cap. 16

13 2 4
                                    

Le prime luci dell'alba schiarivano leggermente il cielo, rendendolo appena luminoso mentre l'aria iniziava a scaldarsi un po'. A svegliare Athena di botto, la quale dormiva serenamente accovacciata sulla panchina dove fino a qualche ora fa stava riversando tutta la propria frustrazione e pentimento, fu l'incessante squillare del cellulare. Athena sollevò la testa di getto, col cuore che subito iniziò a pompare nella sua gola.

Il nome segnato sul cellulare, quello di suo padre, le fece venire un senso di nausea così forte da farle rischiare di svenire. Si guardò velocemente intorno e le prime luci dell'alba le fecero rendere conto di aver fatto un enorme stronzata. Controllò velocemente di avere ancora tutto addosso, documenti e carte di credito, poi rispose al padre.

"Si può sapere dove cazzo sei?! Mi addormento e non ci sei, mi sveglio e non ci sei ancora! Sei pazza?!"

Athena si sentiva il cuore in gola mentre ascoltava la voce furiosa e preoccupata di suo padre. Ogni parola di Callisto la colpiva come un colpo ben assestato, facendola sentire sempre più colpevole per ciò che aveva appena fatto. Si rannicchiò ancora di più su quella panchina, come se potesse nascondersi dall'ira del mondo intero. Con la voce spezzata dalle lacrime, cercò di spiegare cosa fosse successo, ma le parole le uscivano confuse e impastate dal panico. Cercava di trovare un senso a tutto quello che era successo, ma in quel momento tutto sembrava sfuggirle di mano.

"Papà... mi dispiace... non volevo... è solo che... non sapevo cosa fare... sono andata da Elijah... ma non c'era... e poi..." Athena si fermò, un nodo nella gola le impediva di continuare. Non riusciva a spiegare a parole il vortice di emozioni che l'aveva spinta a fare qualcosa di così impulsivo e folle.

Callisto, dall'altra parte del telefono, respirò profondamente cercando di mantenere la calma. La sua rabbia era forte, ma la preoccupazione per sua figlia lo era ancora di più. "Athena, ascoltami bene." disse, cercando di mantenere la voce ferma, anche se sentiva il suo cuore martellare nel petto. "Torna a casa. Ora. Non voglio sentirti più in pericolo. Ne parleremo quando arrivi."

Athena annuì freneticamente, anche se sapeva che suo padre non poteva vederla. Si asciugò le lacrime dal viso, cercando di riprendersi un po' di dignità, anche se si sentiva piccola e vulnerabile. "Sì, papà... torno subito..." sussurrò, la voce ancora tremante. Chiuse la chiamata e si alzò lentamente dalla panchina, le gambe le tremavano leggermente, ma si costrinse a rimanere in piedi. Doveva tornare a casa.

Andò velocemente verso la stazione, la testa bassa e la mente colma di ripensamenti e pentimento. Una volta raggiunta la propria città si affrettò ad arrivare a casa propria, preoccupata per ciò che sarebbe successo.

Athena entrò in casa a testa bassa, il cuore che batteva all'impazzata. Si sentiva vulnerabile, come una bambina che sapeva di aver fatto qualcosa di sbagliato. Appena vide il padre all'ingresso, con la fronte aggrottata e le braccia incrociate, capì che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di scappare dalla sua collera. Callisto la fissò per un lungo momento, cercando di trattenere la sua rabbia, ma non ci riuscì.

"Che diavolo ti è passato per la testa, Athena?!" la sua voce esplose, forte e rabbiosa, facendo tremare l'aria attorno a loro. Athena sussultò, incapace di sostenere il suo sguardo. Sentiva le lacrime tornare agli occhi, ma si forzò di tenerle a bada, sapeva che piangere ora avrebbe solo peggiorato la situazione.

"Papà... mi dispiace..." mormorò debolmente, stringendosi le braccia attorno al corpo come per proteggersi. Ma Callisto non volle sentire scuse. Non era interessato alle sue spiegazioni in quel momento.

"Mi dispiace non basta, Athena!" gridò, il viso che si arrossava per la frustrazione. "Sai che poteva succederti qualcosa? Sei uscita nel cuore della notte per inseguire un ragazzo, e mi hai persino messo le mani nel portafoglio!Così facendo hai messo te stessa in pericolo e mi hai fatto impazzire di preoccupazione! E ora mi dici solo che ti dispiace?!"

Sweeter Innocence - Non C'è Innocenza Più Dolce Dei Nostri Gentili PeccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora