Capitolo 23

14 2 2
                                    

E adesso dovrò ricordarmi di te più a lungo
di quanto ti abbia conosciuto.
-c.c. Aurel


Per la Festa dei Viandanti nessuna delle nostre Allieve preferite sapeva cosa aspettarsi.
Balli? Buffet? Combattimenti non clandestini? La storia dei primi Viandanti messa in scena? Preghiere come in un rito religioso?

Però in realtà era più semplice di quanto pensassero.
Per quanto l’idea di mettere in scena le vecchie storie del nostro popolo non sia un’idea così brutta- dovrò proporre per la prossima volta-, in realtà la Festa del Viandante si basa semplicemente sulla vita.
Si fa quel che si vuole, che sia danzare, cantare, mangiare, bere oppure starsene per i fatti propri o addirittura alla propria Base, ognuno fa quel che vuole.
Tutto caotico, un po’ come la vita.

Non ci sono regole, ma c'è la tradizione di onorare i propri Maestri chiedendo loro di danzare.
Che sia nella Grande Reggia (dove si tiene la festa), nella propria Base o in un Bosco poco importa.

Non è una regola, ripeto, è solo una tradizione carina, quindi chi vuole può benissimo astenersi.
Fa la figura del villano e del codardo? .
Ma ha la scelta di fare la figura di merda ballando oppure non ballando.
Questo nessuno lo nega.
Chiamasi Democrazia Illusoria. Ah non si può dire?
Eh che palle non si può dire niente qua... che scrivo a fare questo libro se non posso sbutt****parte censurata da Poteri Alti****
Vaffanculo.
Andiamo avanti va...

I Ninveadis non volevano nemmeno dire alle loro allieve di questa tradizione, perché non volevano metterle a disagio.
Furono i Fyk’irenia che raccontarono tutto alle nostre ragazze.
“C’è un protocollo preciso da seguire?” chiese Indra
“Perché? Hai intenzione di seguire la tradizione?” chiese Hec stupita
“Non ho nulla contro Lysèq.” Dichiarò offesa Indra “Quindi non vedo perché non dovrei chiederle di ballare con me.”
Hec si ammutolì.
Adele si trovò stupita nel notare che c’era qualcuno con mura più alte delle sue.
Eppure Hec le era sembrata abbastanza aperta e socievole...
Come mai questa reticenza? Che la sua fosse solo una facciata? Forse non si fidava di nessuno e aveva preso in giro tutti.

Persino Adele non aveva nessun problema a chiedere a Xander di ballare.
Anche se io, personalmente, credo fermamente che sia perché la nostra amica si stava sciogliendo piano piano.
“Nessun protocollo, signorine.” Disse gentile e comprensivo il Fyk.
“Chiamaci per nome, LLoan. Quante volte te lo dobbiamo ripetere?” chiese divertita Adele
“Finchè per sbaglio userò i vostri nomi.” Scherzò LLoan
E così le nostre Allieve si prepararono per la festa. Probabilmente ognuno si sarebbe vestito come gli pareva... infatti alcuni si presentarono addirittura con una tuta simile a un pigiama.
Quindi le nostre amiche non si curarono troppo delle formalità.

Adele si presentò con la divisa formale che trovò nell’armadio. O almeno credeva fosse formale, non aveva visto nessuno indossare una simile divisa elegante- che poi quel giorno Adele si stupì di trovare quell’indumento nel suo armadio, non lo aveva mai notato.
Chissà, aveva pensato Adele, magari glielo aveva intrufolato come sorpresa Xander mentre lei si preparava in bagno- e ne ebbe la consapevolezza quando vide anche lui in una divisa formale simile a quella che stava indossando.
E la corona di re e reginetta del ballo va a...
Sto ridendo.

Diana indossava un abito blu lungo, Indra un vestito rosso quasi troppo corto per le sue gambe chilometriche, Hec un vestito bianco che le avvolgeva il corpo e che le ricadeva morbido come una cascata e Lok invece indossava un completo formato da pantalone e giacca eleganti neri, con sotto un semplice corsetto grigio scuro.
Oh, le persone avrebbero sbavato dietro alle sue compagne, si ritrovò a pensare Adele.
Anche se lei stessa era in egual modo consapevole di dover fare i conti con i colli rotti di un bel po’ di persone che nella loro furia di girarsi a guardarla avrebbero commesso quasi un suicidio.

THE UNDEADDove le storie prendono vita. Scoprilo ora