11} LIVERISLAND

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L'aria della sera era dolce e carica di una promessa: la promessa di una notte sfavillante di luci, di risate e di segreti sussurrati al chiaro di luna. Le strade di Liverisland, illuminate da lanterne dal tenue bagliore dorato, erano percorse da una folla variegata e brulicante. La Sagra della Moda aveva attratto nobili e mercanti, avventurieri e artisti da ogni dove, tutti ansiosi di immergersi nell'atmosfera elettrica dell'evento.

T/n osservava con un misto di curiosità e lieve disagio la moltitudine che si agitava intorno a lei. Nonostante l'eleganza e la maestosità che contraddistinguevano quell'isola in festa, sentiva un'estraneità persistente. Il suo spirito guerriero non si conciliava facilmente con la frivolezza di quelle bancarelle e con la leggerezza degli abiti che fluttuavano esposti nelle vetrine. Eppure, c'era qualcosa in quella serata che la faceva esitare: il ricordo delle parole di Robin, pronunciate poche ore prima, le risuonava ancora nella mente, un tarlo sottile che si insinuava nei suoi pensieri.

«Forza, T/n! Non puoi essere così rigida!» la voce di Nami la riportò bruscamente alla realtà. La navigatrice stava esaminando con sguardo critico il centesimo abito che aveva provato. «Non capisco come tu possa restare così impassibile davanti a questa bellezza!»

Accanto a lei, Robin manteneva la solita eleganza distaccata, avvolta in un raffinato tailleur gessato di un blu notte, con sottili righe color argento che correvano lungo il tessuto, esaltando la sinuosità dei suoi movimenti. Il taglio maschile del completo si fondeva alla perfezione con la sua figura, donandole un'aria sofisticata e autorevole, come una dama dei salotti più esclusivi o una stratega in un campo di battaglia. Il gilet che indossava, leggermente scollato, suggeriva una femminilità velata ma decisa, mentre i bottoni d'argento riflettevano le luci soffuse del negozio.

«Nami,» intervenne l'archeologa con un sorriso paziente, «mi chiedo quanto ancora dovremo aspettare prima che tu ti decida.»

La rossa fece una smorfia, ma i suoi occhi brillavano di eccitazione. «Devo essere perfetta! In questa festa circolano più soldi di quanto tu possa immaginare. Non possiamo perdere un'occasione del genere.»

T/n seguì la scena con un leggero senso di distacco. Aveva accettato di accompagnarle più per evitare i capricci insistenti di Nami che per reale interesse. Le sue mani si strinsero nervosamente intorno ai lembi dell'abito che indossava, un capo che Robin le aveva scelto con un occhio attento e premuroso.

«Non ti sta affatto male,» sussurrò la donna dai capelli corvini, avvicinandosi silenziosa alle sue spalle. La voce di Robin era un balsamo gentile, come il calore di una madre che conforta un bambino incerto. «Sei bellissima, T/n, e anche tu meriti di sentirti speciale, almeno per una sera.»

«Non sono sicura di essere il tipo da questi vestiti...» mormorò T/n, osservando il riflesso nello specchio con una certa esitazione. Il vestito che indossava era di un nero profondo, decorato da fini ricami argentati lungo l'orlo e le maniche. La scollatura era discreta, accennando appena alle sue spalle scolpite, mentre la gonna scendeva fluida, sfiorando il pavimento in un abbraccio morbido e avvolgente. Eppure, nonostante la sua bellezza, non riusciva a sentirsi a suo agio.

Robin, con la sua solita saggezza silenziosa, si sedette accanto a lei nel piccolo camerino. «Ti capisco, ma credimi, è proprio in momenti come questi che dobbiamo permetterci di vedere oltre l'immagine che abbiamo di noi stesse.» Un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra. «Inoltre, sono certa che, lui, apprezzerà.»

T/n avvertì un'improvvisa fitta d'imbarazzo. «Lui chi?» domandò, cercando di celare il nervosismo.

Robin la fissò con uno sguardo complice e affettuoso. «Lo spadaccino, ovviamente.»

Il cuore di T/n mancò un colpo. «Zoro?! Non credo proprio... siamo solo amici.»

«Amici, certo.» ripeté la donna con un tono tanto dolce quanto ironico. «Ma vedi, conosco Zoro abbastanza da capire quando il suo atteggiamento cambia, e con te cambia spesso. E anche tu, ammettilo, sei diversa quando sei con lui.»

Le parole di Robin avevano colpito nel segno, insinuandosi in quei pensieri che T/n aveva cercato a lungo di tenere nascosti persino a sé stessa. Da quando erano diventati più vicini, c'era stata una crescente familiarità, una tacita intesa fatta di sguardi e silenzi condivisi. Ma non poteva esserci altro, non con un uomo come lui, così dedito alla sua via da non lasciar spazio per simili complicazioni. Eppure...

«Io credo solo di essere diventata più... abituata alla sua presenza, tutto qui. E poi sai bene che Zoro non è il tipo che si interessa alle donne.»

Robin si alzò, lasciando che le sue dita passassero con delicatezza tra i capelli di T/n, in un gesto carico di tenerezza. «Forse, ma tu non sei una donna qualunque, T/n. Sei speciale, più di quanto tu stessa non creda, e anche un asessuato eremita come Zoro non potrebbe non accorgersene.»

Un lieve sussulto scosse il corpo della giovane spadaccina. Le parole della compagna erano come piccoli semi piantati nel terreno già fertile dei suoi dubbi, costringendola a confrontarsi con una realtà che aveva sempre evitato. Come poteva lei, con il suo passato oscuro, essere degna di qualcuno come Zoro?

Robin sembrò intuire il tumulto interiore di T/n, perché si affrettò a spezzare quella tensione con un sorriso gentile. «Andiamo a pagare. Questo te lo regalo io.» Il tono della sua voce era dolce, quasi materno, e riuscì a strappare un debole sorriso a T/n, che annuì silenziosamente.

***

La sera successiva, l'isola era immersa in un'atmosfera ancora più incantata. Le strade, adornate con festoni luminosi, pulsavano di vita, e il suono della musica si spandeva ovunque, fluttuando nell'aria come una melodia carezzevole. Nella camera d'albergo, T/n si stava preparando per la festa, il cuore battente in una sinfonia di ansia e aspettative non dette.

Robin, già pronta nel suo completo impeccabile, la osservava con un misto di compiacimento e affetto. «Stai benissimo,» affermò con convinzione. «E vedrai, sarà una serata che ricorderai.»

Nami, splendida in un abito arancione che abbracciava ogni curva con audace eleganza, sembrava non vedere l'ora di immergersi nel caos della festa. «Forza, ragazze! Ci aspettano fuori, non possiamo far tardi.»

Quando finalmente uscirono dalla stanza, il mondo sembrò fermarsi per un istante. Sanji, che le attendeva all'ingresso, restò senza parole, gli occhi spalancati in un'espressione di pura adorazione. «Nami-swaan, Robin-chwaaaan, T/n-swamaaa... siete un sogno incarnato!»

Il biondo chef cominciò a versare fiumi di complimenti, ma T/n notò con la coda dell'occhio un'altra figura che la fissava in silenzio. Zoro, appoggiato contro una parete, la stava osservando con un'intensità che la fece rabbrividire. Non c'era nulla di malizioso o sfrontato nel suo sguardo, solo una calma penetrante che sembrava voler leggere ogni suo pensiero.

Finalmente, ignorando completamente Sanji, Zoro si avvicinò con passi lenti e misurati. «Stai bene.» disse a bassa voce, con quella sincerità asciutta che lo caratterizzava. Non era un complimento esagerato né carico di secondi fini. Era solo una verità, una verità che si fece strada dritta nel cuore di T/n, riscaldandola come una brace nascosta sotto la cenere.

«Grazie.» rispose lei, sforzandosi di mantenere un tono neutro nonostante l'agitazione interna.

I loro sguardi rimasero legati per un istante in cui il mondo attorno sembrò dissolversi, lasciando solo loro due, prima che Zoro le porgesse il braccio, con un gesto silenzioso eppure incredibilmente significativo. Lei accettò con una calma apparente, mentre dentro di sé cercava di soffocare l'agitazione che la pervadeva.

Memories    (ZoroxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora