Capitolo 4

61 12 34
                                    

Adele si stava preparando nel suo bagno personale per l’escursione programmata da Xander.
Si stava sistemando i capelli bianchi in una coda alta che non le creasse impaccio, dopo aver indossato la tenuta di allenamento con gli anfibi come aveva suggerito il suo Maestro.
Adele roteò gli occhi al tono perentorio e da baciatemi-tutti-il-deretano che aveva assunto Xander in quelle poche frasi che si era degnato di scriverle nella lettera.

“Indossa la tenuta da allenamento che ti abbiamo procurato; nessun fronzolo da ragazzina.
Non fare cose stupide e soprattutto levati dalla testa l’idea di voler tornare nel Vuoto. Cerca di pensare con la testa prima che con i piedi.  Xander”

Chissà che aveva per la testa.
Tutto ciò che Adele sapeva però, era che moriva dalla voglia di sapere quello che Xander e gli altri non le stavano dicendo.
Voleva sapere.
A qualsiasi costo.

“Pronta?” chiese Xander a mo’ di saluto spuntando nell’atrio dove lo stava già aspettando Adele.
Erano gli ultimi ad uscire, infatti non c’era nessun rumore- il che rendeva l’ambiente inquietante.
“Nata pronta.”
Quando uscirono Xander la prese per un braccio e fece spuntare dalla sua schiena un paio d’ali grandi il doppio del suo intero corpo.
“E… e quelle da quando le hai?” chiese lei sgranando gli occhi
Xander fece una piccola risatina e rispose che quando sarebbero arrivati, avrebbe risposto a tutte le sue domande.
Adele aveva notato però che i Maestri non cercavano mai un dialogo con loro, attenendosi soltanto a qualche frase di circostanza, il minimo indispensabile richiesto per essere cortesi e a spiegazioni riguardo il loro allenamento o la Società in cui erano appena stati catapultati.
È vero che avevano preso l’iniziativa di conoscere i nuovi allievi meglio, ma sembrava più un dovere che una genuina proposta.
Il posto in cui vivevano era grande quanto una città ed era una grande foresta con ruscelli, fiumi e montagne altissime.
“Cosa ci fate con tutto questo spazio?” chiese sconcertata Adele guardando tutto dall'alto
Xander sorrise lasciando che i suoi occhi vagassero liberi per quegli spazi meravigliosi e le rispose: “Ricordiamo.”
Ricadendo in un silenzio imbarazzante, atterrarono vicino ad un ruscello e Xander le consigliò di bere e riempire la sua borraccia perché da quel punto in poi avrebbero camminato.
“Allora Grande Capo, qual è il tuo grande piano?” tentò di iniziare il discorso lei
Lui si girò la testa e la guardò dal basso verso l’alto poichè era in ginocchio, riempiendo la sua borraccia.
Fece un’espressione interrogativa.
“La faccenda di creare un rapporto con me, il posto dove stiamo andando e tutto il resto.”
“Ah.” Rispose lui prestando di nuovo attenzione al ruscello e alla borraccia “Beh, non ho un piano.”
“E dove mi staresti portando?”
“Non lo so; in giro credo.” Fece spallucce lui
Xander era una bellissima creatura, muscoli scolpiti e occhi che lei non riusciva decifrare, ancora; la sua presenza incuteva rispetto ma anche timore quando era necessario, tutto sembrava dipendere da lui e forse era proprio così, visto che lui era il leader della squadra che le stava facendo (o meglio si stava imponendo) da Maestri.
Aveva già conosciuto persone con il suo stesso magnetismo. Era morta per loro. A causa loro.
“Ho già intuito che né tu né la tua squadra volete qualcosa a che fare con me o… con le altre, ma dovreste evitare di farci perdere tempo. Non abbiamo chiesto noi di essere qui o di imbarcarci in queste missioni planetarie come le chiamate voi. Voglio capire e voglio risposte. E vorremmo avere una scelta.” Cercò di ragionare lei trattenendosi dall’usare un tono acido e spazientito
Xander ridacchiò piano e chiese: “Scelta? L’unica altra scelta è l’Oblio della morte, Adele.”
Xander non la guardava negli occhi, così Adele entrò con i suoi anfibi nel ruscello e si pose davanti a lui.
“Stai sporcando l’acqua.”
Quando lei lo fissò con testardaggine lui sbuffò e borbottò a bassa voce qualcosa che lei non riuscì a capire.
“Capisco la tua irrequietezza. Il fatto che io e la mia squadra ci teniamo a distanza da voi non ha nulla a che fare con voi; non fraintendermi, nessuno di noi si è mai aperto con gli altri in tempi molto brevi, ma confesso che è vero che abbiamo più titubanze del solito nell’accogliervi come allievi e… amici. È un problema nostro e non vostro; è anche per questo che ho deciso di far fare a Maestri e allievi queste piccole escursioni, per fare in modo che tutti noi possiamo svolgere il nostro lavoro con diligenza. Non pensare che io o la mia squadra ti facciamo perdere tempo, non sarebbe conveniente a nessuno. Stiamo tutti facendo del nostro meglio.” Fece un mezzo sorriso di scherno
“E poi,” le fece l’occhiolino “non aver programmato un posto dove portarti non vuol dire che non imparerai nulla.”

THE UNDEADDove le storie prendono vita. Scoprilo ora