Capitolo 42

6.3K 221 29
                                    


Ho appena salutato i miei due amori. Arrivata a Chicago Andrew non ha fatto altro che insistere perché io restassi a casa sua, ma ho davvero mille cose da fare, tra cui lavorare. Ho un catering esattamente fra tre ore e devo sbrigarmi a disfare le valigie per poi farne un'altra per stare qualche giorno a casa Foster. Mi verrà a prendere personalmente il mio fidanzato alla fine del mio turno. Già mi manca da morire. Non sono potute mancare le sue proposte nel licenziarmi da lavoro, per quanto non ami propriamente fare la cameriera per persone snob, ho rifiutato. Lui insistendo mi ha comunicato che avrebbe pagato lui tutte le mie spese e non mi avrebbe fatto mancare nulla. So molto bene che le cifre che affronto io al mese non sono nulla in confronto a quello che può permettersi lui, sono a conoscenza del fatto che non sia un peso e che lo farebbe per piacere, ma non riesco a immaginarmi a casa senza fare nulla. Cosa dovrei fare fino all'inizio del mio nuovo lavoro? Frequentare cafe esclusivi in centro o giocare a polo? Magari andare per negozi spendendo migliaia di dollari della carta di credito del mio fidanzato? Non se ne parla neanche. Capisco se fossi sua moglie, ma ora proprio no.

Nemmeno il tempo di riposarmi qualche minuto che devo subito iniziare a vestirmi. Infilo di corsa jeans, maglietta e converse. Questi pantaloni sono esageratemente larghi, ma senza avere il tempo di mettermi a cercare la unica cintura che ho scappo fuori di casa con il cappotto ancora in mano. Alan subito mi aiuta a mettere le cose in macchina e con suo disappunto salgo in auto prima che possa aprirmi lui la porta. Faccio un sorrisetto e imposta la marcia per partire. Prendo solamente la borsa con il cambio e la piccola trousse che porto sempre dietro. Arrivata nei camerini saluto Melinda e mi faccio una coda alta subito dopo aver indossato la divisa. Odio indossare questi tacchi per lavorare, ma in questi eventi tanto eleganti pare debba essere elegante anche il povero personale sottopagato. Raccontando le ultime news alla mia amica inizio ad apparecchiare i tavoli. Come sempre viene in mio aiuto Erick. Sembra abbia un debole per me, è davvero carino e mi fa molta tenerezza, mi dispiace solo si sia infatuato di una ragazza già impegnata.
All'inizio della serata sembra andare tutto bene finché non incrocio la meravigliosa figura di Lenore, ma perché proprio oggi che andava tutto bene? La mia autostima finisce sotto i piedi, ma che fisico ha? È una dea, dopo una creatura del genere mi chiedo cosa Andrew ci abbia trovato in me. Dal lato caratteriale lo posso capire, ma non posso competere con tanta perfezione. Il suo viso è armonioso e simmetrico, labbra carnose, occhi smeraldo, zigomi di pietra e uno sguardo da sirena. Il vestito rosso scarlatto le fascia alla perfezione il suo esile ma al contempo formoso corpo. Il suo decoltè è mozzafiato, nessuno infatti riesce a toglierle gli occhi di dosso, istintivamente abbasso lo sguardo contemplando la mia terza striminzita, posso contare solo sul mio sedere, almeno credo... I capelli sono tutti portati all'indietro con l'aiuto del gel, e due enormi gocce di diamanti le penzolano dai lobi delle orecchie, così da completare un meraviglioso set insieme al girocollo tempestato di diamanti. Ok, non competerò mai, dovrò fare affidamento su quanto lei sia stata stronza e a quanto Andrew sia innamorato di me e detesti lei.
La serata procede molto lentamente, i ricchi mangiano in un modo estremamente lento. A pensarci anche Andrew quando ha ospiti è così. Noi poveri non possiamo capire. Le uniche gioie di tutta la serata sono le battute che io e Melinda facciamo fra i tanti invitati. Come una signora di settant'anni interamente rifatta e con una faccia paralizzata dall'eccessiva plastica in volto. Perché non accettare il proprio invecchiamento, sono pro agli interventi, se non ci si sente a proprio agio col proprio corpo perché non farli, ma questi livelli non li condivido. Ringrazio i messaggi con Andrew che mi fanno sorridere e tirare un sospiro per la pesantezza che si respira qui dentro. Credo che anche Lenore mi abbia notata, non fa altro che guardarmi e parlare, suppongo di me, con una ragazza affianco a lei. Chissà cosa starà dicendo.
Stiamo già incominciando a pulire quando notiamo ancora un gruppo di invitati in un angolo a fumare e parlare. Dovrebbero essere usciti già da un pezzo, noi dobbiamo sgomberare! L'incarico di domandare gentilmente di lasciare l'edificio tocca alla sottoscritta. Mi avvicino al gruppo che scorgo essere composto da cinque diversi ragazzi, o meglio dire, uomini. Avranno più o meno l'età di Andrew. Uno di loro mi nota e prima che io possa attirare la loro attenzione fa cenno a tutti loro di voltarsi. Mi scrutano come se fossi un bocconcino.

Mr Boss and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora