ho dei disordini ne sono consapevole, ma non posso mangiare e poi rigettare un quarto d'ora dopo.
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Mr Boss and I
RomantizmLa brillante e giovane Victoria Young è una ragazza determinata e coraggiosa, indipendente e pronta a laurearsi in medicina alla University of Chicago. Troverà un lavoro part-time come babysitter per uno degli uomini più ricchi della East Coast. And...