Capitolo 20

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Maeresilda adesso le stava di sopra.

La vecchietta cercava di sollevarla e, sorprendentemente, ci riuscì.
Adele adesso almeno non sentiva più freddo.
Un po’ perché la signora sopra di lei la stava abbracciando e le stava donando parte del suo calore corporeo- e un po’ perché adesso almeno aveva una quasi certezza che non si fosse immaginata di essere in uno stupido buco nero chiamato Farnweh.
Scusatemi... ma io proprio devo dirlo: ADESSO TI PIACE IL FARNWEH EH? Doppio giochista.
Immaginatemi arrabbiato.

Comunque...
Almeno non era in una stupida e fetida cella.
La signora, oltre a quelle parole iniziali non disse nulla; entrambe rimasero sul pavimento, Adele supina e con la testa sulle gambe della Grande Consigliera.
Maeresilda la stava cullando come si fa con i bambini, ma ad Adele non dispiaceva.
Ad un certo punto Maeresilda cominciò a intonare una melodia- forse una ninna nanna.
Adele scoprì di aver chiuso gli occhi, ad un certo punto.
Li aprì.
Erano stranamente umidicci e appiccicosi. Così come il resto del suo corpo, d’altronde.
I capelli erano sul suo viso e adesso le davano fastidio, ma prima che la sua mano raggiungesse la sua fronte, Maeresilda già le stava liberando il viso dai suoi capelli sudati con carezze gentili.
Le sue mani erano fredde e le portavano sollievo.

Il viso era bagnato, se da lacrime o sudore nessuno riuscì mai a capirlo.
Adele sperava che era quest’ultimo a bagnare il proprio viso.
“Oh, cara…” gemette la Consigliera triste “sei tutta sudata.”
Ad Adele non piaceva il tono di pietà, ma sarebbe stato molto peggio muoversi per svincolarsi.
O parlare per dirle di andare via.
Quindi rimase lì, a sottostare alla Consigliera che con un panno asciutto (che fece comparire con la magia), le asciugava la fronte e il collo.

“Ho il permesso di trasportarti fuori per un po’ di aria fresca, mia cara?” le sorrise Maeresilda
Adele si guardò intorno e grazie alla strana luce che emanava una lanterna riuscì a vedere la sua stanza.
Che quella lanterna fosse della Consigliera? La stava osservando mentre era incosciente? Perché era lì?

“Solo qui fuori, nel balcone, tesoro.” Sussurrò ancora
Adele annuì.
Maeresilda la coprì con la coperta del letto e poi la trasportò a mo’ di sposa verso il balcone.
Adele era stupita della forza della vecchietta.
I Viandanti erano davvero creature magnifiche.
Maeresilda fece apparire una sedia e una sdraio e in quest’ultima vi adagiò la nostra amica.
“Ecco qui, dolcezza. Questo aiuterà.” Disse poi porgendo una tazza fumante appena comparsa
“Cosa è?” raspò con la voce Adele
“Una semplice limonata calda. Fa bene alle corde vocali e alla nausea. In più aiuta il tuo cervello a gestire i postumi dello shock.” Spiegò
Adele decise di bere e constatò che effettivamente la vecchietta non aveva tutti i torti.

Il silenzio che si era creato era piuttosto piacevole, quindi ovviamente la Consigliera ha dovuto interromperlo.
“Com’è andata la giornata, mia cara?”
Adele non sapeva come rispondere. La vecchietta ha cominciato un discorso come se pochi secondi prima non l’avesse vista scossa da spasmi...
“T-tutto bene…”
“Vengo a portarti notizie del tuo amico Ian e della sua squadra.” Sorrise gentile
“T-tu come…”
La signora ridacchiò “Come faccio a saperlo?”
Maeresilda alzò le spalle e fece l’indifferente e l'innocente.

“Persona davvero rara e preziosa, il nostro Ian. Devo ammettere, cara” disse avvicinandosi e sistemandole i capelli pettinandoglieli indietro con le dita “che hai davvero un grande gusto riguardo le persone le quali permetti a te stessa di avvicinare.”
Un altro sorriso dolce.
“N-non siamo esattamente amici.” Sbuffò
Una risata.
Un’altra carezza.
“E cosa, esattamente, serve per ufficializzare l’inizio di un’amicizia? Sopravvivere l’apocalisse insieme?”
Adele si girò così bruscamente che quasi le si spezzava il collo.
Quante persone sapevano della sua vita passata?
Adele era furiosa. A buon ragione direi anche.
“Comunque…” riprese Maeresilda non volendo darle altre paranoie “le notizie sui Nepenthes che porto…loro sono nel loro nuovo mondo e stanno già pianificando per la vittoria. Nessun danno è stato recato loro.”
“Sei venuta qui solo per dirmi questo?” chiese incredula Adele
“Beh.” Aguzzò gli occhi la vecchietta, stringendo le labbra “Non c’è di che, Adele Ninveadis.”
Fu il turno di Adele di ridacchiare.

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