cap. 9

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Athena si infilò in punta di piedi nella sua stanza, cercando di non fare rumore per non svegliare Callisto, che dormiva profondamente sul divano. L'orologio segnava un'ora tarda, e nonostante la stanchezza, la sua mente continuava a vagare inquieta. Si rigirò nel letto, cercando di trovare una posizione comoda, ma i pensieri non le davano tregua. Alla fine, l'esaurimento la vinse e si addormentò di colpo, scivolando in un sonno pesante e privo di sogni.

La mattina seguente, Athena fu svegliata di soprassalto dal suono insistente della sveglia. Il suo corpo si rifiutava di alzarsi, come se il letto avesse un'attrazione magnetica. Quando finalmente si rese conto dell'orario, il panico prese il sopravvento. Era in ritardo. Si preparò in tutta fretta, afferrando al volo lo zaino e correndo fuori di casa, sperando di non perdere l'autobus.

Athena riuscì a salire sul mezzo per un soffio, il cuore che batteva all'impazzata mentre cercava di regolarizzare il respiro. Sentiva già che quella giornata avrebbe messo alla prova la sua pazienza e la sua energia. Durante il tragitto verso la scuola, si appoggiò al finestrino, guardando fuori con lo sguardo perso. Si sentiva inquieta, come se qualcosa di indefinito la tormentasse dall'interno. Qualcosa che non riusciva a decifrare, ma che la teneva in uno stato di tensione costante.

Arrivata a scuola, si fermò nel cortile, osservando distrattamente i gruppetti di studenti che si radunavano in attesa dell'inizio delle lezioni. Si guardò intorno, cercando inconsciamente qualcosa o qualcuno, ma senza sapere esattamente cosa stesse cercando. La sensazione di spaesamento si fece più forte, rendendola irrequieta. Sentiva il bisogno di isolarsi, di sfuggire al caos che la circondava.

Decise di sgattaiolare via, cercando rifugio nel luogo che ormai considerava il suo santuario. Salì le scale fino al secondo piano, muovendosi con passo leggero, come se temesse di essere scoperta. Ogni passo la portava sempre più vicino alla sala della musica, e con esso cresceva la sensazione di anticipazione che la accompagnava.

Quando arrivò davanti alla porta dell'aula, si fermò un istante, il cuore che batteva forte nel petto. Non sapeva perché si sentisse così attratta da quel luogo, ma qualcosa dentro di lei la spingeva ad avvicinarsi, come una calamita. Aprì la porta con cautela, e come si era aspettata, lo trovò lì.

Elijah era seduto su uno sgabello, intento a suonare la chitarra, le dita che scorrevano con maestria sulle corde, producendo una melodia che riempiva la stanza di una dolce malinconia. Il suono avvolse Athena, calmando temporaneamente la tempesta di emozioni che la tormentava. Per un momento, tutto sembrava in sospeso, come se quel piccolo angolo di mondo appartenesse solo a loro due.

Elijah non si accorse subito della sua presenza, troppo concentrato sulla musica. Athena rimase lì, in piedi, osservandolo con un misto di ammirazione e confusione. Non riusciva a capire cosa la spingesse verso di lui, ma sapeva che ogni volta che era vicino a quel ragazzo, qualcosa dentro di lei si smuoveva.

Quando Elijah alzò lo sguardo e la vide, si fermò, interrompendo la melodia a metà. I loro occhi si incontrarono, e per un attimo, la stanza sembrò farsi ancora più silenziosa, come se il mondo intero avesse trattenuto il respiro. Athena si sentì colta in flagrante, come se i suoi sentimenti fossero stati esposti in piena luce, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

"Sei qui di nuovo" disse Elijah con un sorriso accennato, un'ombra di sorpresa nella sua voce. Non c'era nessuna accusa nel suo tono, solo una curiosità che rifletteva la sua stessa confusione.

Athena si avvicinò lentamente, come attratta da una forza invisibile. "Non riuscivo a stare in cortile" ammise, cercando di mantenere la voce ferma. "Mi piace ascoltarti suonare."

Elijah la guardò per un lungo momento, come se stesse cercando di decifrare qualcosa in lei. Poi, senza aggiungere altro, riprese a suonare, invitandola con un cenno a sedersi accanto a lui. Athena si sedette sul pavimento, abbandonandosi alla musica, lasciando che quella melodia le scorresse dentro, alleviando per un momento il peso che sentiva nel cuore.

Sweeter Innocence - Non C'è Innocenza Più Dolce Dei Nostri Gentili PeccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora