8} Scomode situazioni

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L'aria nella sala d'allenamento della Thousand Sunny era satura di salsedine e di quel lieve odore ferroso tipico delle armi consumate da battaglie innumerevoli. La luce dorata del tramonto si insinuava attraverso gli oblò, proiettando lunghe ombre che si allungavano sulle pareti e sui pavimenti lucidi. Il leggero dondolio della nave rendeva l'atmosfera quasi ipnotica, un ritmo costante che cullava il silenzio interrotto solo dal suono metallico delle spade che si scontravano e dai respiri affannati di chi vi si stava allenando.

T/n aveva scelto quel momento della giornata per allenarsi da sola, quando il resto della ciurma era impegnato in altre attività e la palestra poteva offrirle una certa solitudine. La donna stava eseguendo una serie di affondi rapidi, affilando i suoi movimenti con la stessa precisione con cui un artigiano affina la lama di un coltello. Ogni muscolo del suo corpo rispondeva al comando con sincronia perfetta, la spada che scattava in avanti con letale eleganza, mentre la sua mente si concentrava su ogni piccolo dettaglio, ignorando completamente ciò che la circondava.

I capelli, intrisi di sudore, le scivolavano sul volto, ma T/n non si curava di sistemarli. Il bruciore nei polmoni e il formicolio delle gambe erano segnali che stava spingendo i suoi limiti, ed era proprio quello che desiderava. In quegli istanti, trovava pace nell'isolamento fisico e mentale che l'allenamento le donava. Tuttavia, la sua solitudine venne improvvisamente spezzata da un movimento sulla soglia della palestra. Senza voltarsi, percepì la presenza di qualcuno. Fu solo quando sentì il suono familiare e ritmato dei passi che capì chi fosse.

Zoro entrò nella stanza con la sicurezza di chi conosce ogni angolo di quel luogo come il palmo della propria mano. Il suo sguardo si posò immediatamente su T/n, notando la grinta e la determinazione che trasparivano da ogni suo movimento. Lei non gli diede peso, continuando i suoi esercizi con concentrazione ferrea, ma Zoro era ben consapevole che la sua presenza era stata notata. Sapeva che tra i due c'era una sorta di sfida silenziosa, un tacito accordo che li spingeva a misurarsi ogni volta che si trovavano nello stesso spazio.

Zoro si tolse la camicia con un gesto brusco, gettandola distrattamente su una panca. Il suo torso, temprato da anni di allenamento incessante, brillava leggermente alla luce calda del tramonto, le cicatrici che lo attraversavano erano testimoni di battaglie vissute e vinte con fatica. Si avvicinò a uno dei manichini per l'allenamento, impugnando le sue spade con una facilità che contraddiceva il loro peso. Le armi tagliavano l'aria con sibili precisi, quasi come se fossero un'estensione naturale del suo corpo.

Mentre si allenavano separatamente, entrambi erano consapevoli l'uno dell'altro. Le loro menti vagavano, distratte dai movimenti fluidi e dalla forza che ciascuno dimostrava. T/n si trovò a osservare il modo in cui i muscoli di Zoro si tendevano e si rilassavano, il suo corpo che si muoveva con una grazia animalesca e brutale allo stesso tempo. Il sudore colava lungo la schiena scolpita del compagno, tracciando percorsi sottili che si perdevano tra i segni delle ferite antiche. La sua concentrazione era feroce, come un predatore pronto a scattare, e T/n non poté fare a meno di ammirare la dedizione assoluta che traspariva da ogni suo gesto.

Zoro, dal canto suo, non era indifferente alla presenza di T/n. Era impossibile non notare la padronanza con cui maneggiava la spada, i muscoli tonici che si tendevano a ogni affondo, la pelle lucida di sudore che scintillava sotto la luce dorata. Aveva sempre rispettato la sua forza, ma in quel momento qualcosa di diverso si insinuava nei suoi pensieri, un'ammirazione che sfociava in un'inquieta consapevolezza della sua femminilità, qualcosa che Zoro cercava di ignorare con tutte le sue forze.

Alla fine, fu Zoro a rompere il silenzio. «Vuoi fare sul serio?» chiese, con un tono che era al contempo una sfida e un invito.

T/n si fermò, girandosi lentamente verso di lui, con un sorriso che increspò le sue labbra. «Pensi davvero di tenermi testa, spadaccino?» rispose con un'intonazione leggermente provocatoria, mentre stringeva l'impugnatura della spada con più forza.

Memories    (ZoroxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora