cap. 23

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Il giorno seguente, Athena si svegliò con gli occhi ancora gonfi per il pianto della sera precedente. Si sentiva stanca, vuota, come se tutto fosse troppo pesante da affrontare. Nonostante il malessere interiore, si preparò svogliatamente per andare al lavoro. Una parte di lei avrebbe voluto restare a letto, sotto le lenzuola, lontana da tutto, ma sapeva che non poteva permetterselo.

Una volta arrivata al bar, Alexander la notò subito. Le sorrise con il suo solito calore e le diede il buongiorno, ma bastò un rapido sguardo al suo viso per capire che qualcosa non andava. "Tutto bene, Athena?" le chiese con preoccupazione. Athena esitò per un attimo, ma poi decise di non nascondere ciò che stava provando.

"Non mi sento bene oggi... Non so se riuscirò a finire il turno. Ho la testa piena di pensieri.." confessò, abbassando lo sguardo, incapace di nascondere la sua tristezza. Era stufa di tenersi tutto dentro, ma al tempo stesso le pesava parlare di quello che stava attraversando.

Alexander le rispose con la gentilezza che lo caratterizzava: "Se non ti senti bene, non c'è problema. Torna a casa e riposati, ci penso io a dirlo alla proprietaria. Non preoccuparti, davvero."

Athena lo guardò, grata per quella comprensione incondizionata. "Grazie, davvero, Alex... Mi spiace lasciarti solo qui."

"Non ti preoccupare" replicò lui con un sorriso. "La tua salute viene prima di tutto."

Dopo averlo ringraziato di nuovo, Athena si avviò verso casa. Il tragitto fu lento, come se il mondo intorno a lei si muovesse a rallentatore. I pensieri su Matias ed Elijah si facevano sempre più ingombranti nella sua mente. Non sapeva più cosa provare, né come gestire quelle emozioni contrastanti. Da un lato, c'era Matias, dolce, comprensivo, sempre al suo fianco. Dall'altro, Elijah, enigmatico e distante, capace di farle provare emozioni intense, ma anche di farla sentire confusa e persa.

Rientrata a casa, si tolse le scarpe e si gettò sul divano, fissando il soffitto. Ogni tanto i messaggi di Matias le facevano vibrare il cellulare in tasca, ma non aveva la forza di rispondere. Si sentiva bloccata, come se fosse in bilico tra due mondi, incapace di scegliere dove andare.

Alla fine chiuse gli occhi, cercando un momento di tregua dal vortice di pensieri e sentimenti che la tormentava. Ma anche nel silenzio della sua casa, il rumore delle emozioni dentro di lei continuava a rimbombare, incessante.

Athena scorse la rubrica con la mente confusa, il cuore che batteva pesante. Sentiva il bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi, ma sembrava che nessuno fosse disponibile. Quando arrivò al nome di Lux, esitò un attimo. Non erano particolarmente vicini, ma in quel momento la solitudine le pesava troppo. Con un sospiro, decise di chiamarlo.

Il telefono squillò qualche volta prima che la voce di Lux rispondesse dall'altra parte. "Ciao Athena, tutto bene?" chiese con un tono neutro, ma con una leggera nota di preoccupazione. Non era comune che lei lo chiamasse così all'improvviso.

"Ciao Lux... scusa se ti disturbo" iniziò lei, con una voce tremolante che tradiva la sua fragilità in quel momento. "Non sapevo chi chiamare... hai un po' di tempo per chiacchierare?"

Lux fece una breve pausa, come se stesse valutando la situazione. "Certo, non c'è problema. Ho un po' di tempo libero. Che succede?" chiese, il tono più morbido ora.

Athena si rilassò un po', riconoscente per la sua disponibilità. Si sistemò meglio sul divano e iniziò a raccontare, all'inizio con esitazione, poi lasciando che le parole fluissero. Gli parlò del proprio stato d'animo, della confusione tra Matias ed Elijah, di come si sentisse schiacciata tra questi due mondi. Lux ascoltava in silenzio, senza interromperla, e ogni tanto le faceva qualche domanda per farla aprire di più.

Sweeter Innocence - Non C'è Innocenza Più Dolce Dei Nostri Gentili PeccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora