Capitolo 51

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<<Conosci questo bocconcino?>> ancora lui? Perché non se ne va?

<<Vattene via e non toccarmi mai più!>> cerco di dire senza biascicare, fallendo. Mi porto una mano alla fronte e cerco di capire cosa sta succedendo e soprattutto se è un sogno o la realtà. È possibile immaginarsi delle persone da ubriachi?

<<Che cazzo le hai fatto?>> l'uomo che ho accidentalmente urtato spintona bruscamente il ragazzo in attesa di spiegazioni. Io presa da una fitta alla testa chiudo gli occhi sorreggendomi al bancone. Il maniaco blatera qualcosa che non riesco a capire. La musica mi sta dando alla testa <<Noi due facciamo i conti più tardi>> apro gli occhi e del tizio non c'è più traccia. L'uomo di fronte a me mi guarda con sguardo inquisitorio. Sembra così reale.

<<Assomigli al mio fidanzato>> dico toccandogli la punta del naso con l'indice. Lo detraggo subito dopo in preda all'imbarazzo. Non ci capisco più niente <<Sono una pazza>> esclamò fra me e me. Mi guardo intorno con le mani fra i capelli ma il caos della musica e l'alcol in corpo mi inibiscono i sensi.

<<No, sei solo molto ubriaca. Vieni con me>> cerca di toccarmi la schiena ma mi allontano. La sua voce nonostante il rumore... No, è impossibile.

<<Sono fidanzata! Non mi importa se assomigli al mio ragazzo!>> per poco non cado per terra. Lui mi prende dal busto e mi aiuta a rialzarmi.

<<Farò finta di non aver sentito>> mi scanso nuovamente spingendolo via da me.

<<Lasciami! Non mi toccare>> inizio a piangere in panicata. Questo posto è enorme, buio e pieno di gente. Lui cerca delicatamente di non farmi cadere ma invano. Finisco inginocchiata a terra. L'uomo si abbassa e mi accarezza il viso. Si avvicina al mio orecchio e la sento. La sua voce.

<<Victoria sono io, Andrew>> a fatica assottiglio gli occhi, cercando di mettere a fuoco l'uomo davanti a me. Il suo profumo conferma la percezione dei miei sensi. È lui. Lo abbraccio stringendolo fortissimo, finalmente al sicuro, fra le braccia del mio fidanzato. Lui stringe la mia vita e mi tira su. Mi porta lontano dal rumore, dove siamo solo io e lui.

<<Sei veramente il mio fidanzato>> rimango appiccicata a lui, per la paura di non poterlo più fare dopo <<Mi sei mancato da morire>> lui mi accarezza i capelli posando una mano sulla mia guancia per guardarmi negli occhi. Sorride. Piango, ma questa volta per la contentezza. Asciuga con il pollice le mie lacrime. Sarà l'alcol a farmi reagire così, ma solo ora capisco quanto la sua assenza mi abbia fatta stare male.

<<Ehi>> abbasso lo sguardo posando la guancia sulla sua spalla <<Non piangere>> dice con dolcezza <<Ci sono io e ti prometto che non me ne vado>> sorrido lasciandomi cullare dalle sue carezze e baci a fior di pelle.

<<Non mi lasciare>> lo supplico.

<<Non ne ho intenzione>> mi accompagna in un divanetto e mi fa sedere <<Quanto hai bevuto?>> domanda senza alcuna treccia di rabbia o delusione. Mi prendo un momento per guardarmi in torno. La mia attenzione viene catturata dalla terrazza nella quale ci troviamo. Siamo soli. Sono presenti numerosi divanetti in pelle e una piscina illuminata da delle luci a led colorate <<Amore?>>

<<Il mio drink>>

<<È sulla mia camicia... già>> noto la chiazza sopra il tessuto azzurrino.

<<Lo avevo pagato diciassette dollari! Sai quanti sono?>> inizio a contare con le dita <<Uno, due, tre, quattro>>

<<Immagino dopo ci sia il cinque>> mi canzona lui.

Mr Boss and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora