cap. 27

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Il giorno dopo non portò di fatto alcuna chiarezza nella mente di Athena. Si svegliò più stanca e confusa di prima, con la testa pesante e un velo di malinconia negli occhi. Avrebbe voluto rimanere a letto, lasciarsi avvolgere dalle lenzuola e ignorare ogni pensiero. Ma non poteva. Si forzò ad alzarsi, trascinandosi in bagno per lavarsi il viso e sistemarsi i capelli in una coda semplice e scompigliata.

Indossò la prima cosa che trovò nell'armadio: pantaloncini e una maglietta, nulla di speciale. Sapeva già che la giornata sarebbe stata come le altre: lavoro, il solito tran tran, il bancone da sistemare, i clienti da servire. Ma questa volta, c'era qualcosa di diverso. Aveva un nuovo impegno dopo il turno: le prove della band. L'idea di rivedere Lux ed Elijah, nonostante la confusione, le suscitava un'emozione sottile e vibrante. Una specie di nervosismo misto a entusiasmo.

Terminato il turno, ringraziò Alexander con un sorriso, ma si vide riflessa nella vetrina del locale e non poté fare a meno di notare la stanchezza che la appesantiva. Si congedò in fretta e si avviò verso la stazione, prendendo il primo bus per la scuola.

Il tragitto sembrò più lungo del solito. Il bus avanzava lento, come se le ruote affondassero in un terreno molle. Athena tamburellava con le dita sul sedile davanti a lei, lanciando occhiate rapide fuori dal finestrino, seguendo il percorso dei propri pensieri, intrappolata tra aspettative e dubbi. Eppure, nonostante il groviglio di emozioni, il suo cuore accelerò appena scese dal bus e vide l'edificio familiare della scuola stagliarsi davanti a lei.

Le aule studio erano quasi deserte, e il corridoio risuonava dei suoi passi solitari. Si avviò decisa verso l'aula di musica. Era convinta che Lux fosse già lì, pronto ad accoglierla con il solito entusiasmo. Invece, quando aprì la porta, la trovò vuota. Il silenzio era palpabile, e per un attimo Athena si sentì smarrita.

Rimase ferma sulla soglia, guardando la stanza immobile e vuota. "Strano.." pensò, stringendo la tracolla della borsa. Fece qualche passo incerta, lasciando che il silenzio la circondasse.

Proprio quando stava per convincersi di essere completamente sola, una voce calma e profonda la raggiunse alle spalle.

"Sei in anticipo anche oggi."

Athena si voltò di scatto. Era Elijah. Si affacciò dalla porta dello sgabuzzino, i capelli scuri che gli cadevano disordinatamente sugli occhi, e una smorfia appena accennata sulle labbra. Stava sistemando dei cavi elettrici in una scatola, muovendosi con la solita lentezza misurata. I suoi occhi la osservavano con quella calma imperturbabile che sembrava definirlo.

"Oh... ciao" disse Athena, sentendo un'ondata di sollievo mischiata a quel solito, inspiegabile batticuore che Elijah le suscitava. Si schiarì la voce, cercando di sembrare più disinvolta. "Pensavo di essere sola. Lux non è ancora arrivato?"

Elijah scrollò leggermente le spalle, posando la scatola sullo scaffale dello sgabuzzino e uscendo con passi leggeri.

"No, ha detto che ritarderà un po'. Voleva che sistemassi qui prima che arrivaste." La sua voce era sempre bassa, quasi ipnotica, con una nota tranquilla che sembrava invitare alla confidenza.

Athena annuì, cercando di reprimere la leggera delusione di non vedere subito Lux. Poi i suoi occhi si posarono su Elijah, che la stava osservando con attenzione. Non riusciva a decifrare il suo sguardo: era sereno, eppure c'era qualcosa di insondabile dietro quei suoi occhi profondi. Le venne in mente la sera prima, quando l'aveva guardata con la stessa intensità durante le prove.

"Hai sistemato tutto, allora?" chiese cercando di spezzare il silenzio, rendendosi conto di quanto fossero sciocche le sue parole.

Elijah fece un cenno con il capo, poi le indicò un amplificatore ancora acceso e le porse un cavo.

Sweeter Innocence - Non C'è Innocenza Più Dolce Dei Nostri Gentili PeccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora