Capitolo 9

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Louis si sveglia la mattina dopo con la testa che sta per esplodere.

"Oh mio Dio," sospira, cercando alla cieca l'acqua sul comodino. Ma cazzo, non c'è - e dov'è esattamente Niall? Non dovrebbe essere qua a controllare se sta bene e servirlo?

Quando Louis è finalmente entrato in casa barcollando ieri sera, il biondo non era da nessuna parte, ma c'erano solo i resti di uno stufato irlandese nel lavandino a indicare che era stato lì dall'ultima volta che Louis lo aveva visto.

La cosa non lo ha irritato o altro. Non è che avesse pianificato mentalmente la sua filippica sulla festa e su Harry Styles mentre tornava a casa o altro. Si godeva davvero la pace della solitudine.

Se Niall fosse stato lì, probabilmente sarebbe finito a suonare il fottuto pianoforte o a scoreggiare.

Ma ora Louis è sveglio (solo nel senso più generoso del termine) che a malapena respira, con il cuscino sul viso, mentre maledice silenziosamente la sua esistenza.

"Niall," chiama debolmente, con la voce appesantita dal sonno e dalla disidratazione.

Lo champagne è il male. È buonissimo, ma è il male.

"Niall," tenta di nuovo, ma la porta è chiusa e sa che Niall non è abbastanza vicino per sentire le deboli suppliche di Louis.

Ma per fortuna siamo nel ventunesimo secolo.

Sentendosi come se fosse appena uscito dal buco del culo del diavolo, Louis cerca il suo telefono, trova il nome di Niall (ignoriamo il fatto che ora il suo numero era tra i preferiti, era solo per comodità) e lo preme con tutta l'intensità che il suo stato di sbornia e di pietà gli permette di avere.

Squilla una volta.

"Tommo!" Niall risponde con entusiasmo. "Dove sei? Stavo giusto per chiedere a Rory di portarci del cibo."

"Sembri piuttosto allegro per essere stato svegliato così presto," dice Louis.

"È quasi mezzogiorno."
"Mezzogiorno è presto. Qualsiasi momento della giornata in cui c'è il sole è presto."

"Non posso dire di non essere d'accordo con te. Ma a prescindere da questo, ero a lezione. Sono appena tornato, infatti."

Lezione.

È lunedì.

Cazzo.

CAZZO.

"Cazzo," ripete Louis, ed è uno squittio di disperazione. "Ho saltato lezione! Di questo passo mi cacceranno da scuola."

"Non essere drammatico. Allora, che ne dici? Vuoi qualcosa in particolare? Salmone? Un panino? Lasagne?"

"Avrò bisogno di benzina. E un fiammifero. E un po' di polvere da sparo, già che ci sei."

"... Ha a che fare con Harry?"

"No. Beh. Cioè, volendo sì. Ma no, Niall, credo di stare per morire."

"Dove sei?"

"Nella mia stanza."

"Mi hai chiamato dalla tua stanza?"

"Sì."

"Sei lì dentro in questo momento?"

"Sì."

C'è una pausa sull'altra linea, poi il rumore di passi pesanti. La porta si apre e c'è Niall in pantaloncini di jersey neri, una camicia a maniche lunghe color crema e uno zainetto, con il telefono premuto all'orecchio. Sembra stanco, con occhiaie profonde sotto gli occhi, ma la luminosità del suo sorriso scaccia via ogni ombra.

"Sia lodato Gesù," dice Louis, lasciando cadere il telefono all'istante. "Vieni qui," chiede, con le braccia tese. "Trascinami in giro, prendimi dell'acqua e drogami. Ti prego."

Niall fa un sorriso più ampio e infila il telefono in tasca prima di rimbalzare verso Louis, facendo scivolare le braccia sotto il suo corpo.

Bene, a quanto pare ha davvero intenzione di prendere in braccio Louis. Non c'è da lamentarsi.

"Serata divertente?" Niall ride, sollevando Louis in aria. Il che non aiuta il suo stomaco.

"Cos'è il 'divertimento'? Non l'ho mai sentito nominare. Conosco solo il 'dolore' e il 'rimpianto'," geme Louis, afferrandosi l'addome. "Puoi chiamare di nuovo Rory e dirgli di portarmi in ospedale?"

Niall ride ancora più forte nell'orecchio di Louis (ahi) prima di precipitarsi in salotto e farlo cadere rovinosamente sul divano.

"Ahi!" Louis piagnucola, riparandosi gli occhi dalla luce. "Potresti essere più delicato!"

"Non ho tempo per la delicatezza." Niall si allontana e Louis lo sente rovistare negli armadietti, aprire il rubinetto e canticchiare qualche motivetto insopportabilmente allegro.Morte agli irlandesi.

Quando è tornato, Louis ha già stilato una lista mentale dei dieci migliori edifici da cui si getterebbe in questo momento per sfuggire alla sua infelicità. Perché, è vero, Louis è sempre stato un po' festaiolo e ha avuto la sua buona dose di sbornie. Ma mai come questa. È quasi del tutto sicuro che Harry lo abbia avvelenato.

"Credo che Harry mi abbia avvelenato," dice ad alta voce, afferrando il bicchiere d'acqua e le pastiglie che gli vengono offerte.

"Immagino che dobbiamo aspettare e vedere," dice Niall alzando le spalle, con le mani sui fianchi e lo sguardo pensieroso su Louis.

"Vedere cosa?"

"Se muori."

"Fantastico," Louis lo fulmina con lo sguardo, ma riappoggia la testa sul cuscino.

"Allora, com'è andata?" Niall chiede, sollevando le gambe di Louis mentre si siede accanto a lui, facendogliele poggiare sulle ginocchia.

"Non così in fretta. Dove sei stato? Ieri sera non c'eri. Sono tornato a casa e l'appartamento era vuoto," si rammarica Louis.

"Sono uscito con alcuni amici. Niente di che, solo qualche pub e club e roba del genere. Ho incontrato Mick Jagger!" Niall aggiunge poi.

Louis si toglie le mani dagli occhi.

"Prego?"

"Ho conosciuto Mick Jagger. Ho una foto, te la faccio vedere dopo."

Louis vorrebbe davvero approfondire la questione ("HAI INCONTRATO MICK JAGGER E NON E' LA PRIMA COSA CHE MI HAI DETTO?" e "MA DOVE CAZZO ERI TU CHE MICK JAGGER SE NE ANDAVA IN GIRO A INCONTRARE GENTE?") ma la testa gli pulsa e il retrogusto amaro del liquore e del vomito potenzialmente imminente gli riempiono la bocca.

Così si limita a gemere per la frustrazione e si adagia di nuovo sul cuscino, con le mani sugli occhi.

"Bene, allora. Hai appena perso il tuo turno di parlare dato che sei un idiota," borbotta irritato.
Niall si limita a ridere in risposta. "Anche la mia serata è stata divertente. Lunga, frustrante, sudata, ma divertente. Zayn e Liam si sono divertiti. C'era una fontana di champagne potenzialmente avvelenata, c'era un sacco di musica di merda, una splendida piscina piena di troppa gente, del buon cibo e ho anche potuto assistere in prima persona allo sdoppiamento di personalità di Harry Styles."

"Davvero?" Chiede Niall, sorpreso, con un braccio appoggiato allo schienale del divano. "Che cosa ha fatto?"

"Beh, ha cercato di nuovo di rimorchiarmi. E poi lo ha rifatto un'altra volta. Ma poi si è arreso e si è trasformato in un perfetto stronzo, avresti dovuto vedere la sua faccia. Poi è salito sulla fontana e ha cominciato a urlare e sembrava sull'orlo di un crollo mentale. E poi, all'improvviso, è tornato normale. Come se non fosse successo nulla! È stato pazzesco, amico. Non avevo mai visto una cosa del genere."

Niall sorride e scuote la testa, battendo una mano sul braccio di Louis. "Beh, almeno vi siete divertiti e lui ha finito per lasciarvi in pace. Fammi sapere se ti dà fastidio, capito?" Louis annuisce, un po' a malincuore, ma in ogni caso attenua le leggere pieghe di preoccupazione sul volto di Niall. "Bene," annuisce. "Ora, visto che ti senti così di merda, perché non fumiamo prima di pranzo? Quand'è la tua prossima lezione?"

"Ne ho una tra circa due ore," dice Louis imbronciato. Perché è di nuovo a scuola? Chi ha detto che è divertente? Con un sospiro, si rannicchia su se stesso, sprofondando di più nei cuscini del divano.

"Perfetto".

E Niall si alza per prendere il suo bong, mentre Louis mugola per il dolore.

*

"Si potrebbe pensare che tu voglia essere uno studente modello," si sforza Niall mentre tiene il fumo nel petto, passando il piccolo oggetto di vetro a Louis. "Visto che spendi tutti questi soldi che in realtà non hai."

Louis è sempre più consapevole della totale mancanza di tatto di Niall.

"Sono i soldi di Charles, non i miei," borbotta, avvolgendo le labbra intorno al vetro liscio e facendo scattare l'accendino. "Inoltre, ho saltato solo un paio di lezioni. Oggi è giorno di riposo. Domani tornerò in forma."

"Chi è Charles?"

"Mio padre," risponde la bocca piena di fumo.

"Perché lo chiami Charles?"

"Perché fai così tante domande?" Louis tossisce mentre il fumo gli esce a cascata e la vista si annebbia. "Ehi, mi prendi il telefono?"

Niall annuisce, con gli occhi rossi e sbarrati, e si solleva dal divano. I suoi movimenti sono meno vivaci e più calibrati quando si dirige verso la stanza di Louis.

Torna un attimo dopo con il cellulare in mano.

"Grazie, amico. Sei il migliore," dice Louis distrattamente, accendendolo.

E - oh!

Un messaggio di Liam!

'Picnic oggi alle 16:00. Vestiti di blu. :)'

"Vestiti di blu," ripete Louis, alzando le sopracciglia. "Questi tipi sono fuori di testa, vero? Comandano a bacchetta".

Niall sorride vagamente. "Chiunque sia nato con i soldi è così."

"Beh, sicuramente so che tu lo sei."

Annuisce. "Sono fatto così. Comunque dovresti andare."

"Tu vieni con me."

"Devo andare a canottaggio."

La mascella di Louis crolla per l'indignazione, mentre si volta verso di lui. "Ormai sta diventando una scusa, vero?"

"No, amico," ridacchia Niall, stiracchiandosi le gambe.

"Ma ho promesso loro che saresti venuto. Ora sembrerai scortese. Non puoi essere scortese con Zayn Malik."

"Verrò la prossima volta. Dico sul serio," aggiunge allo sguardo ironico di Louis, "credo che mollerò la squadra."

"Perché? Perché ti manco?" Louis lo stuzzica, arricciando il viso (cosa che gli provoca delle fitte al cervello ancora un po' martellante) e sbattendolo contro il collo di Niall, che ride e si scosta.

"Troppo canottaggio," spiega tra le risate, poi si alza, arruffando i capelli di Louis mentre passa.

"Mi auguro che tu non stia andando a sederti a quel maledetto pian..."

Ma Louis viene interrotto dall'inizio di "A Thousand Miles".

"Lo spaccherò quel coso prima o poi", brontola tra sé e sé mentre crolla sul divano, a faccia in giù.

E anche se la testa comincia a fargli un po' meno male al tintinnio delle note, Louis non lo ammetterà mai.

*

Quando Louis va a lezione quel giorno (da bravo ragazzo qual è - Niall stava cercando di convincerlo a giocare a calcio) sente il nome di Zayn ripetuto tra i vortici dei sussurri, ancora e ancora. E ancora. E ancora.

"Ho visto Zayn Malik oggi!"

"Zayn Malik mi ha appena invitato a una festa!"

"Sapevi che Zayn Malik ha fatto buttare Gilbert Fopp nel lago dai suoi ragazzi?"

"Zayn Malik si scopa tutti alle sue feste. Ecco perché invita solo le belle ragazze."

"Ho appena sentito Zayn Malik dire a qualcuno che ha comprato una quota della scuola per poterla co-gestire con suo padre."

"Oddio, Zayn Malik ha appena minacciato di assumere dei sicari perché un ragazzo ha tagliato la fila!"

E così via, ogni sussurro è più oltraggioso dell'altro.

La prima dozzina di volte, Louis li richiama.

"Non dite fesserie", dice a un gruppo di ragazze ridacchianti, con le borse Louis Vuitton strette al petto e i capelli lucenti. "Non direbbe mai una cosa del genere. Smettetela di mettere in giro queste voci del cazzo."

Ma gli vengono rivolti solo sguardi vuoti, prima che riprendano la loro conversazione in piena allegria.

Sarà una lunga giornata.

E anche se Louis non dovrebbe ascoltare, non dovrebbe prendere a cuore nulla di tutto ciò, non può fare a meno di provare un misto di fastidio - probabilmente conosce Zayn meglio di tutti questi ragazzi e ragazze e Zayn non è affatto come viene dipinto - e curiosità.

Perché anche se Louis va d'accordo con Zayn e si è affezionato sempre di più a lui nelle due occasioni in cui si sono incontrati, non lo conosce davvero. E Louis non è mai stato un tipo ingenuo. Sa che le persone sono capaci di molte cose insospettabili.

Per quanto ne sa, Zayn potrebbe davvero aver assoldato un sicario perché si è spazientito nell'attesa del suo cappuccino. È del tutto possibile, e Louis non può davvero sostenere una tesi in un senso o nell'altro. Il ragazzo ha sicuramente il potere di fare qualsiasi cosa.

Un po' frastornato (cos'è diventata la sua vita?), Louis trascorre il resto delle lezioni in uno stato di semi-incoscienza, immaginando i vari scenari in cui sarebbe stato spinto a misure così estreme da assumere un sicario.

*

"Io vado al club!" Niall lo saluta appena Louis varca la porta, frastornato per aver sentito troppi nomi di drammaturghi in troppo poco tempo. Ma non possono fermarsi a Shakespeare? Non è l'unico che conta davvero? Per quale motivo ha scelto di studiare teatro?

"Rema, rema, rema la tua barca", canta Louis in un borbottio, sbattendo in aria un pugno falsamente entusiasta mentre butta a terra la borsa a tracolla e si toglie le scarpe.

"Divertiti al tuo picnic. Buona fortuna con Harry. Se fa lo stronzo scrivimi," dice Niall, con gli occhi blu puntati con autorità, e Louis non può fare a meno di ridere.

"Smettila di agitarti e vai."

"Dico sul serio, però. Mandami un messaggio se ci sono problemi. Me lo prometti?"

"Te ne vai e basta?"

"Promesso?"

Louis calcia letteralmente Niall fuori dalla porta e gliela sbatte in faccia. "PROMESSO!" grida attraverso il legno pesante con un sorriso e gli occhi al cielo.

Sente l'ovattato "Sarà meglio" di Niall, prima che i suoi passi si dissolvano nel nulla.

E ora è Louis vs. Picnic.

Il primo e più importante punto della lista? L'outfit.

Così Louis si precipita nell'armadio di Niall.

*

Una volta che Louis si è vestito adeguatamente (camicia blu, skinny jeans grigi e scarpe di pelle) e ha ricevuto un'utilissima telefonata da Liam ("Incontriamoci nelle nostre stanze e non portare niente se non te stesso!"), esce dal suo appartamento, con la consapevolezza di dover fare i compiti a un certo punto della serata nascosta in fondo alla mente.

Ripercorre la strada fatta il giorno del primo pranzo, trovando la strada per la torre e salendo i gradini fino a raggiungere la familiare porta di quercia, socchiusa esattamente come lo era stata solo pochi giorni prima.

"La festa può iniziare, sono qui!" Louis annuncia, spingendo la porta.

Liam è in piedi vicino alla finestra, vestito con un gilet celeste, una camicia bianca immacolata e pantaloni celesti. Sta scrivendo un messaggio sul suo cellulare, mentre la luce della finestra gli illumina il fianco destro, prima di alzare lo sguardo con un sorriso felice all'arrivo di Louis.

"Louis!" esclama, sembrando genuinamente entusiasta.

Louis classifica Liam come un cucciolo. Niall è il drago, Zayn è il serpente e Liam è il cucciolo. E considerando che il cucciolo è innamorato del serpente, si crea uno scenario molto interessante.

A proposito del serpente, Zayn sta dall'altra parte della stanza davanti allo specchio sopra il camino, e si sta sistemando con cura alcune ciocche di capelli fuori posto, con il viso serio e concentrato. Sembra uscito da una rivista di moda, l'immagine sputata della perfezione nel suo abito color fiordaliso, i gemelli color zaffiro e le scarpe di pelle bianca (per le quali Louis potrebbe o non potrebbe essere invidioso). Il suo caratteristico fedora è appoggiato sul caminetto.

"Ehi, amico," dice mentre si affanna a sistemare una ciocca particolarmente ostinata. "Sono contento che tu sia venuto." Non sembra particolarmente esaltato, non lo è mai, ma la fanciullezza del suo tono è calda e confortevole, e Louis sorride, chiedendosi come abbia potuto mettere in dubbio il suo atteggiamento.

Certo che Zayn Malik non assumerebbe mai dei sicari. Cosa sono queste voci?

Non è il tipo di serpente che si avvinghia a gole ignare e strangola vittime indifese. È il tipo di serpente che si sdraia al sole e si snoda lungo i sentieri dei giardini, scrutandoti curiosamente dai cespugli.

"Sono così felice che tu sia venuto," sottolinea Liam, avvicinandosi a Louis e stringendogli la mano.

Louis abbassa lo sguardo sulle loro mani. "Dobbiamo farlo ogni volta che ci salutiamo? Perché devo essere sincero: non sono un grande fan."

Zayn ridacchia.

"Oh," dice Liam sorpreso, e lascia subito la mano di Louis. "Perdonami. Abitudine, suppongo," spiega con un sorriso, prima che i suoi occhi tornino alla loro socchiusa allegria. "Allora, andiamo? Zayn, tesoro, sei pronto?"

"I miei capelli fanno schifo oggi," borbotta Zayn in risposta, mettendosi il fedora in segno di sconfitta.

Liam sorride affettuosamente, si avvicina subito e si posiziona dietro di lui, mettendogli le mani sulle spalle. I due si guardano attraverso lo specchio e il sorriso di Liam si allarga mentre appoggia il mento sulla sua spalla.

"I tuoi capelli non fanno mai schifo! Penso che tu sia perfetto. Ma dovremmo andare prima che i fiori appassiscano."

Con una rassicurante pressione delle labbra sul collo di Zayn, Liam guida Zayn verso Louis che osserva la coppia con un'ostinata tenerezza nel petto. Non è un idiota, non lo è mai stato, ma anche un blocco di ghiaccio ammetterebbe che sono adorabili.

"Allora andiamo, ragazzi," sorride Louis, facendogli cenno di avviarsi, prima di seguirli e sorridere soddisfatto al pensiero che Harry Styles non sia nei paraggi.

*

Avrebbe dovuto sapere che un picnic con Zayn e Liam non era tanto una 'coperta per terra' quanto piuttosto 'tavoli bianchi da bistrot e tovaglie salmone con vino, cioccolatini e violini'.

E non dimentichiamo il pianoforte.

"Hai portato un cazzo di pianoforte? Hai davvero chiamato qualcuno per consegnare un pianoforte al tuo picnic?" domanda Louis, incredulo nei suoi occhi.

"Ma certo! Ogni picnic ha bisogno di un pianoforte!" Liam ride.

Zayn ammira Louis con un sorriso. "Lo sai suonare?" gli chiede con dolcezza.

"Per niente. Niall ha provato a insegnarmi, ma non ha fatto altro che farmi incazzare."

"Canti? Zayn ha una formazione classica," dice Liam, sorridendogli come se fosse il sole.

"Ma davvero?" Louis chiede, sinceramente incuriosito. "È fantastico! Ho sempre voluto cantare."

"Faremo una serata dedicata!" Liam esclama felice.

"Anche lui canta," dice Zayn a mo' di spiegazione. "Parecchio".

"Non così tanto," protesta Liam. "Solo quando se ne presenta l'occasione. Ora. Possiamo offrirti qualcosa da bere Louis? Prego, siediti."

Louis accetta e osserva l'ambiente che lo circonda. È una bella radura in riva a un lago, l'erba è verde e soffice, i fiori di campo colorano il paesaggio. Ci sono salici che si muovono con il vento, edere che si intrecciano ai tronchi, e il suono rilassante dell'acqua che scorre sulle rocce si fonde perfettamente con quello dei violinisti.

Sembra quasi un matrimonio.

Ma è un posto splendido. Ci sono andati in macchina, Zayn ha tirato fuori l'auto d'epoca che Louis aveva visto il primo giorno in cui era arrivato (e si sente un po' soddisfatto di avere ragione: sapeva che c'erano loro in quell'auto; si rende anche conto, con una punta di fastidio, che la testa riccioluta che rideva dietro, in equilibrio sui sedili e che spingeva lo champagne? Sì, era Harry, ovviamente - non che stia pensando a lui) ed è lontana dalla scuola, ma non incredibilmente lontana, ma abbastanza nascosta da sembrare privata e speciale.

"Prendi un po' di vino. E un sigaro," propone Liam, prendendo posto accanto a lui.

"Un'offerta che non si può rifiutare," dice Louis, sorridendo con aria solare al signore che gli riempie il bicchiere, mentre Zayn gli allunga un sigaro grosso e spesso che costa più delle sue scarpe.

*

(NEW) Young and Beautiful || l. s. || ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora